mercoledì 3 aprile 2013

Il monachesimo cenobitico


Il monachesimo cristiano nasce in Egitto nel III e IV secolo, quando un numero sempre maggiore di fedeli si dedica a un’esistenza solitaria, ritirandosi a vivere in zone isolate o desertiche, praticando una completa castità e una severa penitenza. Più tardi, in Occidente, compaiono gli eremiti che vivono ritirati nel cuore delle foreste. A poco a poco, questi uomini si associano a condividere la solitudine e celebrare insieme la gloria divina. Nascono così i monasteri, che a partire dal VI e dal VII secolo diverranno, dall’Irlanda all’Italia meridionale, oltre che centri di cultura e di religiosità, centri di promozione dello sviluppo economico.
Due persone che influenzarono questo movimento monastico furono Colombano e Benedetto. Colombano proviene dall’Irlanda e percorrendo la Francia da Nord, poi la Svizzera e l’Italia settentrionale fonda numerosi monasteri, i più famosi dei quali sono quelli di Luxeuil in Francia e di Bobbio (Piacenza), nel quale morì.
Benedetto è nato a Norcia intorno al 480, lascia giovanissimo la città per ritirarsi a vita solitaria in una grotta presso Subiaco. A poco a poco si uniscono a lui discepoli che egli conduce in un luogo difficilmente accessibile, dove fonda una comunità: il convento di Montecassino. Per questa comunità Benedetto compone la Regola che disciplinerà la vita quotidiana, la pratica religiosa e il lavoro intellettuale dei monaci. Il fondamento della vita monastica è il silenzio, importante come la povertà e la castità. La Regola, severa e dolce al tempo stesso, garantirà lo straordinario sviluppo del movimento benedettino in Occidente.
I monaci cercano luoghi isolati. La prima legge che regola il monachesimo è la solitudine, la seconda è la privazione, ma la funzione civilizzatrice dei monasteri colombaniani o benedettini va oltre la funzione religiosa. Essi, infatti, assicureranno la sopravvivenza della cultura antica. Questi monasteri sono i soli centri di cultura che sopravvivono in un Europa sconvolta dalla guerra e dall’anarchia. Vi si creano veri laboratori dove scrittori, pittori, scultori e musicisti preparano ciò che fiorirà pienamente nell’epoca delle cattedrali. L’influenza è anche economica, poiché i monaci contribuiscono ad un migliore impiego delle terre coltivabili e a un rinnovamento dell’attrezzatura nel mondo rurale, che darà inizio ai grandi dissodamenti.
GIUSEPPE 1AF
 
Abbazia di S. LIBERATORE A MAJELLA
(lo scritto è da cartellonistica Regione Abruzzo - Settore Turismo)
La chiesa benedettina, posta in posizione isolata ai piedi della Majella ed immersa in un suggestivo scenario naturale, rappresenta il più antico esempio di organismo medievale d'Abruzzo.
 
 


Il primitivo impianto, esistente con il monastero già nell'anno 856, era una dipendenza dell'abbazia di Montecassino e fu distrutto dal terremoto del 990
Il tempio fu riedificato, agli inizi dell'XI secolo, dal monaco Teobaldo, che rinnovò sia la zona absidale sia la parte inferiore della facciata.
 
L'attuale schema basilicale triabsidato, frutto di ulteriori trasformazioni intervenute nel corso dei secoli, è a tre navate, suddivise da pilastri e coperte da capriate lignee, in sostituzione dell'originario soffitto cassettonato. All'interno della chiesa si ammirano parte del pregevole pavimento a mosaico del '200 e alcuni brani di affreschi risalenti al XIII secolo. Esternamente, tangente allo spigolo destro, si erge il maestoso campanile quadrato, databile al primo trentennio del XII secolo.

 



 
 
 
 


5 commenti:


  1. …a partire dal IV secolo si sviluppa in occidente un monachesimo maschile caratterizzato da grandi personalità, uomini che saranno, nella loro vita personale, volta a volta eremiti, poi fondatori di cenobi, prima di diventare vescovi e fondatori di monasteri clericali.

    Le comunità che essi fondano, d’altro canto, coniugano armoniosamente solitudine, vita comunitaria e attività missionaria.

