martedì 11 dicembre 2012

2^D Monasteria per eTwinning - iMovie - Oratorio del Crocifisso

To present our city
Italian students are creating movies.
They made the first one!
You can see it clicking  on the link
 
 
 
Francesca  G, Francesca S., Eliana, Francesco B., Lorenza D., Alice S., Annalivia
 
 
 
 
 


2 commenti:


  1. Greco Martina, Consorti Elio, Sansiviero Lorenza, Tortella Sofia

    Cenni sul complesso monumentale di Santa Caterina d’Alessandria e dell’oratorio del crocifisso miracoloso.

    La Cappellina del Crocifisso miracoloso sarebbe stata costruita prima dell’anno Mille. Essa è formata da archi a volta in stile gotico ed era con molta probabilità separata dalla Chiesa. Successivamente la Cappellina venne allungata fino a formare un unico corpo con la Chiesa.

    All’interno dell’Oratorio vi è un coro in legno che fascia per intero la Cappellina; in detto sacro luogo è conservato l’antico affresco del 1400 di stile tardo gotico, dal cui costato sgorgò miracolosamente sangue vivo, raffigurante Cristo Crocifisso.

    Dopo il restauro del 1991 è possibile ammirare un altro dipinto, che raffigura anch’esso il Cristo Crocifisso e che si trovava sotto il primo affresco.

    Nel corso del 1327, sotto l’Arciprete Jacopo, venne edificato il Monastero delle Monache Benedettine Cistercensi di clausura con annessa Chiesa dedicata a Santa Caterina d’Alessandria Vergine e Martire. Non è da escludere che inizialmente la Chiesa potesse essere dedicata a Santa Maria ad Basilicam e successivamente a S. Chiara ed infine a S. Caterina d’Alessandria.

    Il portale in pietra è del XII sec. Ed è probabile che appartenesse originariamente alla Cappellina dell’Oratorio. La Chiesa è formata da un’unica navata affrescata e decorata in stile barocco-spagnolo del XVII sec.

    Sia il Monastero che la Chiesa erano circondati da vastissimo orto, e nei pressi dell’edificio sacro si apriva la “postierla”.

    All’interno della Chiesa erano conservate diverse tele del pittore Giovan Battista Spinelli di scuola napoletana del milleseicento; attualmente alcune si trovano presso il museo della Cattedrale di S. Tommaso; di rilevante pregio è la tela raffigurante Santa Caterina d’Alessandria in estasi, restaurata un decennio fa.

    Alla fine dell’ottocento primi del novecento il Monastero è stato occupato dalle suore di S. Anna, che vi sono rimaste fino alla fine degli anni settanta.
    Attualmente la Chiesa detta anche di S. Anna, ha pianta a navata unica con annessa sacrestia laterale; il pavimento è di cemento decorato; la zona del presbiterio balaustra è in marmo, come pure l’altare ed il tabernacolo; incassate nelle pareti laterali vi sono due nicchie con ciascuna un altare in pietra; la volta della Chiesa è affrescata da decorazioni barocche in oro e vari affreschi, purtroppo rovinati dal tempo e dall’incuria.



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  2. DALLA 2^ F

    Anche noi della 2^f siamo andati all’ Oratorio del Crocifisso Miracoloso definito "un pezzo da museo".

    In esso è contenuta una piccola ampolla con il sangue sgorgato miracolosamente dal Cristo dell'affresco.

    Gli studi fatti su questo sangue raggrumato si è capito che è di gruppo AB. Le anfore inizialmente erano due ma una è a Venezia mentre l’ altra è posta in quest’ oratorio.

    Molti anni fa ad Ortona quest’ edificio era la residenza di molte monache circensi, nate, vissute, morte e sepolte sotto il pavimento dell’ attuale chiesa. Il simbolo di queste suore è una ruota dentata sormontata dalla croce e dal serpente.

    IL MIRACOLO DEL CROCIFISSO ha interessato un affresco del 1400 che ritrae la figura di Gesù crocifisso con la testa inclinata e la ferita al costato ben visibile. Ai lati della croce si intravedono S. Maria e l’ apostolo Giovanni.

    Il segno miracoloso si trova tuttora nell’ Oratorio di Santa Caterina.La tradizione riferisce che il 30 luglio 1566 Ortona fu invasa dai Turchi che distrussero la città. Le monache benedettine pregavano ardentemente il Gesù crocifisso e già 48 giorni prima dell’ arrivo dei Turchi, nel costato di Gesù sgorgò del sangue vivo (col tempo raggrumato) poi raccolto nelle due ampolline di cui abbiamo parlato prima. Queste vennero inizialmente trasferite a Venezia (una è rimasta nell' oratorio di S.Simeone profeta). Nel 1570 gli ortonesi scrissero al doge di Venezia per riottenere le ampolline ma senza frutto. Il 29 giugno 1934 quando il popolo attendeva da 364 anni le ampolline, una venne riportata ad Ortona ed è ancora qui.
    L’ ampollina è costituita da un supporto in argento realizzato a Venezia in cui è incastonata la boccetta col sangue raggrumato.

    Ricerca e testo di Noemi,Federica,Giulia,Stefania e Annalessandra

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