Le lotte interne ai Comuni
favorirono l' esigenza di un governo forte.
Divenne facile per i Signori impadronirsi del Comune creando una forma
di governo personale.
I Signori poi puntarono ad
ottenere il riconoscimento del proprio potere e ad ampliare i propri domini e
si trasformarono in Principati ereditari, quindi le Signorie più potenti
inglobarono le più piccole e formarono gli Stati Regionali...
a Firenze ... un click qui
I danni causati dalle lotte tra i comuni provocarono gravi problemi alla popolazione: l'insicurezza era generale e i commerci diminuivano. C'era bisogno di un governo forte, al disopra delle classi sociali, che assicurasse maggiore tranquillità. Così i grandi Signori feudali si impadronirono del potere nel Comune, creando un governo personale. Questi Signori riuscirono a far ciò grazie all'appoggio della maggior parte della popolazione. Il Comune diventò così una Signoria. Col tempo le Signorie più potenti cominciarono a conquistare le Signorie più deboli. Le Signorie cominciarono così ad ingrandirsi, fino a diventare veri e propri Stati a base regionale.
RispondiEliminaMATTIA S. :-)
CHIARA
EliminaI Comuni avevano sottomesso i feudatari e raggiunto il potere economico.
Ma la loro ascesa fu bloccata dalle continue lotte interne tra classi sociali e partiti per il potere.
Da qui la necessità di un governo forte in grado di:
- esprimere interessi sopra ai partiti
- garantire benessere e tranquillità
- assicurare la difesa.
Nacque il governo retto da un Signore, la Signoria.
I Signori spesso erano capitani di ventura che pagati dai Comuni per la propria difesa, si erano poi impadroniti del potere con le armi.
Questi ultimi ottenuti il riconoscimento del loro potere, trasformarono le Signorie in Principati ereditari.
Essi erano in lotta con le Signorie più piccole, che finirono inglobate nei territori vicini.
Nacquero così gli Stati a base regionale.
La crisi dei comuni in Italia e la nascita delle Signorie
EliminaIn Italia non nacquero Stati nazionali perchè nel Centro-Nord non c' erano mai stati sovrani o nobili feudatari abbastanza potenti e con eserciti tanto forti da riuscire a unire tutto il territorio.
Nel Centro Italia c' era ormai da tempo lo Stato della Chiesa che impediva(ostacolava,rendeva impossibile) l' unificazione della penisola.
Infine nel Sud c'erano due regni,ma non furono mai abbastanza forti da estendere il proprio dominio al resto d'Italia.
Federica Trombetta 1D
la formazione delle signorie
Eliminain Italia nacquero degli stati a base regionale: il Ducato di Savoia , il Ducato di Milano , la Republica di Firenze , la republica di Venezia , il Regno di Napoli , lo Stato Pontificio , che cercarono un equilibrio tra loro. Nell' Italia settentrionale la signoria di Milano , sorta con i Della Torre ai quali subentrarono i Visconti , era comunque la più forte.
di Giorgia Barone
EMANUELE
EliminaLA FORMAZIONE DELLE SIGNORIE
C'è una conseguenza positiva e una negativa per il frazionamento territoriale della penisola:
–Gli Stati italiani godettero di un periodo di pace
che favorì uno sviluppo delle lettere, delle scienze e delle arti;
–Però gli Stati nazionalisti, ricchi e popolosi, formarono eserciti più forti e dotati di potenti armi. Così riuscirono a conquistare l' Italia.
Dopo un periodo di pace, (grazie alla politica dell'equilibrio) anche Genova e Venezia divennero potentissime per la ricchezza dei traffici marittimi.
Venezia dette vita a una politica di dominio nell'Italia Settentrionale.
I PRO E I CONTRO DEL FRAZIONAMENTO TERRITORIALE E DELLA POLITICA DELL'EQUILIBRIO
EliminaIl frazionamento territoriale della penisola italiana portò una conseguenza positiva e una negativa. Ci fu, infatti, un periodo di pace, nel quale ci fu uno sviluppo della letteratura, delle arti e delle scienze. Tuttavia, in questo modo gli Stati signorili italiani si indebolirono militarmente e politicamente, diventando bersagli facili degli altri Stati d'Europa.
