venerdì 16 novembre 2012

2^D Uscita sul territorio - un piccolo luogo sacro ... veramente un pezzo da museo

Progetto " Monasteria"
 
La 2^ D all'interno dell'Oratorio del Crocifisso Miracoloso sulla Passeggiata Orientale
 
oratorio definito "un pezzo da museo" dal Pastore dell'Arcidiocesi nel 1991 anno degli interventi di restauro conservativo sia della Cappella che del Crocifisso
 
Introduzione della dott MariaLuisa Orlandi - Ass Experio
 
 
Archi e volte ad ogiva dell'anno 1000 - chiesa benedettina
Abside ad quadratum benedettina con bifora ( la parte più antica della chiesa)
 
 
"negativo" del Crocifisso databile 1250
emerso esattamente nella zona sottostante l'affresco del Crocifisso miracoloso
 
 
 
 
 Nel corso del 1327 venne edificato il Monastero delle Monache Benedettine  Cistercensi di clausura
con annessa Chiesa dedicata a S. Caterina d'Alessandria  
 
 
Particolare della grata di clausura dove le monache ricevevano l'Eucarestia
 
Particolare del simbolo religioso delle Cistercensi: ruota dentata sormontata dalla croce e dal serpente:
rappresenta il martirio che libera dal peccato
 
 
Particolare dell'affresco bizantino floreale rinvenuto durante i lavori di restauro del 1991
 
 
"Il miracolo del Crocifisso"
13 giugno 1566
l'evento prodigioso interessa un dipinto a fresco di epoca 1400
 
 
Quando sono stati eseguiti i lavori di stacco dal muro dell'affresco del Crocifisso miracoloso è stato scoperto un secondo affresco, di cui si ignorava l'esistenza, di epoca più antica  databile intorno al 1200 avente la stessa iconografia. Anche quest'ultimo è stato staccato dal muro e posto sul lato posteriore del Crocifisso miracoloso su un supporto a copertura a vetro.
 
 
 
 
Tela del sec XVII - cartiglio con la scritta "EX VOTO" in basso  a destra
 
 
 
l'ampolla contenente il sangue sgorgato dal costato del crocifisso è conservata in una
nicchia di marmo
Gli Ortonesi sono orgogliosi di conservare queste reliquie, dopo che per tanti anni ne erano rimasti privi.
 

 
 
coro ligneo del 1600 che "fascia" il sacro luogo tutto intorno
 
 
 
 
Leggerete i "dettagli" nei commenti dei ragazzi!
 
 

 

7 commenti:

  1. Cari ragazzi,
    so che i vari gruppi della 2^D stanno elaborando le loro presentazioni dell'Oratorio del Crocifisso miracoloso! Buon lavoro!

    Di qualunque cosa abbiate bisogno ( foto, notizie, approfondimenti, tecnologia e uso dei programmi di presentazione) sono a disposizione anche tramite e mail! Anche gli insegnanti di Religione e di Musica, che collaborano insieme a me al Progetto, possono darvi tutto l'aiuto e la guida di cui avete bisogno.

    Raccomando al gruppo che sta facendo la traduzione in Inglese del Post di rivolgersi alla professoressa di Inglese per la correzione dell'elaborato. Appena pronta la versione in lingua inglese la posteremo nel BLOG eTwinning "Blogtrotters across Europe" di cui conoscete il link e che vi invito a "frequentare". ( A partire dal mese di dicembre ciascuna delle Scuole partner presenterà la propria città). :)

    Raccomando anche di ultimare "la presentazione condivisa" La nascita della scrittura musicale"
    di cui mancano ancora molte slide! :(

    a presto
    O.S.

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  2. Cenni sul complesso monumentale di Santa Caterina d’Alessandria e dell’oratorio del crocifisso miracoloso.

    La Cappellina del Crocifisso miracoloso sarebbe stata costruita prima dell’anno Mille. Essa è formata da archi a volta in stile gotico ed era con molta probabilità separata dalla Chiesa. Successivamente la Cappellina venne allungata fino a formare un unico corpo con la Chiesa.

    All’interno dell’Oratorio vi è un coro in legno che fascia per intero la Cappellina; in detto sacro luogo è conservato l’antico affresco del 1400 di stile tardo gotico, dal cui costato sgorgò miracolosamente sangue vivo, raffigurante Cristo Crocifisso.

    Dopo il restauro del 1991 è possibile ammirare un altro dipinto, che raffigura anch’esso il Cristo Crocifisso e che si trovava sotto il primo affresco.

    Nel corso del 1327, sotto l’Arciprete Jacopo, venne edificato il Monastero delle Monache Benedettine Cistercensi di clausura con annessa Chiesa dedicata a Santa Caterina d’Alessandria Vergine e Martire. Non è da escludere che inizialmente la Chiesa potesse essere dedicata a Santa Maria ad Basilicam e successivamente a S. Chiara ed infine a S. Caterina d’Alessandria.