    A seconda delle tappe della loro conversione personale, essi passano dalla solitudine alla vita comunitaria; e quest’ultima, a seconda delle necessità, viene vissuta in una grande solitudine o nell’attività missionaria.

    Benedetto conosce gli eremiti, ma scrive una regola per cenobiti. La vita eremitica per la quale nutre stima è quella di chi fa l’eremita dopo essersi formato a lungo in seno alla vita comunitaria. Questo tipo di monachesimo, chiaramente cenobitico, comincia a diffondersi in Italia.

    Ma i barbari dilagano nell’Impero con un’ondata di nuove invasioni. Il monastero di Montecassino viene distrutto nel 573, e nulla rimane dei monasteri fondati personalmente da Benedetto, a parte la sua Regola, che viene utilizzata da alcune piccole comunità disperse.

    Di essa viene a conoscenza molto più tardi papa Gregorio I (590-604).
    La rifondazione del monachesimo benedettino che fa Gregorio Magno conferisce da quel momento al monachesimo occidentale un orientamento chiaramente cenobitico, con l’aggiunta di un accento missionario.

    Il cenobitismo diventa sempre più organizzato, mentre l’eremitismo, che comunque continua a sussistere, non lo è molto.

    Sulle rovine dell’Impero carolingio, si sviluppa il prestigio del papato. Le comunità cenobitiche vengono assoggettate ai signori feudali e aspirano a liberarsi da questo rapporto di dipendenza.

    È quello che fa Cluny, mettendosi sotto l’autorità diretta del Pontefice romano e acquisendo così la propria libertas nei confronti di ogni signore feudale, laico o ecclesiastico.

    Infatti, proprio nel momento in cui prosperavano le grandi abbazie dove si cantavano le lodi di Dio con una liturgia elaborata e complessa, e queste stesse abbazie, fondate alle porte delle città, erano divenute centri di formazione intellettuale e di servizio ai poveri, un’altra aspirazione stava nascendo nel popolo di Dio: è l’epoca della riforma gregoriana, che prende nome da papa Gregorio VII (1073-1085), anche se comincia prima del suo pontificato e continua dopo la sua morte.

    Nella prima metà dell’XI secolo, alcuni riformatori, fanno della penitenza e della povertà vissute in solitudine la motivazione del loro agire e il cuore della loro riforma.

    Nascono numerose fondazioni di carattere eremitico. Si constata allora lo stesso fenomeno presente in tutte le altre ondate di eremitismo: se, tra coloro che andavano nel deserto invece di entrare nelle comunità cenobitiche, o anche che lasciavano le comunità cenobitiche per andare nel deserto, vi era un certo numero di autentici eremiti, vi era però anche un numero ancor più grande di persone che vi si recavano semplicemente per non aver trovato nelle comunità cenobitiche esistenti la dimensione di solitudine che cercavano.

    Non era raro allora che, dopo un periodo di solitudine, alcuni di questi eremiti divenissero i fondatori di nuove comunità cenobitiche che incarnavano meglio – quanto meno a loro avviso – l’equilibrio tra solitudine e comunione.

    Tra i frutti di questa crisi del cenobitismo e di questa nuova ondata di eremitismo, si possono annoverare, sul versante eremitico, la fondazione di Camaldoli e della Chartreuse, che rimarranno in vita fino ai nostri giorni, e, sul versante cenobitico, Cîteaux.

    Mezzo secolo dopo ha inizio un lungo periodo della storia della chiesa, al quale è stato dato il nome di “Cristianità”, a grandi linee dal 1140 al 1648. È un periodo difficile da valutare, durante il quale la chiesa ha svolto un ruolo importante nell’edificazione della civiltà occidentale.

