lunedì 4 giugno 2012

Globalizzazione

IRMA ha scritto

IL sistema della globalizzazione possiede diversi elementi che lo differenziano dalla guerra fredda, contrapposizione che venne a crearsi alla fine della seconda guerra mondiale tra due blocchi internazionali, generalmente categorizzati come Occidente USA e alleati ed Oriente, o più spesso blocco comunista URSS e alleati. Tale tensione, durata circa mezzo secolo, pur non concretizzandosi mai in un conflitto militare diretto (la disponibilità di armi nucleari per entrambe le parti avrebbe potuto inesorabilmente distruggere l'intero pianeta), si sviluppò nel corso degli anni incentrandosi sulla competizione in vari campi (militare, spaziale, ideologico, psicologico, tecnologico, sportivo) contribuendo almeno in parte allo sviluppo ed evoluzione della società stessa con l'avvento della terza rivoluzione industriale.
La fase più critica e potenzialmente pericolosa della guerra fredda fu quella compresa fra gli anni cinquanta e settanta. Già dai primi anni ottanta i due blocchi avviarono un graduale processo di distensione e disarmo; tuttavia la fine di questo periodo storico viene convenzionalmente fatta coincidere con la caduta del Muro di Berlino (9 novembre 1989). Esso era il simbolo per eccellenza del sistema della guerra fredda, la divisione.

Il sistema della globalizzazione è diverso. Il suo tratto distintivo è l’integrazione, cresce la consapevolezza della coscienza del mondo come "un tutto" e tale consapevolezza agevola l'interdipendenza e l'integrazione sociale. Il mondo diventa un luogo sempre più interconnesso, in cui le minacce e le opportunità dipendono sempre più dai collegamenti che si hanno. Anche il mondo globale è rappresentato da un’unica parola, il Web, la rete mondiale che insieme alla rivoluzione digitale e allo sviluppo delle telecomunicazioni, anche satellitari, hanno accelerato in maniera drammatica la diffusione di informazioni attraverso il pianeta, portando con sé anche le basi di una straordinaria omologazione culturale sulla stessa scala.

Siamo dunque passati, da un sistema internazionale costruito intorno alla divisione e ai muri a un sistema che ruota sempre più intorno all’ integrazioni e alle reti. Nel sistema della guerra fredda c’era un filo rosso, a indicare che eravamo tutti divisi ma che se non altro al comando c’erano due persone, i presidenti degli Stati Uniti e dell’ Unione Sovietica. Nel sistema della globalizzazione c’è internet, a indicare che siamo tutti collegati ma che nessuno governa interamente la nave.

La globalizzazione influenza il mondo intero, direttamente o indirettamente, ma non tutti ne beneficiano allo stesso modo. Ecco perché, quanto più il sistema si diffonde, tanto più aumenta la reazione di coloro che si sentono sopraffatti, omologati, oppure incapaci di tenere il passo.                 In relazione allo sviluppo, la globalizzazione presenta aspetti molto controversi, che sono oggetto di intensa discussione e contrapposizione sia tra gli studiosi che tra le forze politiche e sociali.

Va precisato che la globalizzazione non è il frutto di una precisa scelta politica o economica, ma piuttosto un processo in larga misura spontaneo e poco controllabile, che ha come epicentro i paesi occidentali. Per gli altri paesi, popoli e culture il problema è se, e in quale misura, partecipare a tale processo o ad alcuni suoi aspetti.

Secondo alcuni studiosi, un ulteriore e più grave problema è se esista la possibilità di sottrarsi alla globalizzazione. I principali argomenti a favore della partecipazione alla globalizzazione traggono origine dalla visione liberista delle relazioni internazionali, imperniata sui vantaggi del libero scambio, che si basavano su queste linee principali: 
- l'accesso alle risorse produttive e finanziarie dei paesi più ricchi attraverso i loro mercati;
-la crescita economica favorita dagli scambi commerciali e finanziari coi paesi ricchi in quanto essi costituiscono un mercato di sbocco per la produzione interna e consentono di ottenere in cambio merci di qualità e capitali a prezzi più bassi; 
-l'integrazione economica nel sistema mondiale è anche un mezzo per ottenere, più rapidamente e a minor costo, nuove tecnologie e innovazioni tecnologiche;     
-la mobilità delle persone e l'accesso ai sistemi di telecomunicazione sono diritti civili sempre più sentiti; inoltre accelerano la formazione e il miglioramento del capitale umano favorendo anche per questa via l'innovazione tecnologica e il miglioramento delle condizioni di vita del paese;    
-l'inserimento organico del sistema politico ed economico di un paese in quello internazionale rafforza la difesa dei diritti civili, limita la capacità di controllo autoritario della società civile, vincola i governi a comportamenti responsabili.