Anche la politica dell'equilibrio portò dei pro e dei contro. Tale politica, infatti, impedì lo scoppio di guerre tra le Signorie italiane, mantenendo la pace, ma impedì anche la formazione in Italia di uno stato unitario.
MATTIA SCIOLETTI :-)
La formazione delle signorie
EliminaI pro della politica dell' equilibrio sono l'alleanza degli stati stessi che portò ad un periodo di relativa pace.
Il periodo di pace favorì uno straordinario sviluppo delle lettere,delle scienze e delle arti.
Ma gli stati regionali presto furono presi di mira dagli stati nazionali in Europa.
Questi poterono ampliare e rafforzare i propri eserciti e cosi poterono conquistare facilmente l'Italia.
EDUART 1^D
LORENZO R. prima d :-)
RispondiEliminaLorenzo di Piero de' Medici, detto Lorenzo il Magnifico, è stato scrittore, politico, mecenate italiano e signore di Firenze dal 1469 alla morte.
Nipote di Cosimo de' Medici, detto il Vecchio, e figlio di Piero di Cosimo de' Medici e di Lucrezia Tornabuoni, Lorenzo nacque il 1 gennaio 1449 a Firenze, nel Palazzo Medici Riccardi. Ricevette una profonda educazione umanistica ed un'accurata preparazione politica da maestri molto importanti. La sua naturale predisposizione all'apprendimento e la sua grande intelligenza fecero sì che nel 1466, a soli diciassette anni, Lorenzo entrasse a far parte della balia e del Consiglio dei Cento, predisponendosi così alla successione del padre che era di salute cagionevole.
Già Cosimo il Vecchio, alla morte nel 1463 di Giovanni, altro suo figlio e zio di Lorenzo, era afflitto dal problema della sua successione; infatti,vista la pericolante salute di Piero, soprannominato proprio per questo "il Gottoso" (da Gotta), Giovanni era stato designato successore dal padre, ma con la sua morte il problema si era nuovamente sollevato a Cosimo, il quale ripose le sue speranze nei suoi due nipoti, Lorenzo appunto e Giuliano, e anche prima di morire, il Vecchio raccomandò a Piero loro padre di non trascurare la loro educazione e di considerarli già come uomini, nonostante la loro giovane età.
Lorenzo non fu solo un uomo politico scaltro, ma anche un poeta e cultore d'arte. Era innamorato della cultura e della poesia e si compiaceva di sperimentarne ogni forma, per il sottile piacere intellettuale che probabilmente ne traeva. La sua estrema varietà di generi, modelli letterari, toni e stili rende molto difficile il compito di individuare una fisionomia unitaria nella personalità di Lorenzo. C'è anzi chi l'ha definito un "dilettante", sostanzialmente inferiore alle diverse materie via via assunte.
ALESSIA :-) 1d
EliminaLorenzo il Magnifico
Lorenzo de Medici conosciuto come Lorenzo il Magnifico nacque a Firenze il primo gennaio 1449 e morì a Firenze nel Palazzo dei Medici Riccardi il 9 aprile 1492 . Lui fu uno scrittore, politico e mercante italiano, signore di Firenze dal 1469 alla morte appartenente alla dinastia dei Medici .
Nipote di Cosimo il Vecchio e figlio di Piero di Cosimo de Medici e di Lucrezia Tornabuoni ( nata il 4 agosto 1470 e morta a novembre 1553 ) .
Lorenzo ricevette una profonda educazione umanistica ed un'accurata preparazione politica da maestri del calibrio di Cristoforo Landino e Gentile de' Becchi ( per la letteratura volgare) Giovanni Argiropulo ( per gli studi di omero) e Marsilio Ficinio ( per la filosofia le ) la sua naturale predisposizione all'apprendimento e la sua grande intelligenza fecero si che nel 1466, a soli diciassette anni, egli entrasse a far parte della balia e del Consiglio dei Cento .
