mercoledì 18 dicembre 2013

S2MORITA Padre Padrone



A sei anni Gavino deve abbandonare la scuola, che frequenta da pochi giorni, perchè il padre, Efisio, ha bisogno di lui: deve guardargli le pecore e contribuire cosi' al sostentamento della famiglia. A venti, egli sa tutto della vita sui pascoli e tra i monti, di boschi e di bestiame, ma è un analfabeta e sa parlare solo in dialetto. La vista di due ragazzi forniti di fisarmonica lo scuote dal suo torpore: per procurarsene una, uccide un paio di agnelli. E' il primo atto di ribellione contro il padre, che però continua a dettar legge. Quando, infatti, dopo che una gelata ha distrutto il loro uliveto, Gavino decide di emigrare in Germania, Efisio gli nega il suo consenso. Il giovane parte per il servizio militare: è la sua grande occasione di riscatto e non se la lascia sfuggire. Con l'affettuoso aiuto dei compagni impara a leggere a scrivere, poi rinnova la ferma finché, ottenuta la licenza liceale, torna a casa. Non smette di studiare, però, e poiché Efisio vorrebbe, invece, rimandarlo sui campi, Gavino ha con lui un drammatico scontro addirittura fisico. Lo vince, ma deve comunque andar via di casa: non per obbedienza, ma per se stesso. Si laureerà con una tesi sui dialetti sardi, scriverà libri, diventerà "contrattista" all'Università di Sassari.

5 commenti:


  1. Di Peppe Comune scritta il 17/04/2010

    "Padre padrone" è tratto dal romanzo autobiografico di Gavino Ledda, un uomo che da pastore analfabeta diventerà scrittore e professore universitario di Glottologia. Il film diretto dai fratelli Taviani inizia quando il padre di Gavino lo va a ritirare dalla classe dove sta fraquentando da pochi mesi la prima elementare perchè "serve per governare e custodire le pecore.(...). Il ragazzo è mio, lo prendo e lo uso perchè non posso farne a meno". Siamo a Siligo, in Sardegna, nel 1938 e Gavino Ledda inizia un'esistenza votata all' isolamento e priva di contatti con la civiltà. E' l'esperienza militare a rappresentare per Gavino la possibilità di fuga dall'oppressione paterna, a dargli gli stumenti per potersi emancipare dallo stato di schiavitù a cui è stato assoggettato fino ai ventuno anni di età. E' il contatto con altri ragazzi e con ambienti diversissimi da quelli che ha sempre vissuto ad aprirgli la strada a nuovi orizzonti cognitivi ed è soprattutto l'amicizia con Cesare (interpretato da Nanni Moretti) ad aiutarlo molto nel suo apprendistato alla vita civile. Gli presterà un vocabolario d'italiano e questo segnerà l'inizio del suo riscatto sociale e culturale. I fratelli Taviani aderiscono al libro e alla storia di Gavino Ledda con autentica passione e c'è la restituiscono sullo schermo con una pulizia dei suoni della natura e delle immagini nonchè con un'aderenza iconografica coi luoghi e gli stilemi della vita pastorale davvero sorprendente. Credo che la forza del film stia nel sapersi porre in una posizione equidistante tra le parti in causa, di non indurre mai a dare dei giudizi affrettati su chiccessia. Se è vero che si è facilmente portati a immedesimarsi con le pene patite da Gavino, a indignarsi per il fatto che questo ragazzo non ha avuto la benchè minima possibilita di scegliersi un percorso di vita diverso da quello che gli è stato imposto, è altrettanto vero che la posizione del padre ci viene presentata come il frutto di retaggi culturali antichi, come condizioni di vita autoctone difficili da superare, come cose strettamente legate all'isolamento della Sardegna, al suo essere lasciata a se, con la reiterata prosecuzione delle sue usanze ancestrali. "Cosa vuole il governo, che per mandare a scuola il mio primo figlio faccia morire dii fame gli altri", dice il padre di Gavino alla maestra quando lo va a ritirare da scuola. In queste parole (come in quelle riportate in precedenza) c'è tanto l'incapacità, morale e culturale, di un uomo di emanciparsi da una condizione di vita accettata passivamente, quanto l'impossibilità di sfuggire a un sistema di cose che non sembra dare alternative al fatto che il primogenito dovesse seguire le orme del padre per far fronte alle esigenze primarie della famiglia. Per questo credo che il film, al di là dei suoi contenuti artistici, si ponga anche come un utile documento che ritrae le condizioni di vita di quel periodo.

