domenica 8 dicembre 2013

Il mio primo quotidiano ...


Ebbene sì: ci avviciniamo alla lettura dei quotidiani e alla scrittura degli articoli con una risorsa multimediale 






IL MIO PRIMO QUOTIDIANO: è un sito utilissimo, in cui tutti gli articoli che generalmente si trovano sui quotidiani nazionali sono riscritti in maniera semplificata e adatti ai ragazzi (ma sono convinto che anche gli adulti troverebbero notizie e approfondimenti interessanti). 

Dal punto di vista didattico utilissima è la possibilità per gli stessi ragazzi di scrivere articoli ed inviarli attraverso la sezione del sito "CONTATTACI"


Per ora "scrivi la tua notizia" nei commenti e pubblicala con il tuo nome, la scuola e la classe! 
Naturalmente l'invito  è rivolto sia ai miei alunni di oggi che ai miei ex alunni

Sarà bello scambiarci notizie e curiosità  :-)


22 commenti:

  1. luca.s2itl1
    bella l'idea di lavorare con il blog

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  2. Anna Chiara s2itl1
    La mia prima sfida
    Era nel 2010 quando per la prima volta iniziai i minitornei di tennis per i più piccoli del Chateau Saint-Anne. Le sfide si facevano nel campo da tennis scoperto, visto che era il mese di maggio. Ero molto stressata perché ero la più piccola: i più grandi avevano 11 anni e i più piccoli avevano la mia stessa età (cioé 9 anni) solo che io sono nata l'ultimo dell' anno. Faceva bel tempo e, dopo una lunga settimana, ero arrivata alla finale. Dovevo sfidare una certa Caroline di 10 anni e mezzo. Aveva i capelli castani e gli occhi verdi. Dopo esserci strette la mano iniziammo la partita. Il primo set lo vinse lei, il secondo, invece, lo vinsi io. Stavamo ad una decina di minuti dall'inizio del terzo set ed eravamo a parità. Non riuscivamo a fare punto. Fino a quando, per mia grande fortuna, Caroline non riusci' a recuperare la pallina, ribalzo' 2 volte: il punto era mio! Mi mancava ancora un punto e vincevo la partita quando lanciai male la pallina e stava per andare fuori campo. Ormai sconfitta pensavo già di non arrivare prima, ma mi sbagliavo: Caroline riprese all' ultimo momento la pallina, percio' non mi fu segnalato errore . Determinata a vincere lanciai un colpo fortissimo che Caroline riprese male e la mando' fuori. Ma io, più furba di lei, non ripresi la pallina e vinsi il primo premio!!!!

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    1. Brava ! ... e furba !! ... non male poer una nata l'ultimo giorno dell'anno :-)

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  3. UNA PARTITA DI PALLANUOTO

    Quando ho un torneo di pallanuoto con i miei amici mi sento molto emozionato.
    Sono emozionato perché vedo nei palchi tanta gente che mi guarda con uno sguardo motivante. In un torneo io e la mia squadra puntiamo sempre al primo o al secondo posto. É molto emozionante quando l´arbitro dà il via alla partita perché la gente che sta nei palchi incomincia ad applaudire ed a gridare e questo mi fa motivare, mi viene il sorriso e mi dà energia per nuotare e giocare bene.
    Adoro la pallanuoto per questi motivi e perché mi rende felice!
    Luca S2 it

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  4. Una sfida ... Impossibile!

    L' ultima volta che ho affrontato una sfida "impossibile" è stato al mio compleanno di 12 anni il 30/11/13. Mi ricordo che quel giorno avevo dato il meglio di me e la partita era finita con un punteggio di 3 a 3.

    Mi ricordo ancora che fin dal primo momento ci avevano dato del filo da torcere, erano passati da un punteggio di 0 a 0 a 2 a 0.
    Anche se ero stanco pensavo dentro di me che quello era l'unico modo per fare progressi e che quindi dovevo continuare a dare il meglio di me e alla fine gli sforzi hanno pagato e la partita si è conclusa con il punteggio di 3 a 3.
    Non dimenticherò mai quel bellissimo giorno. Quel pareggio aveva per me più valore di tante vittorie in campo!
    Andreas