Vista la pericolante salute di Piero, soprannominato " il Gottoso " Giovanni fu designato cm successore da suo padre, ma con la morte il problema si era sollevato di nuovo a Cosimo, il quale ripose le speranze nei suoi nipoti Lorenzo e Giuliano . Piero disse ai suoi figli di far tesoro di quanto apprendevano dai loro maestri e di considerarsi come uomini, nonostante la loro giovane età
Lorenzo il Magnifico
Eliminada GRETA 1f
Il 2 dicembre del 1469 Piero de Medici cessa di vivere. Gli succedono i figli Giuliano e Lorenzo e benchè quest'ultimo fosse appena sedicenne la cura della città passò direttamente nelle sue mani. Fino ad allora Lorenzo si era dedicato alla poesia,alla caccia e ai tornei;infatti pochi si aspettavano da lui una grande abilità nella politica. Ed invece egli mostra di avere un ben preciso programma politico; egli aveva 2 obiettivi: il 1° era quello di diminuire la potenza delle grandi famiglie fiorentine,il 2° era quello di modificare le istituzioni repubblicane in modo da togliere ad ogni suo avversario la via del potere. L'anno dopo Lorenzo si mise subito all'opera e ottenne quello che voleva. Così anche se con molte difficoltà Lorenzo divenne potentissimo e governò per molti anni.
GIORGIA B. prima d
RispondiEliminaLORENZO il Magnifico
L'aspetto più conosciuto di questo grande personaggio è certo la sua capacità di pensare in grande : è per questo che fu soprannominato il Magnifico.
La città doveva rispecchiare questo stato d'animo e Lorenzo la volle abbellire e rendere prestigiosa sia agli occhi dei fiorentini , sia agli occhi dei forestieri.
Negli anni della sua Signoria vennero costruiti in Firenze e nei dintorni più di 30 ville e palazzi. I più ammirati furono allora , e lo sono tuttora, palazzo Medici, palazzo Ruccellai , palazzo Pitti, palazzo Strozzi. Per costruire quest'ultimo venne demolito un intero quartiere popolare, con botteghe artigiane e abitazioni.
Il Magnifico era un uomo raffinato e spendeva molto per vivere e per accogliere degnamente gli ospiti. Quando ricevette la visita di Galeazzo Sforza , signore di Milano, non fece mancare al suo ospite delle meravigliose dimore ove abitare. Sebbene la signoria di Milano fosse molto ricca e abituata agli ori, alle architetture maestose e alla vita opulenta, Galeazzo Sforza rimase stupito e ammirato per la grandezza di Lorenzo, come ci è testimoniato da un resoconto di Isodoro del Lungo, storico di Firenze del tempo.
l'elemento che più colpì il milanese non fu la ricchezza in se, ma il fatto che tanto splendore era stato conquistato non grazie "alle armi di un condottiero o ai diplomi imperiali , ma all'intelligenza, fra una moltitudine di artisti, poeti e filosofi(...)". Tra questi il giovane Agnolo Ambrogni, detto il Poliziano (1454-1494), grande conoscitore della lingua greca e latina.Per le sue capacità letterarie venne accolto in casa de Medici, dove furono ospitati anche Pico della Mirandola (1463-1494), uomo dottissimo esperto di teologia, e Marsilio Ficino (1433-1499), studioso di filosofia e appasionato di Platone.
Alla corte di Lorenzo si discuteva di filosofia e di teologia, di problemi morali e di scienza, dell'arte e della bellezza.
MATTEO ORTO. prima d
EliminaDANTE ALIGHIERI
Dante Alighieri, uno dei massimi poeti e intellettuali medievali, visse a Firenze fino all’età di 37 anni ed esule da 37 A 56 anni.
infatti nel 1302 lui si spostò fino ad arrivare a Verona e Ravenna accolto dai Signori Da Polenta e dagli Scaligeri.
Ha celebrato nelle sue poesie il suo amore per Beatrice; ha composto la Divina Commedia nel quale immagina un viaggio che inizia dall'Inferno fino ad arrivare al Paradiso.