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  2. SI SEGNALA

    l'abbazia di S. Clemente a Casauria (IX sec.), con il celeberrimo portico dell'abate Leonate, a Castiglione a Casauria;

    l'abbazia cistercense di S. Maria di Arabona (XII sec.) a Manoppello Scalo;

    l' abbazia di S. Bartolomeo (X sec.) a Carpineto della Nora;

    l'abbazia di S. Maria del Lago (X-XII sec.), che custodisce il pregevole ambone realizzato nel 1156 dal celebre Nicodemo, a Moscufo],

    in alcune zone interne del teramano l'abbazia di S. Maria di Propezzano (VIII-IX-XIII-XIV sec.) a Morro D'Oro;l' abbazia di S. Clemente al Vomano (IX-XII sec.), con magnifico portale e stupendo ciborio del XII sec. eretto sull'altare dalla celebre bottega di Ruggiero e Roberto, a Notaresco,; l'abbazia di S. Maria di Ronzano (XII sec.) a Castel Castagna

    e costiere del chietino l'abbazia di S. Giovanni in Venere (XI-XII sec.) a Fossacesia]...

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  3. Matteo 1f

    Il monachesimo e l' Ordine cistercense Matteo 1F

    Il monachesimo indica un particolare fenomeno religioso per cui alcuni individui si allontanano dalla loro vita sociale per realizzare in modo più completo la propria esperienza di fede.

    In Europa il monachesimo cenobitico(in comunità, contrapposto ai monaci anacoreti che conducono una vita solitaria) si diffonde soprattutto ad opera di Benedetto da Norcia (529) ispiratore della regola "Ora et labora" ossia preghiera unita al lavoro dei campi.

    Durante il periodo di corruzione della Chiesa (simonia,nicolaismo) si afferma l' ordine di Cluny (910) che fa una riforma molto importante per ritornare a valori spirituali. Però i monaci cluniacensi non osservano pienamente la regola benedettina infatti non lavorano nei campi e le loro preghiere non sono semplici ma sontuose preghiere cantate in coro. Accumulano grandi ricchezze grazie anche a tante donazioni che usano per arricchire le loro chiese (in pieno stile romanico) e, poco a poco finiscono per condurre una vita lussuosa come quelle degli aristocratici.

    CISTERCENSI: l' Ordine cistercense fu fondato nel 1098 da San Roberto di Molesme , un monaco benedettino che voleva riportare l' antica Regola a valori più austeri e spirituali che nel frattempo a Cluny si erano indeboliti a causa di numerosi "fronzoli" nella Liturgia , negli arredi e nell' architettura delle chiese .

    Fondò così un nuovo monastero in una località pianeggiante vicino Digione,Citeaux, che in latino si chiamava Cistercium da cui appunto derivò il loro nome
    I Cistercensi si diffusero in tutta Europa grazie all' opera di San Bernardo di Chiaravalle che entrò nell' ordine nel 1112 e propose uno stile di vita molto semplice:
    rinuncia ad ogni ricchezza, vesti bianche per devozione alla Vergine e per distinguersi dai cluniacensi , preghiere, silenzio assoluto e lavoro manuale.

    A differenza dell' ordine di Cluny dove vigeva un sistema centralizzato, ossia tutte le abbazie dipendevano dall' abate di Cluny (ed erano sotto la protezione diretta del Papa), i Cistercensi crearono un sistema di abbazie autonome legate tra di loro da un vincolo di fratellanza (se una aveva bisogno di aiuto le altre andavano in soccorso) ed erano controllate da un' assemblea capitolare di tutti gli abati.

    I monaci cistercensi furono grandi bonificatori e colonizzatori di nuove terre : ararono, introdussero nuove colture, nuove tecniche ed erano molto preparati in campo idraulico, nella costruzione di dighe e canali e contribuirono notevolmente alla rinascita dell' economia agraria , infatti ogni abbazia aveva annessa un sistema di grange cioè di vere e proprie aziende agricole.

    Nelle abbazie non c'erano solo monaci ma anche i conversi, persone laiche che avevano scelto di vivere secondo uno spirito austero che grazie alla loro preparazione in vari campi del sapere contribuirono notevolmente alla diffusione dell'Ordine.

    Le ragioni del loro grande sviluppo sono dovute però anche al contesto storico di quel tempo segnato dalla decadenza religiosa durante il periodo della lotta per le investiture che portò a un desiderio profondo di valori più puri e autentici.

    Le loro chiese a differenza di quelle cluniacensi erano molto sobrie, non avevano pitture, sculture, pavimenti e vetrate colorate che potevano distrarre l'attenzione dei monaci.

    I monasteri si diffusero con così tanta rapidità che alla fine del XIII secolo ce n'erano più di 700. La diffusione dell'Ordine coincise con la nascita dello stile gotico tanto che fu attribuita ai cistercensi l'introduzione in Italia dell'architettuta gotica.

