Benvenuti nel sito del Parco Nazionale della Majella
il territorio
"Parco tutto di montagna, la Montagna Madre o Sacra dell'Abruzzo Verde, nel cuore dell'Italia centrale, nella parte più impervia e selvaggia dell'Appennino .... uno scenario maestoso ed armonioso che infonde sensazioni di pace e sprigiona profonda spiritualtà."
( Franco Iezzi e Nicola Cimini)
Sullo sfondo, monte Amaro. Scansione da fotografia, luglio 2004
di Mario Trave ©
di Mario Trave ©
Da Monte Amaro, FemminaMorta, Majella. | maiella
Senza parole. Majella Madre, pianori sommitali, solitudine e rispetto. Scansione da fotografia, c.a. 2004. di Mario Trave ©
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sentieri e cartografie - mappa turistica
Salve professoressa,
RispondiEliminasono Giuseppe della 1F. Ho fatto la ricerca sul Parco Nazionale della Majella ( max 100 parole, come ci ha chiesto lei) e ora gliela invio.
ciao prof.
Il parco Nazionale della Majella è stato istituito con una legge nel 1991.
Il nome “Majella” deriva dal Maggiociondolo o da Maia.
Milioni di anni fa La Majella era il fondale di un mare tropicale nei quali c’erano pesci e squali e ancora oggi si trovano dei resti fossilizzati.
Il Massiccio della Majella raggiunge quasi i 3000 m. Ci sono oltre 60 rilievi, di cui 30 superano i 2000 m.
I versanti della Majella sono solcati da lunghissimi e aspri valloni come la Valle dell’Orfento e del Foro, che sono attraversati dagli omonimi fiumi; il vallone di Selvaromana, di Taranta e la valle di Santo Spirito.
Giuseppe
Buonasera professoressa.
RispondiEliminaLe invio la mia ricerca sul Parco Nazionale della Maiella.
Saluti Giorgia
Il 6 dicembre 1991 fu fondato il Parco Nazionale della Maiella per difendere e conservare tutti gli ecosistemi esistenti nella zona.
L’origine del nome Maiella sembra venire dal “MAGGIOCIONDOLO”, albero dai fiori gialli presente nei suoi tantissimi boschi, o da MAIA, Grande Madre, divinità adorata dai Pelasgi (popolo greco).
Milioni di anni fa questa montagna era il fondale di un mare tropicale, ancora oggi sono presenti resti di organismi fossilizzati.
Il massiccio della Maiella è alto circa 3000 mt. Esso si presenta ripido sul fianco Occidentale, dove in inverno si formano valanghe, più dolce sul fianco Orientale dove troviamo lunghissimi valloni scavati dall’acqua già dall’era glaciale.
Nonostante le abbondati piogge e nevicate la Maiella è scarsa d’acqua. Questo a causa delle rocce calcaree, di cui essa è costituita, che assorbono l’acqua incanalandola in profondità per poi farla arrivare a valle sotto forma di sorgenti.
GIORGIA
MATTEO
RispondiEliminaCara e gentilissima professoressa sono Matteo 1°F e le invio la mia ricerca:
Il Parco Nazionale della Majella è stato istituito nel 1991 e si estende per circa 75000 ettari abbracciando le province di L'Aquila,Pescara e Chieti.
E' costituito da 4 principali rilievi montuosi, cioè la Majella,il Morrone,Porrara e i Monti Pizzi,intervallati da lunghissimi valloni fluviali come il vallone dell'Orfento e del Foro,e da pianori carsici.
E'un Parco unico nel suo genere per diversi aspetti:il carattere montuoso che comprende più di 60 vette, di cui 30 che superano i 2000 m (come il monte Amaro che con i suoi 2793 m è la 2° vetta degli Appennini) e la biodiversità degli ecosistemi con moltissime specie animali e vegetali.
La sua posizione tra il Parco del Gran Sasso - Laga e Sirente -Velino offre riparo inoltre alle specie animali più rare e minacciate.