Ebbe un ruolo fondamentale anche nelle vicende politiche della sua epoca ,contrastò Bonifacio VIII , combattendo con i comuni dell'Italia centrale tra Siena,Firenze e Arezzo.Scelse di schierarsi nelle guerre con i
guelfi Bianchi contro i Cerchi , guelfi neri.
Durante un’ambasceria presso il pontefice, fu trattenuto
a Roma contro la sua volontà, mentre le truppe francesi insediavano a Firenze un nuovo governo, dominato dai Neri. Purtroppo i Bianchi furono sconfitti e condannati a morte.Cominciò così per Dante l'addio alla sua amata Firenze e nell'esilio compose La Divina Commedia.
MATTIA S.
EliminaDante Alighieri nacque nel 1265 e oggi è famoso in tutto il mondo per la Divina Commedia.
Dante apparteneva alla famiglia degli Alighieri, appartenenti ai guelfi bianchi. Egli si sposò a vent'anni con Gemma Donati. I Donati erano una delle più prestigiose famiglie fiorentine, ma divennero punto di riferimento dei guelfi neri. Con Gemma, Dante ebbe tre figli, e forse anche un quarto.
Dante Alighieri era ostile a papa Bonifacio VIII, il quale inviò a Firenze Carlo di Valois, che a sua volta, approfittando dell'assenza di Dante, inviò a Firenze un podestà. Così, nel 1302, Dante venne esiliato da Firenze e non rimise mai più piede nella sua città d'origine. Si rifugiò, quindi, prima in Lunigiana, come ospite dei marchesi Malaspina, e poi a Ravenna, presso la corte di Guido Novello da Polenta.
Dante cominciò a scrivere la Divina Commedia nel 1313 con l'Inferno. Durante i due anni successivi scrisse il Purgatorio, mentre il Paradiso venne iniziato nel 1316. Nella Divina Commedia, Dante esprime il suo grande amore per Beatrice, collocata dal poeta nel Paradiso.
Dante Alighieri morì a Ravenna il 14 settembre 1321.
Qui di seguito vi trascrivo la prima strofa della Divina Commedia.
"Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
chè la diritta via era smarrita"
Dal 1302 egli spostandosi di città in città fu ospite soprattutto dei Signori di Verona e di Ravenna. Ebbe una buona conoscenza delle vicende dell’Italia.
RispondiEliminaMa a cosa fu dovuto il suo esilio? Egli ebbe un ruolo importante nella politica fiorentina ma ben presto scoppiarono molte lotte anche nella sua città e Dante fu coinvolto. Egli scelse di andare con il partito dei guelfi Bianchi e si andò a scontrare con i guelfi Neri. Durante un’ambasceria a Roma fu trattenuto contro la sua volontà mentre i Neri dominavano Firenze. Fu in questo periodo che Dante scrisse la Divina commedia un viaggio che incomincia con l’Inferno ma finisce con il Paradiso.
Saluti da Emanuele Pasquini 1D.
ALESSANDRO Tella
EliminaDante Alighieri, fu fiorentino fino all’età di 37 anni ed esule
girovago dai 37 ai 56 anni: dal 1302,
fu ospite soprattutto dei Signori di Verona e
di Ravenna: gli Scaligeri e i Da Polenta. Ebbe dunque una
discreta conoscenza, delle vicende dell’Italia
a lui contemporanea, dello sviluppo degli ordinamenti comunali e del
passaggio dal Comune alla Signoria.
Ma a cosa fu dovuto il suo esilio? Colui che oggi è conosciuto
soprattutto per le sue doti letterarie, per il suo amore per Beatrice,
per aver composto la Divina Commedia,
ebbe un ruolo fondamentale anche nelle vicende politiche
della sua epoca: fece parte delle principali magistrature fiorentine,
ebbe delicati incarichi di ambasciatore da parte di
Firenze e contrastò fortemente le mire espansionistiche di
papa Bonifacio VIII, che godeva dell’appoggio degli Angioini di Napoli.
Nella prima parte della sua vita, sperimentò soprattutto
le lotte tra i Comuni dell’Italia centrale – tra Siena e Firenze,
tra Firenze e Pisa, tra Firenze e Arezzo – e per due volte vi
prese parte direttamente, come soldato dell’esercito fiorentino. Erano
gli anni della spietata lotta tra guelfi e ghibellini
e delle gravi lotte tra città vicine per il possesso del contado.