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  5. Giovanni S2L1

    Una situazione di sfida

    Di situazioni di sfida ne ho avute tante; potrei raccontare un torneo di pallanuoto, come i miei amici, ma io racconterò un'altra cosa.
    Era il 13 luglio, io ero in montagna in Trentino con Marco e degli amici;
    quel giorno decidemmo di fare una biciclettata di 44 km, saremmo partiti in Italia e arrivati in Austria (con una sosta alla fabbrica della Loacker).
    Quella biciclettata fu una sfida per vari motivi: alcuni tratti di strada erano ricoperti di sabbia o ghiaia (a volte tutti e due); la strada era lunghissima; e la sella era così scomoda, ma così scomoda, che penso di avere ancora quei due lividi sul fondoschiena.
    C'erano anche molti lati positivi: quei 44 km erano quasi tutti in discesa, il panorama era bellissimo, la pausa pranzo era ottima, così come la visita alla Loacker, e per finire io e Marco continuavamo a sfidarci in minigare lungo il percorso, per approfittare un po' delle strade ampie.
    In conclusione quella biciclettata è stata una bella sfida, molto divertente, ma soprattutto molto stancante (infatti al ritorno per non farci 44 km in salita, abbiamo preso un treno).

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  6. S2L1 Edoardo

    LA MIA PASSIONE E’ IL CALCIO

    Ho iniziato ad interessarmi al calcio quando avevo 6 anni. Guardavo le partite insieme a mio padre. All’ inizio non ero bravo a giocare, non riuscivo a toccare palla. Ma con il tempo ho imparato a giocare bene osservando gli altri. Mi esercitavo durante la ricreazione con i miei amici, soprattutto con Valerio e Lorenzo perché condividevamo la stessa passione.
    Poi ho cambiato scuola, ho incontrato nuovi amici con i quali gioco a calcio tutti I giorni in cortile. Inoltre da un anno, frequento un corso di calcio che mi ha aiutato a perfezionare la tecnica.
    Ultimamente sono stato invitato ad un torneo organizato dalla mia vecchia classe: che emozione rivedere I miei vecchi amici e sfidarli nel nostro sport preferito! Mi sentivo un po’ nervoso all’ idea di affrontare Valerio,Lorenzo e gli altri dopo tanto tempo! Non sapevo, infatti, quanto forti erano diventati e questo mi preoccupava un po’. Per tutta la settimana prima del torneo, ho dato il meglio di me stesso agli allenamenti.
    Il giorno della sfida tanto attesa non ero al top della forma fisica, a causa di una caduta per le scale ed ho giocato mediamente bene. Avrei potuto fare meglio ma ero contentissimo di trovarmi lí insieme a loro! Alla fine, quello che veramente conta è l’amicizia !



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  7. S2L1ITA.

    MIKKE

    La grinta dello spirito competitivo

    Mi ricorderò sempre di quella partita, una partita semplicemente indimenticabile.

    Era una delle solite mattine fredde di Bruxelles... ed ero con la mia squadra di calcio, tra cui i miei compagni di classe: Luca e Orian. Era gennaio 2011. Il tempo era ideale per una buona partita di calcio 11 contro 11 ma dopo 5 minuti di gioco stavamo già sotto di un goal per loro.

    Subito dopo il goal cerchiamo di recuperare con grinta e sudore, un difensore avversario sbaglia il passagio destinato al portiere fuori dai pali e la palla arriva tra i miei piedi, prendo la rincorsa e senza pensarci 2 volte, tiro.
    Mio zio mi dice sempre che dagli errori si impara. Infatti la palla rimbalza sulla traversa ed esce fuori, a questo sbaglio però non mi deprimo troppo. Ora avevo la voglia di fare goal e l'ansia cresceva.

    Restavano 5 minuti, 5 maledetti minuti per segnare 2 goal e vincere. Io Luca e Orian giochiamo bene insieme e con la grinta e la voglia si può fare di tutto. Ognuno di noi segna un goal e la partita finisce 3-1 per noi. Esultiamo di gioia con tutta la nostra squadra!

    Il gioco é fatto per divertirsi non per litigare, si può vincere ma si perde anche e non per questo si è giustificati nel litigare! Insieme in una squadra si cresce e non dovrebbe mai accadere di insultarci come purtroppo sta accadendo negli stadi con i cori razzisti, una vergogna che condanno e che spero nel "nostro" bel gioco del calcio tra ragazzi non avvenga mai.