In particolare la Majella, chiamata Montagna Madre,è sempre stata avvolta da un fascino misterioso e spirituale a cominciare dal nome che ancora non si sa bene da cosa derivi, se dalla dea Maia o da majo, il nome con cui anticamente era chiamato il maggiociondolo,pianta dai fiori gialli molto diffusa da quelle parti
DANIEL
RispondiEliminaIl parco della Majella è stato riconosciuto "Ente Parco" dalla legge 6 dicembre 1991, n. 394 e dal decreto del Presidente della Repubblica del 5 Giugno 1995.
La Majella è costituita da montagne molto alte, il monte
Amaro,il più alto di tutti,misura 2793 metri.
Il parco è stato riconosciuto patrimonio nazionale grazie alla sua biodiversità.
Con gli altri parchi d'Abruzzo, il parco della Majella è apprezzato e conosciuto in tutto il mondo.
La Majella è nata 5 milioni di anni fa dal mar Tetide e ancora oggi sui monti è possibile trovare molti fossili marini.
La flora e la fauna sono molto preziosi in questo parco e in più c'è un famoso vallone dove scorre il fiume Orta.
Nella Majella ci sono molti rifugi per animali protetti, uno di questi è la lince.
Daniel prima F
MARIANNA
RispondiEliminaNel territorio del Parco della Majella mi ha impressionato tutto,ma soprattutto la frase che è grande circa 70000 ettari e siccome non so immaginare quanto sia esteso un ettaro di terra,non so rendermi conto di quanto sia grande! Allora ho guardato sulla cartina lo spazio occupato dal Parco e ho visto che comprende il territorio di Pescara,Chieti e L’Aquila.
C’è anche scritto che ci sono molti Valloni,ma le volevo chiedere cos’è un vallone? In un primo momento ho pensato che fossero grandi valli,ma è davvero così?
Grazie,Marianna!!!
ALBERTA
RispondiEliminaBuonasera professoressa,sono Alberta della 1F. Le mando la mia ricerca sul Parco Nazionale della Maiellla.
Il massiccio della Maiella è entrato nel patrimonio mondiale dei Parchi Nazionali il 6 dicembre 1991.
La Maiella è divisa in quattro parti orografiche:
il monte Morrone , il monte Porrara, i monti Pizzi e la Maiella. Essa raggiunge quasi 3000 mt ed anche le altre vette sono molto elevate; è emersa dal mare 5 milioni di anni fa ed è ricca di grotte e di fossili marini.
Il Parco Nazionale della Maiella è unico nel suo genere per vari motivi: la posizione, in quanto si trova nel Mediterraneo; il clima, che cambia facilmente; l'asprezza e l'imponenza.
IL pendio occidentale è più ripido di quello orientale e per questo è più soggetto alla formazione di valanghe.
GRETA
RispondiEliminaSalve professoressa,sono Greta della 1F, ecco la mia ricerca sulla Majella:
La Majella è entrata a far parte del patrimonio mondiale dei parchi nazionali il giorno 6 dicembre 1991.
Essa riesce a raggiungere quasi i 3000 m.
E' unica per la sua posizione geografica.
La Majella è più ripida a occidente e meno a oriente ed è divisa in quattro aree orografiche che sono: la Majella,il Morrone,ilPorrara e i Monti Pizzi.
La Majella ha più di 60 rilievi di cui 30 raggiungono i 2000 m.,inoltre è emersa dal mar Mediterraneo,per questo motivo è possibile trovarci fossili marini.
Arrivederci professoressa
Greta
VASCO
RispondiEliminaLa Maiella anticamente era considerata sacra.
Sfiora i 3000 metri; milioni di anni fa era il fondale di un mare, nel quale vi erano scogliere e pesci, di cui oggi si trovano fossili.
Nel tempo i resti calcarei dei pesci si accumularono, formando uno strato altissimo. Poi l'Africa iniziò ad avvicinarsi all'Europa, spingendo verso l'alto le rocce che avrebbero formato Appennini ed Alpi. I fondali si sollevarono e formarono una enorme cupola: La Maiella.
La Maiella è poco più bassa del Gran Sasso. Oltre i 2000 metri troviamo i segni dell'erosione dei ghiacciai; essendo costituita da rocce calcaree, la Maiella scarseggia sempre d'acqua.
Vasco
Signora Professoressa,
RispondiEliminale presento le vette della Majella. MICHELA
La cima della Majella è alta quasi 3000 m. “ Tempo fa” era il fondale di un mare dei tropici, infatti sulla Majella, ancora oggi ,si possono trovare fossili di animali marini.
