Anche
quest’anno con tutta la mia famiglia, zii e cugini siamo stati a raccogliere le
nostre olive e come gli altri anni sono state delle giornate fantastiche.
Abbiamo
iniziato venerdì mattina andando presto in campagna e dopo aver steso delle
reti molto grandi sotto un albero di ulivo zio Giuseppe ha iniziato la
raccolta con un rastrello che viene alimentato da un compressore che fa un
rumore “bestiale” e che scuote i rami facendo cadere le olive nella rete.
Subito ho
avuto voglia di usarlo anch’io ma non appena l’ho preso sono stata colpita da
una pioggia di olive………che meraviglia!!!!!.
Poi però l’ho dovuto dare perché
per me il rastrello è troppo pesante ma non ho perso tempo perché ho iniziato a
riunire le olive cadute nella rete per poi metterle in delle cassette di
plastica rosse. Nel pomeriggio siamo tornati a casa. Il giorno dopo abbiamo
fatto la stessa cosa e abbiamo finito di raccogliere tutte le olive rimaste e
le abbiamo portate nel magazzino di zia Carmela.
Domenica
mattina siamo tornati in campagna ed abbiamo iniziato a pulire le olive
raccolte, mettendole su uno scivolo particolare, dividendo le olive dalle
foglie e dai rametti che cadono durante lo scuotimento con il rastrello. Poi le
olive pulite le abbiamo messe in dei sacchi di iuta, caricati in macchina e
portati al frantoio dove verranno macinate per darci un olio da leccarsi i
baffi.
Tutto il
lavoro che ho descritto potrebbe sembrare faticoso, ed un po’ lo è ma noi ci
divertiamo anche e molto perché ci succedono sempre delle cose comiche o perché
diciamo delle cose spiritose che ci fanno ridere e passare velocemente la
giornata. Poi fare pranzo in campagna è bellissimo.
Posso dire
che un po’ mi dispiace di aver già finito per quest’anno la raccolta.
Giorgia 1F
Giorgia, che dire? Semplicemente magico!
RispondiEliminala prof
gentile professoressa
RispondiEliminale volevamo raccontare quello che abbiamo scoperto sull'olio ...l'olio comincio' a essere fondamentale a partire dall'epoca romana. L'economia agricola ortonese è stata sempre molto importante.
nei duecento anni che vanno dal 1751 sino ai primi anni dopo la seconda guerra mondiale ( 1950) l'agricoltura era ancora la "parte trainante" dell'economia ortonese: legata anche al porto per l'esportazione di vino e olio.
Si è passati dai terreni dati in affitto ai coltivatori dai nobili alla formazione di una piccola proprietà terriera, dalla coltivazione della vite a filari a quella degli ulivi e alla coltivazione a tendone per la famosa uva da tavola pergolone.
Mentre la coltivazione dell'uva da tavola pergolone oggi è stata abbandonata a favore dell'uva da vino, gli abruzzesi coltivano ancora oggi l'ulivo per produrre l'olio exravergine,nelle colline teatine, e l'albero di ulivo anche avendo centinaia di anni,produce ancora le olive.
MARISTELLA e il suo gruppo