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  8. Stella

    Una partita a Monopoly

    Mi ricordo di un pomeriggio invernale di una domenica, passata con la mia famiglia a giocare a monopoly. A giocare eravamo in 3: mio padre, mia zia ed io.
    Quando giochiamo a Monopoly io faccio di tutto per vincere e, se questo non mi riesce, ci resto anche male!
    Dopo poco mia zia ha perso, andando in bancarotta, ma il gioco è continuato. Rimanevamo solo mio padre ed io, ma si capiva chi avrebbe vinto: lui, pieno di terreni e soldi, giocava sicuro di sé con un sorriso stampato in faccia che a me dava molto fastidio; io, con pochi soldi e terreni, non vedevo come sarei riuscita a vincere questa volta. La mia unica speranza era un terreno che valeva molto: sopra avevo "costruito" un albergo e, se per caso mio padre ci fosse capitato sopra, anche con tutti i suoi soldi, non avrebbe potuto pagarmi l'intera somma e, quindi, sarebbe andato in bancarotta e io avrei vinto. Io mi attaccai a questa speranza ma avevo poche possibilità...
    Mio padre ha tirato il dado e, con mia grande fortuna, é capitato sul mio terreno e, non potendo pagarmi i soldi che mi doveva, io ho vinto. Sul viso di mio padre si é cancellato quel sorriso che a me dava tanto fastidio, e lo stesso sorriso é apparso sulla mia faccia. Mi sentivo felice di aver raggiunto il mio obiettivo.
    Per il resto della giornata ho ricordato a mio padre della sua sconfitta e della mia bravura (anche se la mia era stata più che altro fortuna)!

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  9. Matteo
    LA SFIDA
    Quando sfido qualcuno faccio di tutto per vincere ma se perdo non importa. I sentimenti che provo sono la rabbia, la grinta, e mi sento molto competitivo. Per esempio quando c’è stata la festa di Andres abbiamo fatto una partita di calcio, abbiamo formato due squadre poi abbiamo inziato a giocare : è stata una partita molto combattuta, la mia squadra ha avuto molte occasioni, in certe abbiamo fatto gol e in certe no. Alla fine la mia squadra ha perso ma alla fine ci siamo comunque divertiti.

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  10. Stella


    La violenza nello sport

    A me non é mai capitato di assistere dal vivo ad una partita nella quale la tensione presente nel campo di gara si é trasferita nel pubblico, diventando violenza, ma l’ho potuto vedere alla televisione numerose volte.

    Nello sport di oggi la violenza possiamo vederla tra i tifosi, che lanciano in campo fumogeni, petardi o altri oggetti pericolosi. Questi atteggiamenti violenti si verificano in tutti gli sport, specie nelle partite importanti e tra squadre molto forti e conosciute.

    A provocare violenza, pero', non sono solo i tifosi, ma anche i giocatori stessi, quando decidono di non accettare le decisioni dell’arbitro e allora succedono risse in campo.

    Non tutti capiscono che non si può solo vincere, ma ogni tanto bisogna anche perdere e accettare la sconfitta per dare il meglio nel prossimo futuro.

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  11. Vincenzo

    Una partita “troppo agitata”
    La violenza nello sport è particolarmente presente negli sport più popolari (calcio, basket, hokey, etc). Ho visto molte volte in televisione brutti episodi di violenza ma non mi è mai capitato di trovarmi coinvolto.

    Mio padre mi ha raccontato che una volta, quando giocava a calcio, il pubblico (anche i genitori della squadra avversaria) non ha fatto altro che insularli per tutta la partita. Poi, la squadra dove giocava mio padre ha vinto e tutti erano furiosi contro di loro. Mio padre e la sua squadra sono rimasti nello spogliatio per più di due ore perchè avevano paura di uscire. Infatti, fuori c’erano delle persone che erano molto agitate. Gli organizzatori chiamarono i Carabinieri e cosi mio padre e i suoi amici potettero andare sul bus e tornare a casa.
    Dal racconto di mio padre ho capito che quella non doveva essere stata una situazione facile e spero di non trovarmi mai anch’io coinvolto in episodi simili.

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  12. Carlotta

    Una sfida ... Insolita!

    Due minuti prima del suono della campanella ci siamo messe a correre per arrivare in classe in tempo... io e Clara eravamo piene di energia. Eravamo appena entrate nell'edificio quando capii improvvisamente che la nostra non era una semplice corsa ma una sfida tra noi due: avrebbe vinto chi di noi due fosse arrivata per prima!

    Salite le scale abbiamo ripreso a correre, con gli zaini che andavano a destra ed a sinistra e con l'ammasso di gente che ci impediva il passaggio.
    Erano rimasti gli ultimi 10 metri prima della porta della nostra aula ed eravamo cariche, pronte a scoprire chi avrebbe vinto.

    Abbiamo incominciato a spingerci per rendere la gara più realistica ma questo non ha favorito nessuna delle due perché siamo arrivate esattamente nello stesso istante.