COME SI E’ FORMATA LA MAJELLA?
I fondali si sollevarono perché l’ Africa e l’ Europa cominciarono ad avvicinarsi, così si formarono le Alpi e gli Appennini e fra questi emerse la Majella, però essa è un po' più bassa del Gran Sasso.
DA COSA E’ FORMATA LA MAJELLA?
La Majella è formata da rocce calcaree che assorbono l’ acqua, in questo modo danno la vita alle sorgenti.
La Majella presenta segni di erosione che si trovano oltre i 2000 m.
Michela
Cara Michela,
Eliminacolgo l’occasione del tuo intervento per fare a tutti alcune precisazioni.
Per le notizie mi riferisco al testo pubblicato su Internet "La geologia e la geomorfologia della Majella" di William M. Santoleri
Tutto il testo è protetto da copyright ed è possibile utilizzarlo citando l'autore dott. W. M. Santoleri.
Il ritrovamento di fossili ha permesso di ricostruire le origini di questo massiccio: la caratteristica più evidente di tutte le rocce che costituiscono la Majella è la “stratificazione”.
Questi ambienti stratificati sono molto simili a quelli odierni dei mari tropicali delle Bahamas o del Mar Rosso, per questo i geologi hanno ipotizzato che una volta (130>65 milioni di anni fa) la cima della Majella fosse il fondale di un mare tropicale.
Riporto alcuni passi del brano molto interessanti:
“7>1,8 milioni di anni fa - si assiste ad un sollevamento ed alla conseguente emersione dell'area che gradualmente conferisce alla montagna la caratteristica struttura cupoliforme attuale. Le frequenti scosse telluriche e gli agenti atmosferici, soprattutto le successive ondate glaciali, hanno modellato la Majella e i sottogruppi vicini conferendo a questi monti la forma che oggi è possibile vedere.”
“La Majella è caratterizzata dalla eccezionale vastità di territori posti oltre i 2000 mlm : più di 30 cime superano i 2.000 metri ed il Monte Amaro con i suoi 2.793 metri è la seconda vetta della catena appenninica dopo il Gran Sasso .
L'aspetto del massiccio varia notevolmente nei due versanti occidentale ed orientale.
Guardando la Majella dalla valle Peligna essa appare come una possente muraglia compatta che si innalza per oltre 1000 metri dagli altipiani circostanti, priva com'è di incisioni profonde e ricoperta da una fascia di boschi che ne ricoprono la base.
Guardando la Majella dalla valle del fiume Pescara o dalla valle del fiume Aventino essa appare come una enorme gobba brulla, che sale da una base di colline argillose ed è solcata da una serie di profondi valloni che rendono l'insieme molto articolato.
( continua)
Per le notizie mi riferisco al testo pubblicato su Internet "La geologia e la geomorfologia della Majella" di William M. Santoleri
EliminaTutto il testo è protetto da copyright ed è possibile utilizzarlo citando l'autore dott. W. M. Santoleri.
" Tutto il massiccio presenta evidenti tracce dell'azione modellante del ghiaccio. "Lingue glaciali" generate da un enorme ghiacciaio di calotta che ricopriva l'intera parte sommitale scendevano lungo le pendici della Majella modellando il fondo e i fianchi dei diversi valloni.
… . Il più lungo vallone percorribile è quello di Fara S. Martino (14 km) ugualmente spettacolari sono i valloni di Palombaro e Pennapiedimonte e la Valle del fiume Orfento.
Il Massiccio della Majella è circondato da altri sottogruppi montuosi disposti quasi tutti in senso latitudinale: il Morrone, il Pizzalto, il Rotella, il Porrara, il Monti Pizzi. Tutte queste catene limitrofe sono collegate alla Majella vera e propria da valichi montani (Passo S. Leonardo, Guado di Coccia) o da altipiani, più o meno vasti, detti Altipiani maggiori d'Abruzzo (le Piane, Pian Cerreto, Quarti di Pescocostanzo).”
In passato dalle lingue di ghiaccio dovevano sgorgare impetuosi torrenti che hanno vistosamente inciso le porzioni più basse dei diversi valloni.
