Cari ragazzi
vi propongo un articolo, adattato, da
Internazionale - 13 aprile 2012
Tim Judah
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I progressi della
Bosnia a vent’anni dalla guerra
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leggetelo... è molto interessante!
la vostra prof
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Dalla fine della guerra di Iugoslavia a oggi, la Bosnia ha vissuto un
complicato processo di ricostruzione politica e sociale che sta portando il
Paese a una relativa stabilità interna.
La maggior parte dei mezzi di informazione ha dipinto la Bosnia come un
Paese ancora oggi molto arretrato, che sta ancora soffrendo le conseguenze
del violento conflitto degli anni novanta. In realtà, negli ultimi anni
tutti i Paesi dell’ex Iugoslavia hanno mostrato importanti miglioramenti
economici e i conflitti sociali, seppure ancora presenti, non sono mai
sfociati nella violenza, perché tra i Paesi c’è tutto l’interesse a una
pacifica cooperazione economica.
Negli ultimi giorni i mezzi d’informazione di tutto il mondo hanno
ricordato il ventesimo anniversario dell’inizio dell’assedio di Sarajevo,
il 6 aprile 1992, con articoli e servizi più o meno sulla stessa falsariga.
Prima di tutto ci hanno ricordato quanto sia stata terribile la guerra,
sottolineando il coinvolgimento in prima persona dell’autore. Poi ci hanno
descritto la Bosnia-Erzegovina di oggi: un luogo triste e diviso, dove i
bambini delle diverse comunità vanno in scuole separate. Tutto qui. Certo,
l’assedio di Sarajevo e la guerra in Bosnia sono stati eventi spaventosi.
Tuttavia i resoconti di questi giorni – scritti da giornalisti che da tempo
si occupano d’altro – ignorano un fatto fondamentale: la Bosnia non è la
stessa di vent’anni fa. Secondo uno dei cliché più ricorrenti, prima della
guerra Sarajevo era una città vibrante e cosmopolita. È falso. Sarajevo era
un noioso centro della provincia jugoslava, dove serbi, croati e musulmani
convivevano pacificamente. Oggi Sarajevo e la Bosnia sono tornate al loro
monotono passato. In fondo è un bene.
Il ritorno della Iugosfera
Complessivamente il dopoguerra ha portato dei miglioramenti. Certo, il
paese è ancora povero e diviso, ma considerando il sangue versato tra il
1992 e il 1995, quello che è successo dopo ha quasi del miracoloso. La pace
di Dayton ha messo fine alla guerra e ha diviso il paese in due entità: la
Federazione croato-musulmana e la Republika Srpska. La situazione, insomma,
è complicata. Tuttavia, dal 1995 i contrasti tra le comunità sono rimasti
sul terreno della politica, senza mai sfociare in violenze.
La storia della
Bosnia del dopoguerra ha attraversato diverse fasi. Nei primi anni hanno
prevalso i vecchi leader e il vecchio ordine costituito. Il secondo periodo
è stato segnato da enormi passi avanti per rendere il paese autonomo e
funzionale, mentre negli ultimi sei anni si è tornati alla stagnazione.
[…]
Nell’ottobre 2010 i bosniaci sono andati alle urne, e c’è voluto più di
un anno per formare il governo nazionale. In questo senso la Bosnia, divisa
e iperfederalista, ha molto in comune con il Belgio. Anche le spinte
secessionistiche che animano la società bosniaca possono essere paragonate
ad altre simili in Europa. Un referendum sull’indipendenza della Scozia è
in programma per l’autunno del 2014, e la divisione del Regno Unito è più
plausibile di quella della Bosnia, dato che non implica il rischio di un
conflitto armato.
Un altro dato confortante è il nuovo contesto regionale.
L’adesione all’Unione europea rappresenta per i paesi dei Balcani un
obiettivo importante. Questa prospettiva indebolisce i diversi estremismi e
spinge i leader politici a lavorare per il bene dei loro paesi.[…]Intanto,
nonostante i problemi della regione, è riemerso il concetto di Iugosfera,
un’area di cooperazione commerciale, culturale e politica di cui Sarajevo è
il centro nevralgico.
È giusto ricordare le oltre diecimila vittime della
guerra, ma non è giusto fingere che il 2012 sia il 1992. In Bosnia il
bicchiere è mezzo pieno, non mezzo vuoto.
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Cari ragazzi, vi trasmetto i saluti e la simpatia di qualcuno che ha apprezzato molto i vostri interventi!
RispondiEliminacon affetto
la vostra prof
Gentile professoressa ……………,
vorrei fare sinceramente a lei e ai suoi alunni della III F i miei complimenti per il vostro neonato Blog di classe. Ottima iniziativa, che puo’ in effetti ospitare molti argomenti didattici, culturali, notizie sulla città, i compiti per il giorno dopo, appuntamenti di formazione...., andando incontro a una modalità comunicativa vicinissima ai ragazzi.
Interessante anche l’approccio del patto educativo docente-genitori-ragazzi, in particolare alle medie.
….
Mi contatti pure, se crede, per altri scambi di materiali: sarei anch’io interessata a ospitare qualche vostro lavoro del blog di classe sulla nostra rivista “Per la Storia Mail”.
Un saluto a tutta la classe.
Con simpatia,
Cristina Rolfini
Ricerca e Sviluppo
Direzione editoriale Scuola secondaria di secondo grado EsBm