Ben presto, però, burrascosi scontri si verificarono anche
all’interno della sua stessa città e Dante vi si trovò pesantemente
coinvolto. Egli scelse di schierarsi con il partito piùy
moderato, quello dei guelfi Bianchi, capeggiato dalla famiglia dei
Cerchi, ed entrò in contrasto con i guelfi Neri, più
spregiudicati, guidati dai Donati e sostenuti da Bonifacio
VIII e dagli Angioini. Proprio questa scelta fu fatale a Dante:
durante un’ambasceria presso il pontefice, fu trattenuto
a Roma contro la sua volontà, mentre le truppe francesi insediavano a
Firenze un nuovo governo, dominato dai Neri.
I Bianchi furono ben presto sconfitti, costretti all’esilio e
condannati a morte nel caso in cui avessero rimesso piede
nel territorio del Comune. Cominciò allora per Dante la
vita di esule, lontano dalla sua amata Firenze.
Fu in questo periodo tuttavia che egli compose il suo
capolavoro letterario: la Divina Commedia, un viaggio
che comincia in maniera “aspra e terribile”, con la visione
dell’Inferno, e termina felice- mente, nel
Paradiso. I più grandi protago- nisti della
storia passata e contempo- ranea a
Dante vengono incontrati dal poeta
e protagonista, che li colloca in uno
dei tre regni dell’oltretomba, scegliendo
per loro la pena eterna o l’eterna
beatitudine, a seconda
delle loro azioni.
Nella Padova trecentesca governata dalla Signoria dei Carraresi, ci sono stati avvenimenti molto importanti per la storia medioevale padovana. E' il periodo dove sono stati richiamati i più insigni artisti di quell'epoca che hanno trasformato la citta' i in una delle capitali intellettuali e anche politiche di quel tempo.
RispondiEliminaCi hanno consegnato monumenti che sono molto importanti quali la Cappella degli Scrovegni di Giotto, la Basilica di Sant'Antonio, il Battistero del Duomo, il palazzo della regione. Si procedette anche alla costruzione delle città murate come Montagnana.
Michela Z.
Gentilissima prof Sanvitale,
RispondiEliminaQuesta è la mia ricerca sui Gonzaga, una famiglia che regnò a Mantova.
Mantova è stata la città dove la famiglia Gonzaga fece portare alcune delle più grandi personalità dell’arte italiana, i cui capolavori possiamo ammirare ancora oggi.
La corte dei Gonzaga, il magnifico Palazzo Ducale, è un’autentica città nella città che comprende palazzi, chiese, piazze, giardini e porticati che testimoniano il lusso sfrenato dell’ arte di quell’epoca.
Nelle splendide sale sono conservate opere di Tintoretto, Rubens, Giulio Romano, Giuseppe Bazzani.
All’interno della cerchia muraria del palazzo il castello di S. Giorgio domina il panorama sul fiume Mincio: è uno dei massimi esempi di castello urbano; in una delle torri si trova la celeberrima Camera degli Sposi, che Andrea Mantegna affrescò con scene della vita della famiglia regnante.
Il 16 agosto 1328 con Luigi, i Corradi da Gonzaga conquistarono il potere a Mantova, togliendo dal trono Rinaldo Bonacolsi, detto "il Passerino", grazie all'alleanza con Cangrande I di Verona. Profittando quindi dell'illusione di quest'ultimo di poter includere Mantova nei propri domini una volta sconfitti i Bonacolsi, e contando sull'appoggio del popolo mantovano, ebbe inizio un dominio dei Gonzaga sulla città di Mantova, che durò quattro secoli terminando nel 1707.
Buona serata Maria Bianco 1D
GIORGIA M.
RispondiEliminala famiglia dei Da Polenta
I da Polenta furono una nobile famiglia italiana. Da Polenta deriva dal castello di Polenta, presso Bertinoro.
Il casato ebbe la Signoria di Ravenna dal 1275 al 1441.