Attualmente tuttavia la Majella appare come una montagna nel complesso arida. A parte delle modeste polle di acqua, le principali sorgenti si trovano tutte ai margini del massiccio vero e proprio, e sempre a quote piuttosto basse.
Ciò è dovuto alla natura carsica della Majella ed alla conseguente generale permeabilità del terreno.
Neppure le copiose e regolari nevicate sono sufficienti a bagnare le pendici di questa montagna ed i profondi valloni che la solcano: l'acqua scorre sottoterra per poi affiorare limpida ed abbondante molto più in basso.
Emblematico è il caso della lunga ed arida valle di Fara S. Martino allo sbocco della quale, a meno di 400 mlm, sgorga impetuoso il fiume Verde.
Anche l'Aventino, che sorge a 850 mlm dalle pendici del M. Porrara, riceve un notevole apporto di acqua nei pressi di Tarànta Peligna, proprio sotto l'omonimo arido vallone.
Le valli del versante nord-orientale e settentrionale sono più umide e diverse sorgenti danno origine a corsi d'acqua che però spesso non riescono a raggiungere valle ... (Valle di Selvaromana, Valle delle Tre Grotte, Valle di Guardiagrele, valle dell'Alènto).
L'unica valle percorsa interamente da un fiume è la valle dell'Orfento. Questo fiume nasce nel cuore del massiccio ai piedi del M. Focalone e del M. Rotondo e scorre lungo tutta la valle stretto tra pareti di roccia verticali.
Poco a valle dell'abitato di Caramanico il fiume Orfento confluisce nel fiume Orta, altro importante corso d'acqua tributario del fiume Pescara, che nasce ai piedi del M. Amaro e scorre verso valle attraverso gole rocciose spettacolari.”
FINE
Buona sera professoressa
Eliminaho approfondito le mie conoscenze sulle vallate della Majella ed ecco quello che ho scoperto.
LORENZO
Il parco nazionale della Majella ha diverse valli.
Alcune hanno origini glaciali,quindi formate dai ghiacciai perenni che non esistono piu'.
Alcune formate dai fiumi.
Le prime si trovano in altura(Valle di Selva Romana e Vallata delle Murelle) invece le seconde si trovano a bassa quota.
La riserva Valle dell'Orta(formata dal fiume Orta) ha una superficie di 378 ettari fra i comuni di Bolognano e S.Valentino in Abruzzo Citeriore(PE).
La riserva ha notevoli aspetti naturalistici (La cisterna di Bolognano)ma anche storico-archeologici.
La valle dell'Orfento di grandissimo pregio naturalistico è zona protetta e qui si possono ammirare paesaggi incontaminati di rara bellezza.
La riserva valle del Foro(formata dal fiume Foro)ha una superficie di 472 ettari nel comune di Pretoro(CH).Anch'essa e' caratterizzata da una notevole ricchezza di fauna e flora.
Lorenzo
La Fauna del parco
RispondiEliminaFLAVIO
Il Parco Nazionale della Majella ospita una fauna ricca e diversificata, costituita in molti casi da importanti popolazioni a livello nazionale ed internazionale di molte delle principali e più rare specie di mammiferi, uccelli, rettili ed anfibi che caratterizzano gli ambienti montani appenninici.
Il Lupo Appenninico, specie simbolo del Parco, si riproduce in maniera stabile e regolare in tutti i settori del Parco, con una popolazione costituita da circa 10-12 branchi differenti che si nutrono quasi esclusivamente delle prede naturali presenti nei diversi ambienti che caratterizzano il territorio del Parco.
L'Orso bruno Marsicano vive stabilmente nel territorio del Parco nel settore meridionale dei Monti Pizzi e con diversi individui che frequentano sempre più regolarmente anche altre aree della Majella e degli altri principali massici montuosi del Parco.
Il Camoscio appenninico, dopo la reintroduzione avviata nel 1992, è attualmente presente con una delle popolazioni più importanti e in salute di questa specie, che attualmente conta circa 600 individui, e che dopo aver stabilito in questi anni la sua roccaforte nell’area del Monte Acquaviva e Cima delle Murelle, sta colonizzando tutte le aree del parco caratterizzate da ambienti idonei ad ospitare branchi riproduttivi di camoscio.