    Sono cistercensi l'Abbazia di Chiaravalle Milanese, edificata per volontà di San Bernardo (ancora oggi abitata da monaci cistercensi) e quella di Morimondo.
    L'Ordine fu soppresso durante la Rivoluzione Francese ma rinacque nel XIX secolo.
    Matteo 1F

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  4. Vasco 1f

    I MONACI BENEDETTINI
    I monaci benedettini pospongono al loro nome la sigla O.S.B.(ordine di san Benedetto)

    Le origini del monachesimo benedettino risalgono alla fondazione, attorno al 529, del cenobio di Montecassino a opera di san Benedetto da Norcia che con la sua regola seppe adattare l’ideale monastico primitivo alle necessità del suo tempo, senza imporre ai suoi monaci <>.

    San Benedetto da Norcia fondò il monastero di Montecassino nel 529 e qui scrisse la regola della vita dei monaci, destinata a diffondersi in tutta Europa e a diventare il fondamento di tutte le successive regole monastiche,cioè Ora et labora:prega e lavora la regola voleva significare che i monaci condividevano le varie occupazioni,scandite in momenti di preghiera e lavoro.

    I monaci diffondevano un nuovo ideale di vita fondato sul lavoro,intellettuale e manuale, sulla carità e sull’amore.

    La regola data da san Benedetto (Ora et labora ) per la sua comunità si diffuse rapidamente anche grazie al sostegno di papa Gregorio Magno.

    I monasteri benedettini iniziarono a riunirsi in congregazioni nel X secolo.

    Il monachesimo benedettino fu riportato, (nell’età di Carlo Magno da Benedetto di Aniane,vissuto nella seconda metà del IX secolo con il favore dello stesso Carlo Magno,) all’osservanza della Regola del fondatore di Montecassino, da cui,col tempo si era allontanato.

    I monaci benedettini si occuparono non solo delle questioni agricole ma anche del recupero dell’antica cultura,copiando manoscritti e opere classiche.

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  5. FEDERICO D.

    Le informazioni biografiche più antiche su Benedetto da Norcia derivano dal secondo libro dei Dialoghi di Gregorio Magno, scritto tra il 593 e il 594, cioè circa trent'anni dopo la morte del fondatore del monachesimo occidentale:vi si possono rintracciare alcune informazioni storiche certe (Gregorio aveva potuto attingere informazioni dagli abati Costantino e Simplicio di Montecassino, Onorato di Subiaco e Valentiniano, che avevano conosciuto personalmente Benedetto).

    Benedetto nacque a Norcia, tra il 480 e il 490, da una nobile famiglia patrizia; dopo una breve esperienza di studi a Roma, disgustato dal clima di decadenza morale, si ritirò sui monti della Sabina e poi in una grotta nella valle dell'Aniene, presso Subiaco, per condurre vita eremitica. Ricevette l'abito monastico da Romano.

    La fama di Benedetto si diffuse e venne chiamato a guidare la comunità di monaci di San Cosimato a Vicovaro, ma l'esperienza non fu proficua e il patriarca si ritirò nuovamente a Subiaco.

    Attorno alla sua figura si riunirono numerosi discepoli, che vennero raccolti in dodici monasteri tutti formati da dodici monaci: la comunità guidata da Benedetto eresse e si stabilì nel monastero di San Clemente a Subiaco.

    A causa di un prete invidioso, Fiorenzo, il fondatore e la sua comunità lasciarono Subiaco e si rifugiarono a Montecassino, dove era ancora vivo il culto pagano del dio Apollo: Benedetto e i suoi monaci si impegnarono nella conversione degli abitanti del luogo al cristianesimo ed eressero un oratorio dedicato a san Martino e poi un altro intitolato a san Giovanni Battista, posto sulla cima del monte.

    Benedetto rimase a Montecassino come capo della sua comunità di monaci fino alla morte: intrattenne rapporti con personalità di rilievo e venne consultato da vescovi.

    Benedetto morì a Montecassino un 21 marzo tra il 555 e il 560 e venne sepolto, secondo le sue volontà, nell'oratorio di San Giovanni Battista.

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