Secondo la tradizione, la famiglia Da Polenta ha origine germaniche. La famiglia, ebbe come capostipite Geremia duca di Colonia, che dalla Germania discese in Italia, stabilendosi in Bologna nel 715. Da questo duca germanico di nome Geremia, discesero delle famiglie della stirpe dei Franchi. Nel X secolo Sergio degli Onesti duca di Ravenna, un discendente di Geremia duca di Colonia, governava in Romagna. I discendenti di questo duca, dedussero il proprio nome a Polenta (Appennino forlivese), nel castello in cui regnarono.
La tradizione sulle origini germaniche del casato non ha ancora trovato conferma storica.
MICHELA A.
RispondiEliminaI MALATESTA
I Malatesta signori di Verucchio, furono una famiglia italiana che dominò la Romagna, in particolar modo Rimini e la sua provincia dal 1295 al 1528; la famiglia estese i propri domini fino ai castelli settentrionali di San Marino, la provincia di Pesaro e parte di quelle di Ancona, di Forlì, Cesena e di Ravenna.
Le origini della famiglia vengono fatte risalire da taluni sino ai tempi di Roma antica.Le prime notizie storiche riguardano un signore di Ravenna dell'VIII secolo di nome Giovanni che sembra sia stato il capostipite della famiglia.
Il nome Malatesta risalirebbe al X secolo e sarebbe da riferire ad un esponente della famiglia di nome Rodolfo che avrebbe dimostrato coraggio e tenacia nel difendersi dagli attacchi esterni.
Molti Malatesta furono condottieri al servizio di numerosi stati italiani. Il più famoso fu Sigismondo Pandolfo Malatesta, che fu in guerra per numerosi anni con il Papa e il ducato di Urbino. Suo nipote Pandolfo fu infine espulso da Rimini nel 1500 da Cesare Borgia e la città fu annessa allo Stato Pontificio nel 1528.
Giovanni Malatesta detto Gianciotto divenne famoso per la tragedia che lo vide coinvolto (forse a Gradara) nel 1285 quando uccise sua moglie Francesca da Polenta e il suo proprio fratello minore Paolo, scoperti nell'adulterio. Questo sfortunato amore fu cantato da Dante nel V canto dell'Inferno.
da wikipedia
EliminaGiovanni Malatesta, detto anche "Gianne lo sciancato" o Gianciotto (tra il 1240 e il 1244 – 1304), è stato un condottiero italiano.
Nato con una malformazione fisica, era figlio di Malatesta da Verucchio e fratello di Paolo, Malatestino e Maddalena.
Nel 1265 insieme al padre combatté contro i ghibellini di Guido da Montefeltro e, nello stesso anno, si scontrò con i Traversari insieme a Guido da Polenta. Affiancò il padre nel governo di Rimini per conto dello Stato pontificio.
Dopo che i Malatesta furono cacciati da Rimini, nel 1288, gli venne affidato l'incarico di podestà a Pesaro.
Morì nel 1304, dopo aver ricoperto quella carica per cinque volte. Il carattere energico, l'abilità militare e la deformità fisica hanno contribuito a creargli la fama di uomo sanguinario e vendicativo.[senza fonte]
Era marito di Francesca da Polenta, immortalata nei versi di Dante (Inferno, Canto V).
ALBERTA C.
RispondiEliminaLa famiglia dei Gonzaga
I Gonzaga sono stati una delle più note famiglie principesche d'Europa, protagonisti della storia italiana ed europea dal XIV al XVII. Governarono Mantova, dapprima come signori, a partire dal 1328, poi marchesi e duchi sino al 1707.A
umentarono ancora il proprio prestigio legandosi con la più importante famiglia reale europea, gli Asburgo: infatti Eleonora Gonzaga divenne la prima imperatrice della casata sposandosi con Ferdinando II.
La famiglia diede i natali a un santo, a quattordici cardinali e a tredici vescovi della Chiesa cattolica.
Le origini della famiglia Gonzaga risalgono al XII secolo quando Filippo Corradi fu investito delle terre di Gonzaga (da cui prese il nome la famiglia). Alla fine del XII secolo la famiglia si stabilì a Mantova, dove occuparono cariche politiche e religiose. Da Guido Corrado da Gonzaga e da i suoi cinque figli ebbero origine i signori di Mantova.