A fronte di questi aspetti positivi, il coinvolgimento nel processo di globalizzazione solleva numerosi problemi che richiedono interventi correttivi:                                                                                       
-le risorse per lo sviluppo offerte dai mercati internazionali non danno garanzie sufficienti di essere utilizzate in maniera economicamente e socialmente equilibrata ed equa;
- i paesi che più si sono giovati delle opportunità offerte dall'accesso ai mercati internazionali hanno avuto tassi di crescita elevati, ma anche un aumento delle disuguaglianze sociali;                                                                
-la globalizzazione può offrire importanti opportunità per la crescita economica a patto che venga attuata una riforma del sistema monetario internazionale                                                             
-l'accesso alle risorse della globalizzazione comporta necessariamente il loro utilizzo come veicoli di dipendenza e di uniformazione al modello di vita occidentale, con la conseguente distruzione dei modelli di vita locali e delle loro risorse umane, culturali e ambientali.

La globalizzazione comprime lo spazio-tempo e sopprime le rigidità tra le culture, favorendo la diversità. Ad ogni modo, l'attuale globalizzazione sarebbe comunque "zoppa", riferendosi essenzialmente ad una triade composta da Stati Uniti, Europa e Giappone. Il resto del mondo è escluso e si parla, quindi, di globalizzazione della povertà, come conseguenza della natura sempre più oligopolistica dell'economia globale, al cui ampliamento in termini soprattutto finanziari fa da riscontro una tendenza inversamente proporzionale alla concentrazione delle capacità decisionali e gestionali.

Esiste un’altra differenza fondamentale fra i due sistemi: la struttura del potere. Il sistema della  guerra fredda ruotava essenzialmente intorno allo stato-nazione. Il sistema della globalizzazione, invece, si articola intorno a tre equilibri, che si sovrappongono e influenzano a vicenda.

·         Il primo è il tradizionale equilibrio di potere fra gli stati-nazione. Le variazione nell’equilibrio del potere fra gli Stati Uniti e gli altri stati, hanno ancora una grande importanza per la stabilità del sistema.

·         Il secondo importante equilibrio del potere nel sistema della globalizzazione è quella fra gli stati-nazione e i mercati globali. I mercati globali sono costituiti da milioni di investitori che spostano il denaro in tutto il mondo con un semplice clic del mouse. Gli atteggiamenti e le azioni di questi investitori possono avere effetti molto seri sugli stati-nazione, fino a provocare la caduta dei governi.

·         Il terzo equilibrio, il più recente e rilevante rispetto agli eventi dell’11 settembre. È l’equilibrio fra gli individui e gli stati-nazione. La globalizzazione, abbattendo molti muri che limitavano i movimenti e il raggio d’azione delle persone, e comprendendoo nello stesso momento anche il mondo delle reti, ha concesso agli individui un potere straordinario, tale da influenzare i mercati e gli stati-nazione. Con internet i singoli possono comunicare a grandi distanze in tempo reale a costo molto basso, con il web possono trasferire denaro. La globalizzazione è un moltiplicatore straordinario della potenza dei singoli, che possono intervenire sempre più spesso sulla scena del mondo in prima persone, senza la mediazione di uno stato. 

Al mondo, ci sono degli individui “ super potenti”, come Osama bin Laden che ha dichiarato guerra agli Stati Uniti alla fine degli anni novanta. Inizia così una lotta fra i due, terminata con l’uccisione di Bin Laden lo scorso anno, la prima battaglia nella storia fra una super potenza e un uomo molto arrabbiato. L’apice di questo conflitto fu  l’attacco alle torri gemelle dell’ 11 settembre.

Jody Williams ha vinto il premio Nobel per la pace nel 1997 per una campagna internazionale per la messa a bando delle mine antiuomo. Solo 120 governi l’hanno approvato, fra questi non ci sono né la Russia, né la Cina né gli Stati Uniti. Tutto questo  lei è riuscita a farlo tramite la posta elettronica.

6 commenti:

  1. SARA

    Il sistema della globalizzazione possiede diversi elementi che lo differenziano da quello della guerra fredda e sono rilevanti per capire quanto è accaduto l'11 settembre.

    Il tratto saliente del sistema della guerra fredda era la divisione e il simbolo di quel sistema era rappresentato dal muro di Berlino.
    Il sistema della globalizzazione è diverso: il suo tratto distintivo è l'integrazione e il suo simbolo il web, la rete mondiale.