    Il portale in pietra è del XII sec. Ed è probabile che appartenesse originariamente alla Cappellina dell’Oratorio. La Chiesa è formata da un’unica navata affrescata e decorata in stile barocco-spagnolo del XVII sec.

    Sia il Monastero che la Chiesa erano circondati da vastissimo orto, e nei pressi dell’edificio sacro si apriva la “postierla”.
    All’interno della Chiesa erano conservate diverse tele del pittore Giovan Battista Spinelli di scuola napoletana del milleseicento; attualmente alcune si trovano presso il museo della Cattedrale di S. Tommaso; di rilevante pregio è la tela raffigurante Santa Caterina d’Alessandria in estasi, restaurata un decennio fa.

    Alla fine dell’ottocento primi del novecento il Monastero è stato occupato dalle suore di S. Anna, che vi sono rimaste fino alla fine degli anni settanta.
    Attualmente la Chiesa detta anche di S. Anna, ha pianta a navata unica con annessa sacrestia laterale; il pavimento è di cemento decorato; la zona del presbiterio balaustra è in marmo, come pure l’altare ed il tabernacolo; incassate nelle pareti laterali vi sono due nicchie con ciascuna un altare in pietra; la volta della Chiesa è affrescata da decorazioni barocche in oro e vari affreschi, purtroppo rovinati dal tempo e dall’incuria.


    Greco Martina, Consorti Elio, Sansiviero Lorenza, Tortella Sofia

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  3. To present our city Italian students are creating movies. They made the first one!
    It is the class Second D who shows you one the masterpieces from Ortona … the first video to let you know the beautiful place where we live! Just click on the link above to know our history and culture!

    https://docs.google.com/open?id=0BzMrZzk9CEWdSjBtb0x6VzMzLU0


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  4. Progect "Monasteria"
    The 2nd D in the oratory of miraculous on the "passeggiata orientale" oratory definite "a piece of museum" by pastor of archdiocese in the 1991, year of the interventios of conservative restoration both the chapel and of crucifix.

    Arches and vaults dating back to the year 1000 - benedictine church. Abside ad quadratum benedettina with bifora – double lancet window (the oldest part).

    Negative of the crucifix dating back to 1250 situated exactly in the area below the fresco of the miraculous crucifix.

    In 1327 the cloistered monastery of the Benedictine Cistercian nuns was built, including the adjoining church dedicated to St. Caterina of Alessandria.

    Particular of the religious symbol of Cistercian: geared wheel with the cross and the serpent on the top representing the martyrdom

    Particular of byzantine floral fresco found during the work of restoration in 1991.

    "The miracle of crucifix" event on 13 June 1566 interested a painter who realized the fresco in the 1400s.

    When the works related to the detachment from the wall of the fresco of “miraculous crucifix” were made, they discovered a second fresco of which they did not even know the existence, dating back about 1200 having the same iconography of the first one. The batter was detached from the wall and placed on the back side of the miraculous crucifix in a glass covered support..

    Paintings of XVII century with the written Latin words "EX VOTO" below the right side.

    The bulb with blood coming out from one side of the crucifix, is kept in a marble urn. People from Ortona are proud to keep the relics, but for many years they were left without any surveillance

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  5. DALLA 2^ F

    Venerdì pomeriggio anche noi della 2^f siamo andati all’ Oratorio del Crocifisso Miracoloso definito "un pezzo da museo".

    In esso è contenuta una piccola ampolla con il sangue sgorgato miracolosamente dal Cristo dell'affresco.

    Gli studi fatti su questo sangue raggrumato si è capito che è di gruppo AB. Le anfore inizialmente erano due ma una è a Venezia mentre l’ altra è posta in quest’ oratorio.

    Molti anni fa ad Ortona quest’ edificio era la residenza di molte monache circensi, nate, vissute, morte e sepolte sotto il pavimento dell’ attuale chiesa. Il simbolo di queste suore è una ruota dentata sormontata dalla croce e dal serpente.

    IL MIRACOLO DEL CROCIFISSO ha interessato un affresco del 1400 che ritrae la figura di Gesù crocifisso con la testa inclinata e la ferita al costato ben visibile. Ai lati della croce si intravedono S. Maria e l’ apostolo Giovanni.

    Il segno miracoloso si trova tuttora nell’ Oratorio di Santa Caterina.La tradizione riferisce che il 30 luglio 1566 Ortona fu invasa dai Turchi che distrussero la città. Le monache benedettine pregavano ardentemente il Gesù crocifisso e già 48 giorni prima dell’ arrivo dei Turchi, nel costato di Gesù sgorgò del sangue vivo (col tempo raggrumato) poi raccolto nelle due ampolline di cui abbiamo parlato prima. Queste vennero inizialmente trasferite a Venezia (una è rimasta nell' oratorio di S.Simeone profeta). Nel 1570 gli ortonesi scrissero al doge di Venezia per riottenere le ampolline ma senza frutto. Il 29 giugno 1934 quando il popolo attendeva da 364 anni le ampolline, una venne riportata ad Ortona ed è ancora qui.
    L’ ampollina è costituita da un supporto in argento realizzato a Venezia in cui è incastonata la boccetta col sangue raggrumato.