    Ci siamo scambiate un bellissimo sorriso, io ero particolarmente contenta anche se non avevo vinto ... oggi sono pronta per una gara di spareggio e ... penso proprio che questa volta vincerò io! Scommettiamo? ;-)

    Carlotta

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  13. La tigre

    Quando sfido un mio coetaneo in un’ attività sportiva cerco di tirare fuori tutta la grinta che c’é in me. Secondo me la grinta è come una tigre che deve essere domata. Questo animale dorme dentro di noi e non vede l’ora di essere svegliato.

    Io preferisco sfidare una persona che non mi sta troppo simpatica piuttosto che un’amica.

    Quando gioco con un’amica la mia tigre resta buona buona, ma quando ho voglia di giocare davvero la mia tigre diventa feroce e potente.

    Virginia

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  14. Le mie emozioni sportive

    Nel gioco sportivo ho scoperto due aspetti del mio carattere che diversamente non conoscevo: il primo è se gioco con un mio amico, il secondo è se sfido una persona a me non simpatica.
    Nel primo caso sono contenta di giocare con questa persona, sono felice anche se perdo, anche se non ho la soddisfazione del gioco vinto. Nel caso contrario, invece, sento la contentezza di essere riuscita a fare qualcosa dopo degli sforzi.
    Nel secondo caso sento molta energia, molta adrenalina, la voglia di vincere, il coraggio e la sicurezza che c'è dentro di me. Se non riesco a vincere sento un po' di tristezza ma passa subito: è solo un gioco. A volte, però, sono troppo sicura di me stessa e sconcentrandomi, perdo!
    Comunque, alla fine, sono sempre felice di aver giocato e di essermi divertita durante la partita.
    Aria

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  15. lo sport secondo me

    Per me lo sport é un divertimento, una passione, un passatempo ma sopratutto una sfida con se stessi. Io pratico uno sport, il tennis, molto diffuso e quando ci gioco provo emozioni sia belle che brutte: piacere, divertimento ma certe volte anche l'amaro gusto della sconfitta.
    Quando pratico uno sport qualunque, ci metto tutta me stessa e, anche se vinco o perdo, non importa perché dentro di me so di avercela messa tutta, ma sopratutto di essermi divertita e di aver giocato bene.
    Lo sport può essere singolo, o in squadra come il calcio il basket e tanti altri. Quando si gioca in squadra, bisogna che tutti possano partecipare e collaborare, per poter dire alla fine "non solo io ma tutti noi abbiamo vinto, giocando come una vera squadra di professionisti".

    ROLF

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  16. GIOVANNI
    Il diritto di non essere campioni

    In tutti gli sport si gioca, si vince e si perde.
    Tutti hanno il diritto di non essere campioni, ma ancora di più, tutti hanno il diritto di non essere campioni, per vari motivi:
    -Nelle competizioni (di solito) non ci sono direttamente soldi in palio, quindi, se perdi non finirai in miseria
    -Perdere una competizione non ti impedirà di praticare quella disciplina, quindi potrai continuare ad allenarti, riprovare e magari vincere
    -Non c’è alcun motivo di odiare il vincitore, perchè tutti gli sport e tutte le discipline sono state create solo per il divertimento
    In conclusione gli sport sono solo una palestra di vita, dove si migliora se stessi e le competizioni sono solo un modo per sapere chi è il migliore, quindi non bisogna odiare i vincitori, perchè in realtà si è solo in competizione con se stessi. Questa è la mia opinione!
    Giovanni

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  17. Una mia esperienza sportiva
    Una domenica mattina mi sono svegliata presto e mi sono preparata in tutta fretta: quel giorno avrei partecipato ad un torneo di pallavolo.
    Partii di casa verso le 9:30 e andai da una mia amica per andare al troneo insieme a lei: saremmo state in squadra insieme. Arrivate al Centro Sportivo entrammo negli spogliatoi per cambiarci e metterci la maglietta del nostro club. Arrivammo in campo appena in tempo per incominciare una partita con quelli più grandi. Per me era il primo anno che praticavo pallavolo, anzi, per precisione il mio terzo mese, quindi non ero molto esperta... Avevamo da giocare tre partite con quelli del livello più alto. Le squadre erano formate da due persone.
    La prima partita era contro due ragazzi, che avevano sicuramente più esperienza di me. Perdemmo ma con un buon punteggio. Era la mia prima partita in assoluto e certamente ero spaventata dalla mia poca esperienza in campo.
    La seconda partita la vincemmo. La squadra avversaria era composta da due ragazzine più grandi di noi (forse di uno o due anni in più).
    La terza partita la giocammo con altre due ragazze grandi (di almeno 15 o 16 anni, io e la mia amica avevamo appena compiuto 11 anni...). Io avevo molta paura di perdere perchè le nostre avversarie erano troppo grandi ... All’inizio esitammo un po’ e perdemmo qualche punto ma dopo cominciammo a rimontare fino a perdere con soli due punti di differenza.
    A quel torneo io mi sono divertita molto anche se abbiamo perso due partite su tre.