    Nel sistema della guerra fredda c'era un filo rosso a dividere il mondo occidentale da quello sovietico, “un filo spinato” a dividere due territori e due popoli e al comando dell’uno e dell’altro c'erano due persone, i presidenti degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica.
    Nel sistema della globalizzazione c'è Internet, a indicare che siamo tutti collegati, ma che nessuno governa interamente il pianeta.

    La globalizzazione influenza il mondo intero, direttamente o indirettamente, ma non tutti ne beneficiano allo stesso modo.

    Esiste un'altra differenza fondamentale fra i due sistemi: la struttura del potere.
    Il sistema della guerra fredda ruotava essenzialmente intorno allo stato-nazione, il sistema della globalizzazione, invece, si articola intorno a tre equilibri, che si sovrappongono e si influenzano a vicenda.

    1. Equilibrio di potere fra gli stati-nazione
    2. Equilibrio del potere fra gli stati-nazione e i mercati globali
    3. Equilibrio fra gli stati-nazione e gli individui

    La globalizzazione è un moltiplicatore straordinario della potenza dei singoli, che possono intervenire sempre più spesso sulla scena del mondo in prima persona, senza la mediazione di uno stato.
    In un solo giorno, nel 1988, gli Stati Uniti hanno lanciato ben settantacinque missili contro Bin Laden.
    È stata la prima battaglia nella storia fra una superpotenza e un uomo superpotente.

    La seconda è stata l'11 settembre: il giorno dell'attentato più grande della storia, il giorno dell'attentato alle torri gemelle.
    Dopo quel giorno il mondo è profondamente cambiato: si è diffusa ovunque la paura di attentati, si è insinuata in tutti l'insicurezza con conseguente paura del futuro, si sono combattute due guerre (quali?) e l'area mediorientale oggi è di grande instabilità politica, sono diventati più difficili i rapporti tra cultura occidentale e cultura islamica.

    Tutto questo ci fa capire che la globalizzazione è un fenomeno che allarga gli orizzonti dei popoli, ma che niente può fare felici tutti i sei miliardi di abitanti della Terra: la globalizzazione non può fare gli interessi di tutti, e non tutti la tollerano.

    Fino al 1991 gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica erano gli Stati egemoni e gli altri Paesi non avevano grandi possibilità di espansione.
    Ora, con la globalizzazione, sono ancora presenti le potenze egemoni, ma tutti hanno le stesse opportunità di espansione, o quasi perché in pochi si preoccupano dei paesi del terzo mondo!

    La maggior parte degli studiosi e dei giornalisti oggi ritiene che la globalizzazione possa essere la risposta ai problemi dei paesi del sud del mondo, ma la verità è che occorrerebbe una ridistribuzione delle risorse e questo dai più non viene recepito.
    Per essere veramente efficace, la globalizzazione dovrebbe garantire a tutti la stessa quantità e qualità di servizi, ma finché ci sarà chi continua a trarre beneficio dalle disgrazie altrui, il divario tra paesi ricchi e paesi poveri continuerà a crescere!

    RispondiElimina
  2. GIULIA

    Il sistema della globalizzazione si articola intorno a tre equilibri, che si sovrappongono e si influenzano a vicenda:

    il primo è il tradizionale equilibrio di potere tra gli stati-nazione. Gli Stati Uniti sono ora l'unica supremazia egemonica, alla quale tutte le altre nazioni sono in diverso grado in subordine.

    Il secondo importante equilibrio del potere nel sistema della globalizzazione è quello fra gli stati-nazione e i mercati globali.

    Il terzo equilibrio, il più recente e rilevante rispetto agli eventi dell'11 settembre, è l'equilibrio fra gli individui e gli stati-nazione. La globalizzazione ha concesso agli individui un potere straordinario, tale da influenzare i mercati e gli stati-nazione: con la globalizzazione si è verificato, direi moltiplicato straordinariamente, la potenza dei singoli, che possono intervenire sempre più spesso sulla scena del mondo in prima persona, senza la mediazione di uno stato.

    L'11 settembre 2001, due aerei pilotati da terroristi, si schiantarono sulle Torri Gemelle.
    L’attentato fu rivendicato da Osama Bin Laden che aveva dichiarato guerra agli Stati Uniti già alla fine degli anni Novanta. In quegli anni, al bombardamento da Bin Laden diretto contro due ambasciate americane in Africa, l'aviazione statunitense aveva risposto con i missili Cruise contro le presunte basi terroristiche in Afghanistan, come se si fosse trattato non di un individuo ma di uno stato.