    Ricerca e testo di Noemi,Federica,Giulia,Stefania e Annalessandra

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  6. Le orde turche intente a depredare le coste abruzzesi, una comunità di monache cistercensi raccolte in preghiera e un crocifisso che sanguina dalla ferita sul costato.

    Non c’è solo questo nella storia del crocifisso miracoloso di Ortona ma molto di più, in un intreccio di fede, arte, mistero e colpi di scena. Dinanzi a quell’affresco, databile al 1400, che rappresenta Gesù crocifisso e ai lati Maria e l’apostolo Giovanni, si sono inginocchiate con devozione intere generazioni di fedeli di questa città abruzzese affacciata sul mare.

    E proprio da quel mare, nel 1566, si stava avvicinando la minaccia dei saccheggi da parte delle truppe del sultano Solimano, il quale in quel periodo stava mettendo a fuoco e fiamme il litorale adriatico senza alcuna pietà. Mentre molti ortonesi prendevano la via della fuga, le monache cistercensi dell’ordine di San Benedetto scelsero di rimanere nel monastero a pochi passi dal mare, come a sfidare con la forza della fede quella cieca violenza. Nelle loro preghiere c’era la supplica di protezione per gli abitanti della città che, fuggendo dalle loro case, fecero trovare Ortona completamente deserta. I turchi attaccarono i simboli del cristianesimo, cattedrale in primis, senza che però venissero danneggiati né il monastero delle cistercensi né la piccola chiesa di Santa Caterina, dove ogni giorno le religiose pregavano proprio dinanzi a quel dipinto della crocifissione.
    Questi avvenimenti sono raccontati da autori di epoche diverse come fra Ludovico da Orsogna, l’abate Paccichelli, il patrizio Antonio De Fabritiis e lo storico Gian Battista De Lectis. Ogni fonte sembra concordare sul fatto che il 13 giugno del 1566, mentre le monache erano in preghiera, due giorni prima dello sbarco dei turchi, videro sgorgare dalla ferita del costato del Cristo abbondante sangue che raccolsero prontamente in due piccole ampolle.

    Appena la situazione tornò alla normalità, le ampolle e l’affresco divennero oggetto di fervida devozione popolare, sino al 1570 quando padre Basilio, il confessore del monastero, venne richiamato dal suo ordine a Venezia. Poco dopo la partenza, le monache scoprirono con stupore che assieme ai bagagli e al frate agostiniano avevano preso il largo anche le due preziose reliquie.
    La diplomazia si mise prontamente all’opera e l’allora vescovo Giandomenico Rebiba, così come il Capitolo della cattedrale di San Tommaso, scrissero al Doge di Venezia Pietro Loredano per ottenere la restituzione della prova di quel prodigio. Ma la città di Ortona dovette attendere sino all’anno santo del 1933 quando l’arcivescovo Piccirilli e il canonico Vallega riuscirono, grazie all’intercessione del cardinale Pietro La Fontaine, patriarca di Venezia, a ottenere la restituzione di almeno una delle due piccole ampolle.
    CONTINUA

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  7. Il 29 giugno 1934, dopo oltre tre secoli e mezzo di attesa, la boccetta con il sangue contenuta in un reliquiario d’argento realizzato dai maestri orafi della città lagunare, tornò a Ortona a bordo di un cacciatorpediniere e accompagnata dalla benedizione apostolica di papa Pio XI. Quell’ampolla è ancora oggi conservata in una nicchia nell’oratorio del “Crocifisso miracoloso”, sulla passeggiata orientale di Ortona, in questa struttura risalente all’anno Mille, caratterizzata da archi e volte ogivali e da un coro ligneo del 1600.
    Oltre al sangue del crocifisso miracoloso, la piccola chiesa ha fatto scoprire nel tempo un altro “miracolo”, questa volta a carattere artistico. Nel 1991, durante i lavori di ristrutturazione, si pensò di rimuovere l’affresco per restaurarlo. Nel corso dell’operazione venne alla luce un’altra rappresentazione della crocifissione, questa volta risalente al 1200, di cui si ignorava l’esistenza. Ma le sorprese non finirono qui: nel momento in cui fu staccato dal muro anche questo dipinto duecentesco, si scoprì una sorta di duplicazione dello stesso, rimasto impresso sulla parete come si trattasse di un negativo fotografico.
    Oggi il piccolo oratorio conserva così tre dipinti della crocifissione e la piccola ampolla contenente il sangue scaturito dal costato del Cristo sul quale non sono mai state compiute analisi, considerato che gli ortonesi ritengono sufficiente la loro fede a certificare quel prodigio. E che si tratti di città di fede lo conferma la grande devozione all’apostolo san Tommaso, il corpo del quale fu trasportato in città nel 1258 dall’isola greca di Chios e da allora custodito, assieme alla pietra tombale, nella basilica a lui intitolata.

    RICERCA DI Antonio Seccia Luca Civitarese Alessandro Picciano Marco Tentucci Guido Marzetti Seconda D

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