    Il diritto di non essere campioni- le mie riflessioni
    Gli sport sono stati inventati principalmente per il divertimento e non per la tristezza o la rabbia della perdita.
    Ognuno ha il diritto di perdere anche perché in una partita solo una persona o una squadra vince, quindi l’altra perde sicuramente.
    Lo sport nel corso degli anni si è evoluto e si è concentrato molto sulle scommesse e sui soldi, quindi adesso si pensa molto di più alle vincite e alle perdite.
    Lo sport, secondo me, deve essere un divertimento, una passione per tutti che ti faccia vedere le tue abilità, ma soprattutto per farti divertire insieme a persone a cui vuoi bene (o meno).
    Molte persone pensano di dover vincere a tutti costi e quindi appena vincono incominciano a prendere in giro la squadra o la persona avversaria, invece, appena perdono, non accettano la sconfitta. Questo atteggiamento è contrario ad ogni logica e certamente va criticato e, quando possibile, contrastato.
    Arianna

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  18. Vincenzo

    Il diritto di non essere campioni

    Lo sport deve esser considerato come un momento di socializazione, di divertimento e salute; anche se non è necessario vincere per forza, una componente essenziale dello sport è la competizione che deve essere vissuta come stimolo individuale a dare il meglio di se stessi e di migliorarsi nelle proprie performance senza prendere in giro e insultare l’avversario.

    Ogni persona dovrebbe avere le stesse possibiità nel fare dello sport. Purtroppo ci sono alcuni sport che sono costosissimi e non sono alla portata di tutti. Anche in relazione all’età, ogni persona dovrebbe avere la possibilità di poter scegliere lo sport più conveniente e divertente.

    I veri appassionati di sport sono quelli che rispettano l’avversario e che si divertono tutti insieme senza sentimenti di rabbia o odio e soprattutto senza cattiveria e violenza.

    Purtroppo, questo non sempre avviene e l’eccessivo sentimento di competizione fa perdere la lucidità e atteggiamenti aggressivi e violenti prendono il sopravvento.

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  19. "Lettera ad un campione" :
    Cara Carla Fracci,
    Le scrivo per dirle che uno dei miei sport preferiti é la danza classica.Per me lo sport, pur essendo faticoso e richiedendo molti sacrifici, é un gran divertimento! Che bella senzazione salire sulle punte e sembrare che quasi quasi si voli! Io credo che la danza renda una persona meno timida e più sicura di se!!!
    Ho visto molti filmati su di lei e spero poterla vedere dal vivo! Cordiali Saluti.

    Il mio nickname é Vanellopé
    Grazie!

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  20. Caro Christian,
    sono Marco, un ragazzino di dodici anni, vivo a Bruxelles e da due anni e mezzo gioco come te a pallanuoto in una squadra che si chiama Calypso.
    La cosa bella è che in questa squadra ci giocano sette miei compagni di classe. Prima giocavo a pallone ma l'ho abbandonato perchè mi facevano giocare poco e quindi non mi divertivo tanto.

    Poi due anni fa degli amici mi hanno chiesto di far parte di una squadra di pallanuoto.
    Ho accettato con entusiasmo ma al primo allenamento ho trovato l' allenatore tremendo e l' allenamento faticosissimo. La volta successiva l'allenatore era cambiato e così mi sono innamorato della pallanuoto.
    Da allora è passato tanto tempo, tanti allenamenti, tanta fatica ma soprattutto tanto divertimento.
    Grazie al mio allenatore e ai miei compagni ho imparato molte cose; prima di tutto lo spirito di squadra, cioè rispettare le decisioni anche quando ti fanno restare male, il rispetto degli avversari, dell'arbitro e delle regole da lui applicate, la felicità di festeggiare con i compagni di squadra per un goal o una vittoria, l'affiatamento con i compagni e gli scherzi e le battute nello spogliatoio.
    Ho imparato molto anche per quel che riguarda la parte tecnica, ma so che ho ancora molto da imparare per diventare un grande campione come te e i tuoi compagni di Nazionale o di squadra.
    Per ora mi accontento di divertirmi con gli amici, perchè lo sport non è solo competizione ma soprattutto divertimento con i compagni.

    Con ammirazione
    Marco



    A CRHISTIAN TEMPESTI (Portiere della nazionale di pallanuoto)

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