    In un solo giorno, nel 1988, gli USA lanciarono settantacinque missili contro Bin Laden: un avvenimento mai accaduto prima e “ la caccia all’uomo” è continuata per anni fino all’epilogo che noi conosciamo: la cattura e l’uccisione del terrorista lo scorso anno.

    RispondiElimina
  3. FEDERICO

    Fino alla caduta del muro di Berlino, nel 1989, il mondo era stato diviso in due blocchi contrapposti: da un lato l’URSS che aveva un regime comunista e da un lato l’America e la NATO.

    Durante e dopo la guerra fredda l’economia dei due blocchi crebbe di pari passo con le scoperte scientifiche e tecnologiche.
    Aumentarono così gli investimenti verso settori ancora scoperti come quello tecnologico che ebbe il boom nel 1977 con la nascita del personal computer.

    Molti furono anche gli investimenti nel settore astronomico con l’obiettivo di conoscere e conquistare lo spazio. Ci riuscì per prima l’America con l’astronave Apollo 11 che fece il primo allunaggio della storia dell’uomo nel 1969.

    Successivamente alla nascita del personal computer, nel 1991 nasce “ internet” con lo scopo di collegare diversi computer in una sorta di rete multimediale. Internet è frutto dell’ espansione tecnologica e delle comunicazioni. Alla nascita, internet veniva usato solo da grandi aziende per diversi motivi. Oggi internet viene usato normalmente nelle case di ognuno in modo uniforme quasi in tutto il mondo. Ma in molti paesi con regimi dittatoriali o totalitari molti siti vengono censurati perché vanno contro la politica governante, invece in molti paesi la globalizzazione toglie il lavoro a migliaia di famiglie perché molte fabbriche si trasferiscono nei paesi orientali dove la manodopera costa poco.

    Con la venuta della globalizzazione e di internet si sono susseguiti vicende buone e cattive: per fare semplici esempi internet può essere usato come strumento di comunicazione fra le diverse culture, dove si possono scambiare proprie idee e questo è un bene, ma quando internet viene usato come mezzo per il reclutamento di giovani kamikaze pronti a sacrificarsi per la propria religione e per la propria cultura assume un aspetto completamente diverso da quello che dovrebbe essere realmente.

    RispondiElimina
  4. LUCA

    La globalizzazione è un fenomeno reale e recente che riguarda la progressiva apertura dei mercati nazionali all'estero dando così origine ad un mercato globale che varca i confini nazionali e che condiziona pesantemente con il suo andamento le singole economie.

    La parola deriva dalla fusione di due termini distinti integrazione ed economia globale. Essa denota quindi quel processo tramite il quale aumentano e si intensificano i rapporti di ciascuna nazione nei confronti di molte altre. Quindi non significa come molti credono mondo senza confini, senza frontiere nazionali né mercato unico mondiale.

    Per molti secoli la competizione economica tra gli stati si è facilmente tramutata in conflitto militare. Nel secondo dopoguerra invece le tendenze all'avvicinamento dei mercati si sono accentuate al punto tale che a partire dagli anni 80 si è cominciato a parlare di globalizzazione.

    L'industrializzazione ha imposto l'apertura degli scambi e ha dato avvio alla mobilità territoriale di persone e tecnologie destinata a divenire sempre più intensa.
    Il contributo più grande è avvenuto con la rivoluzione informatica e soprattutto con la possibilità di integrare i sistemi informatici con quelli delle telecomunicazioni.

    Oggi è possibile inviare in ogni parte del mondo un numero infinito di informazioni, grazie alla rete telematica internet. Questa possibilità di collegare in pochi secondi luoghi distanti migliaia di chilometri ha finito per condizionare anche sistemi di produzione e di commercializzazione in quanto viene eliminato il contatto diretto fra produttore e consumatore, permette alle imprese di avere sedi anche in paesi diversi pur non perdendo mai di vista il loro operato mantenendosi in collegamento con le loro varie filiali.

    La globalizzazione ha l'effetto più importante nella finanza mondiale: è possibile infatti grazie alle reti telematiche spostare capitali, acquistare titoli o venderli o effettuare qualsiasi azione speculativa digitando pochi tasti .La globalizzazione non ha effetti infatti solo nella commercializzazione ma anche nel campo del lavoro: per molte imprese occidentali il trasferimento di molti stabilimenti produttivi in regioni asiatiche è conveniente poiché si può sfruttare una forza lavoro meno costosa.

    La globalizzazione ha dato tanto e ha migliorato tanto ma ci ha portato ad essere tutti uguali. Al di là delle singole manifestazioni c'è da dire che questo fenomeno condiziona ogni contesto della vita quotidiana.