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  2. Continua

    Bellissima è la sequenza in cui tutta la famiglia è in banca. Siamo ormai negli anni cinquanta, molte cose sono cambiate, anche per la famiglia di Gavino che se la passa un pò meglio dopo aver ereditato dei terreni in seguito alla morte di uno zio. Il padre però è rimasto identico, continua a fare il padre padrone e mentre si aspetta di essere ricevuti dal direttore della banca, con la protervia di sempre rende note le decisioni prese al resto della famiglia . Per Gavino ha deciso l'arruolamento volontario nell'esercito per farlo diventare radio montatore. Non sa, non può nemmeno immaginarlo, che questa esperienza segnerà la rottura definitiva col figlio, la fine di una tirannia condotta con la naturalezza di chi in vita non ha saputo concepire altro. E' durante l'esperienza militare che Gavino sarà iniziato a nuova vita. E' qui che opporrà al silenzio e alla solitudine che hanno caratterizzato gran parte della sua vita l'adagiarsi sereno ai rumori caotici della città, è qui che, in contrasto con la limitatezza del suo sapere, inizierà a studiare, cominciando dalle parole, dai diversi significati che ognuna può avere, a scoprire il potere che ne può scaturire dal loro uso corretto e consapevole. E' qui che Gavino scopre la forza liberatrice dei libri. "Padre padrone" è un grande film (premiato a Cannes), con grandi interpreti e uno straordinario Omero Antonutti. Credo sia il migliore dei fratelli Taviani che qui trovano un perfetto equilibrio tra il realismo di una storia autobiografica e il loro, solito (e talvolta eccessivo), afflato poetico.

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  3. Ora tocca a voi Ragazzi, che cosa volete aggiungere qui dopo aver visto e commentato in classe il film?

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  4. ARIANNA
    Questo film racconta la storia di un bambino, Gavino Ledda, che a soli 6 anni viene costretto dal padre ad abbandonare la scuola e ad aiutarlo a governare il gregge.
    Nel film viene descritta la vita quotidiana del ragazzo nella campagna sarda, e soprattutto, il rapporto tra Gavino e il padre. Tale rapporto, come viene detto nel titolo, è basato su una relazione di potere quasi tirannico.
    In Gavino cresce la voglia di studiare e di andarsene, e, solo dopo i 18 anni, riesce a fuggire dal padre e ad andare nell’esercito.

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  5. Mikkel

    Mikkel

    Carriera e biografia

    Paolo e Vittorio Taviani sono due registi italiani molto famosi, nati entrambi a San Miniato. Paolo Taviani é il marito della costumista Lina Nerli Taviani.
    Furono tra gli animatori del Cineclub di Pisa.
    Trasferitisi a Roma alla metà degli anni '50, iniziarono a lavorare nel cinema e diressero alcuni documentari tra cui San Miniato luglio 44' con il contributo alla sceneggiatura di Cesare Zavattini.

    Premi e riconoscimenti:
    1977: Palma d'oro per Padre padrone.
    1983: David di Donatello per il miglior film per La notte di San Lorenzo.
    1986: Leone d'Oro alla carriera.
    2007: Efebo d'oro per La Masseria delle Allodole.
    2008: Laurea Honoris Causa in "Cinema, teatro, e produzione multimediale" conferita dalla facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Pisa.
    2009: Premio Monsignor Torello Pierazzi-Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato.
    2011: Premio Federico Fellini 8 1/2 per l'eccellenza artistica al Bif&st di Bari.
    2012: Orso d'Oro per il film Cesare deve morire.
    2012: David di Donatello per il miglior regista e David di Donatello per il miglior film per Cesare deve morire.

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