... molto spesso la strada per arrivare è impervia
ma i paesaggi mozzafiato ripagano della fatica
... e i colori dell'autunno riscaldano i cuori
giù a valle
Seguiteci nel nostro itinerario alla scoperta degli 'Eremi della Majella' !
Vasco classe II F
GIUSEPPE IF
RispondiEliminaGLI EREMI DELLA MAJELLA
Nel Parco Nazionale della Majella ci sono oltre quaranta luoghi di culto, per lo più sono eremi.
Gli eremi della Majella hanno avuto grande notorietà grazie all'opera di Pietro da Morrone, divenuto papa con il nome di Celestino V, tanto da prendere il nome di eremi Celestiniani della Majella.
Ora vi presenterò gli eremi più importanti.
L’eremo di Santo Spirito è sicuramente il più grande e conosciuto. Già nel 1053 l'eremo era abitato dal monaco Desiderio, poi divenuto Papa Vittore III, che vi costruì una chiesetta, trovata distrutta da Pietro da Morrone nel 1246.
Fu proprio lui, Pietro da Morrone, il futuro Papa Celestino V, ad iniziarne la ristrutturazione con la realizzazione di un oratorio e una celletta.
L’eremo di San Bartolomeo è stato edificato per volere di Pietro del Morrone, su una costruzione preesistente, prima del 1250. All’eremo si accede attraverso una scala scavata nella roccia, la Scala Santa, che porta ad una balconata rocciosa alla fine della quale si trova la chiesa.
L'eremo di San Giovanni, situato a 1227 metri di altezza in un luogo impervio, all'interno del comune di Caramanico, è sicuramente il più inaccessibile degli eremi frequentati da Celestino V.
Egli trascorse qui vari periodi di penitenza quasi ininterrottamente dal 1284 al 1293. Anche nei periodi di assenza del santo, l’eremo fu spesso abitato dai suoi discepoli.
Incastonato nella roccia, l’eremo di Sant’Onofrio al Morrone, nel comune di Serramonacesca, si raggiunge attraverso una scalinata scavata nella pietra che è piacevole percorrere anche per i profumi della ginestra, del timo e dell’alloro che provengono dalla macchia mediterranea. Protetto da un masso, quest’eremo, che sembra reggersi miracolosamente in una parete vertiginosa, fu l’ultimo fatto costruire da fra’ Pietro dopo il 1290. Vi si stabilì nel 1293 dopo aver lasciato il più selvaggio eremo di San Giovanni all'Orfento e vi restò per un anno, fino all’elezione a pontefice, per tornarci di nuovo dopo la rinuncia al papato, anche se per poco.
Giuseppe
bravo GIUSEPPE, ora dobbiamo trovare le foto di questi eremi, sarebbe difficile andare a fotografarli noi stessi!
Eliminaa domani.
La prof
attenti,però, con le foto, al copyright!
Eliminasi accettano solo foto dei genitori, zii o persone che ci regalano spontaneamente i loro scatti!
in classe gli approfondimenti!
la prof
Anche Lorenzo ha inviato la sua ricerca sugli Eremi della Majella che non riporto per intero perchè simile a quella di Giuseppe.
RispondiEliminaGLI EREMI DELLA MAJELLA
Gli eremi sono luoghi di culto nascosti negli anfratti piu nascosti della montagna.
Molti sono difficili da raggiungere.Tra gli eremi piu' importanti troviamo l'eremo di San Bartolomeo,di Santo Spirito,di San Giovanni,di Sant'Onofrio.
Per questo la Majella e' chiamata la ''Domus Christi''la casa del signore.
La parte occidentale della Majella e' la zona con piu' concentrazione.
.....
Lorenzo
MICHELA 22 ID
RispondiEliminaGià intorno al 1000 la Majella si popola di Eremiti e quasi dappertutto la loro presenza non diminuirà se non sei o sette secoli dopo!
Il periodo di massima espansione del fenomeno sembra essere stato quello dei secoli XIII (il secolo della vicenda di Celestino V)
I secoli dall'XI al XIII sono anche di maggiore affermazione dell'architettura religiosa, nei rifacimenti, ampliamenti,arricchimenti delle grandi e piccole abbazie (San Clemente a Casauria,San Liberatore a Majella,San Salvatore ecc.) e
delle molte altre chiese sparse in vari luoghi e delle due cattedrali del territorio valvense (di Corfinio e di Sulmona).
Pare che l'abbazia di San Salvatore presso Rapino ( di cui restano solo ruderi) sia stato costruito sopra un antico eremo e per opera di Pietro da Morrone.
Si può ipotizzare una origine uguale a quella di Santo Spirito a Majella a cui fra l'altro la lega la vicinanza: è situato sotto una balconata rocciosa.
Pietro ci soggiornò molte volte a causa dei suoi continui spostamenti fra eremi e monasteri, ma non ci rimase molto a lungo.
Michela
Buongiorno prof. sono Giorgia.
RispondiEliminaQuesto è l' articolo che abbiamo scritto io, Flavio e Alice durante il laboratorio di italiano.
Ciao e a domani.
EREMITISMO
Già intorno al 1000 la Maiella si popola di eremiti e quasi dappertutto la loro presenza non diminuirà se non sei o sette secoli dopo.
Ai secoli successivi al 1000 appartiene la vera esplosione del fenomeno dell’eremitismo.
Secondo una leggenda, nel X o nell’XI secolo si sarebbero diretti verso la Maiella alcuni monaci greci provenienti dalla Calabria infestata dai Saraceni.
Il popolamento delle zone più elevate ed interne del massiccio montuoso della Majella è proprio dovuto all'azione dei grandi monasteri.
Dopo San Liberatore, San Salvatore e Santo Spirito, sorgono, tra il 1000 e il XV secolo, diversi monasteri. Molte abbazie furono frequentate e riparate o ricostruite da Pietro del Morrone.
Con l’arrivo dei monaci nuove popolazioni delle basse valli si trasferiscono in alto, spesso intorno alle celle monastiche.
Le proprietà monastiche si estendevano sia su terreni coltivabili sia su pascoli di alta montagna.
classe I F
SANT’ANGELO DI PALOMBARO
RispondiEliminaLa chiesetta rupestre è l’unica vestigia ricavata nella roccia che assume chiaro valore di arte.
La grotta si apre in una ricca zona archeologica.
Probabilmente, la sua origine è quella di santuario precristiano.
Per l’abbondanza di latte, le puerpere andavano a bagnarsi le mammelle nelle numerose pozze di pietra incavate; infatti le donne praticavano il culto delle acque.
SANT’ONOFRIO DI SERRAMONACESCA
L’eremo è situato sotto una grossa rupe da cui partono numerosi cunicoli che si addentrano nel monte.
Probabilmente nacque come luogo di ritiro, per i vicini monaci di San Liberatore a Majella, ma la sua posizione sulla via per la montagna dovette ben presto trasformarlo in una gracia del monastero.
All’interno della grotta, è praticata tuttora da alcuni la strofinazione rituale che avviene adagiandosi sul giaciglio in pietra utilizzata da Sant’ Onofrio.
SAN GIOVANNI ALL’ORFENTO
L’eremo sorge sulle pareti di una valle laterale a l’Orfento dove, probabilmente si andava a pregare e a ritirarsi in religiosa solitudine.
Fra i nostri luoghi di culto rupestri, generalmente si sfruttavano i ripari naturali.
Nell’eremo è visibile un’ingegnosa opera di canalizzazione idraulica.
Anastasia, Chiara e Maria ID