    RispondiElimina
  5. CHIARA

    Gli stati più potenti, chiamati anche super stati, erano gli Stati Uniti(oggi unica superpotenza egemonica cioè la potenza che esercita la sua supremazia sugli altri Stati)e l’Unione Sovietica.

    Nella globalizzazione è Internet a “indicare che siamo tutti collegati ma non c’è nessuno che governa interamente la nave”,come dice il giornalista nel testo.

    La globalizzazione si basa su tre principali equilibri che si sovrappongono tra loro: l’equilibrio tra gli stati-nazione; l’equilibrio del potere nel sistema del mondo globalizzato tra gli stati-nazione e il mercato mondiale e l’equilibrio fra gli individui e gli stati-nazione.

    È soprattutto quest’ultimo equilibrio che differenzia l’attualità dai tempi della guerra fredda:la globalizzazione ha concesso agli individui un potere straordinario, tale da influenzare i mercati e gli stati-nazione;con la globalizzazione si è verificato, direi moltiplicato straordinariamente, la potenza dei singoli, che possono intervenire sempre più spesso sulla scena del mondo in prima persona, senza la mediazione di uno stato.

    I “super-mercati” cioè i grandi centri finanziari e gli “individui superpotenti” possono fare qualcosa sulla scena del mondo senza mediazioni.

    Osama Bin Laden aveva dichiarato guerra agli Stati Uniti già alla fine degli anni Novanta. In quegli anni, al bombardamento da Bin Laden diretto contro due ambasciate americane in Africa, l'aviazione statunitense aveva risposto con il lancio di missili Cruise contro le presunte basi terroristiche in Afghanistan, come se si fosse trattato non di un individuo ma di uno stato.

    In un solo giorno, nel 1988, gli USA lanciarono settantacinque missili contro Bin Laden: un avvenimento mai accaduto prima e “ la caccia all’uomo” è continuata per anni fino all’epilogo che noi conosciamo: la cattura e l’uccisione del terrorista lo scorso anno.

    Jody Williams ha vinto il premio per la pace nel 1997 per aver contribuito a mettere al bando delle mine antiuomo, benché questo
    trattato avesse centoventi governi a favore ma la Russia, la Cina e gli USA non avevano firmato.


    Tuttavia, benché molti ritengano che la Globalizzazione possa portare benessere e ricchezza, in realtà non tutti gli stati hanno le stesse possibilità di svilupparsi e i redditi in alcuni paesi sono fra i più bassi della distribuzione mondiale. C’è, infatti,chi mette in discussione le cifre della Banca Mondiale sulla povertà assoluta.

    La globalizzazione allora è “un moltiplicare” dei singoli paesi ma non per tutti è la stessa cosa e se non si accettano regole globali, il divario tra Nord e Sud del mondo continuerà ad aumentare.

    RispondiElimina
  6. NATHALIE

    La prima condizione perché si abbia la globalizzazione è l’annullamento o la forte riduzione, mediante tecnologie nuove, della distanza e dei suoi costi. Telefono, televisione, internet sono le tecnologie della nostra globalizzazione.

    Un’ alto requisito da aggiungere è un insieme sufficientemente uniforme di regole che consentano l’uso effettivo di queste tecnologie, che oggi è garantita da una rete di accordi internazionali che fanno capo alla WTO, l’organizzazione mondiale del commercio ed altre istituzioni.

    Nei settanta anni precedenti la prima guerra mondiale, almeno 250 milioni di persone cambiarono continente con le migrazioni, in maniera regolare o clandestina; oggi sta avvenendo qualcosa di simile. Fattori produttivi che si spostano in tutto il mondo portano come conseguenza prodotti che hanno un mercato mondiale e imprese che competono in queste mercato.

    La globalizzazione crea aumento di ricchezza per la grande maggioranza della popolazione ma accentua i divari di reddito; aumenta la speranza di vita alla nascita dappertutto, persino nella disastrata Africa,dove la vita è aumentata mediamente di quasi dodici anni nell’ultimo quarto di secolo.

    Così come crea mercati e prodotti che coprono tutto il mondo, la globalizzazione crea anche classi sociali che superano i confini nazionali.
    Nella globalizzazione attuale la lingua universale è l’inglese, la moda è italiana.
    Per concludere, dobbiamo augurarci di saper fare sempre meglio: dobbiamo controllare le enormi energie che la nostra globalizzazione esprime ed evitare che escano impazzite “dal vaso di Pandora”.

    RispondiElimina