Attualmente capriolo e cervo, in seguito alle reintroduzioni effettuate negli scorsi decenni e alla naturale espansione che ne è seguita, hanno colonizzato tutte le aree idonee del Parco, con una popolazione che per entrambe le specie è di circa 600-700 individui.
Gli ambienti forestali del Parco ospitano una importante popolazione di Gatto selvatico, presente in diverse aree è anche la rara ed elusiva Martora e molte specie di uccelli legati agli ambienti forestali come il Picchiodorsobianco, la Balia dal Collare, il Falco pecchiaiolo, Astore e molte altre specie, tra cui anfibi particolarmente rari come l'Ululone appenninico, la Salamandra appenninica e la più rara Salamandrina di Savi.
Negli aspri e grandi valloni calcarei, tipici del versante orientale del massiccio della Majella, vivono tra le più importanti colonie appenniniche di Gracchio corallino, Gracchio alpino, Rondone maggiore e importanti popolazioni di Aquila reale, Picchio muraiolo, Falco pellegrino ed il raro Lanario.
Alle quote più elevate negli ambienti delle mughete e praterie d'alta quota vivono diverse specie rare o localizzate come la Vipera dell'Orsini, il Merlo dal collare, il Fringuello alpino, il Sordone, l'Arvicola delle nevi, mentre i vasti pianori sommitali sono regolarmente frequentati dal Piviere tortolino, in particolare durante le migrazioni.
Flavio
Caro Flavio,
Eliminain classe certamente costruirete, con la prof di Scienze, delle "schede" di alcuni animali del parco con notizie dettagliate ed interessanti per ciascuno di essi
a domani
la prof
GIOVANNI R.
RispondiEliminaLe valli del Parco Nazionale della Maiella
La Majella è formata da possenti calcari che sono emersi cinque milioni di anni fa dal fondo dell'antico mare chiamato Tetide, è caratterizzata da una serie di vasti pianori sommitali, dolcemente tondeggianti per effetto dell'azione millenaria dei ghiacciai che qui erano molto estesi durante le ere glaciali, non riscontrabili in nessuna altra parte dell'Appennino, tra cui emerge il Vallone di Femmina Morta ad oltre 2500 m di altitudine, e da lunghissimi ed aspri valloni che solcano la montagna dalle aree di vetta sino alla base: il Vallone dell'Orfento, inciso dal fiume omonimo ricco di acque e di faggete; la Valle del Foro modellata dal fiume Foro, anch'essa ricca di acque e di faggete, tra le meglio conservate del Parco tanto da costituire l'habitat di specie rare e pregiate quali il Picchio dorsobianco, l'Astore, la Baia dal Collare ed il Gufo Reale; il Vallone di Selvaromana, nel comune di Pennapiedimonte; la Valle delle Mandrelle-Valle di S. Spirito in comune di Fara San Martino; il Vallone di Taranta con la splendida e rinomata Grotta del Cavallone.
Il fiume Orta, che raccoglie le acque di un vasto bacino, separa con un'ampia valle -profondamente incisa nei territori dei comuni di Bolognano e San Valentino tanto da formare un vero e proprio canyon- il massiccio della Majella dal Morrone, dorsale stretta ed allungata, compatta ed aspra al contempo, costituita da rocce calcaree e dolomitiche, che precipita nella piana di Sulmona tra balze rocciose scoscese.
A sud, ai piedi del monte Pizzalto, gli splendidi piani carsici noti come Altipiani Maggiori d'Abruzzo, detti anche Quarti (Santa Chiara, Barone, Grande e Molino) posti a 1250 metri sul livello del mare, fanno da cerniera con l'area dei Monti Pizzi-Monte Secine, - complesso di natura marnosa a contatto con argille- intensamente e riccamente boscata da faggio, acero di Lobel e diverse altre specie.
La presenza di vaste e ben conservate distese di boschi misti, unitamente alla ricchezza di acque, con la conseguente ricchezza di nicchie ecologiche, fa si che l'area dei monti Pizzi, anche per la funzione di cerniera con il Parco Nazionale d'Abruzzo, costituisca rifugio ideale per le specie più rare e pregiate della fauna del Parco, nazionale e comunitaria.
Giovanni IF