La famiglia dei Medici, Firenze.
RispondiEliminaA cura di MARIANNA
I Medici sono un'antica famiglia fiorentina di origine popolare, il cui capostipite fu Giovanni De Medici, che si è arricchita con il commercio e le attività finanziarie.
Giovanni De Medici si era arricchito grazie al commercio con l'Oriente. Egli fonda la più grande banca e casa commerciale europea, che solo nell'industria dei panni impiega circa 300 ditte con 10000 operai.
I Medici furono i banchieri più potenti a Firenze.
Nel 1434 il governo della città venne assunto da Cosimo il Vecchio che di fatto dà inizio alla signoria dei Medici.
Lorenzo, nipote di Cosimo nasce a Firenze nel l449. A soli vent'anni viene invitato dai principali cittadini di Firenze a prendere in mano il governo della città. Educato dai più noti studiosi del tempo ( Lorenzo sarà detto il “magnifico” ) si dimostra un abile diplomatico e uomo politico. Colto e raffinato, amante della poesia e delle arti, Lorenzo dà un grande impulso alla vita culturale fiorentina, accogliendo alla sua corte letterati, artisti e filosofi e sostenendo materialmente il loro lavoro. Poeta egli stesso, scrive numerose opere in versi e in prosa, passando dalle poesie d'amore, ai dialoghi filosofici, ai poemetti burleschi.
Muore improvvisamente nel 1492 lasciando un grande vuoto nel mondo politico e artistico del 1400.
I DA POLENTA
RispondiEliminaA cura di VASCO
Il fondatore dei da Polenta fu Guido.
I da Polenta furono una nobile famiglia italiana. Da Polenta deriva dal castello di Polenta, presso Bertinoro, da essa tenuto.
Il casato ebbe la signoria di Ravenna dal 1275 al 1441.
La famiglia, consanguinea della casata Geremia di Bologna, ebbe come capostipite Geremia duca di Colonia, che dalla Germania discese in Italia, stabilendosi in Bologna nel 715.
La tradizione sulle origini germaniche del casato non ha ancora trovato conferma storica.
Dal proprio castello a Polenta, nel comitato-diocesi di Forlimpopoli, la famiglia Da Polenta discese a Ravenna già almeno nel XII secolo. Nel corso del XIII secolo i suoi esponenti si radicarono nella città come dipendenti (enfiteuti) delle chiese cittadine e poi anche come funzionari (visconti) degli arcivescovi.
Nella seconda metà del secolo i Da Polenta ascesero come principale famiglia guelfa di Ravenna. Guido il Vecchio, figlio di Ostasio e capo dei guelfi della città, nel 1275 sottrasse la carica di podestà alla famiglia Traversari, ottenendo così il controllo di Ravenna. Da podestà, Guido aumentò il proprio potere fino a diventare, nel 1287, signore assoluto di Ravenna.
Nel 1297 Guido il Vecchio abdicò a favore del figlio Lamberto I, che condivise il potere con il fratello Bernardino, che fu podestà di Cervia dal 1297. Morto Lamberto I, il potere passò al nipote Guido II Novello
Quando Guido fu chiamato come capitano del popolo a Bologna, lo sostituì il fratello arcivescovo Rinaldo, che venne ucciso nel 1322 dal cugino Ostasio I.
Ostasio I oltre che di Ravenna si impadronì anche di Cervia, con le uccisioni dello zio Bannino e di suo figlio Guido.
A Ostasio I successe il figlio Bernardino I, il quale, per governare incontrastato, fece morire di fame nelle carceri di Cervia i fratelli Lamberto II e Pandolfo. A Bernardino I successe il figlio Guido Lucio III, benigno e pacifico. Questi, dopo trent'anni di signoria, venne imprigionato e lasciato morire di fame nel 1389 dai suoi sei figli. Dopo la morte di Guido III, governarono in un primo tempo insieme Azzo , Ostasio II, Bernardino II, Pietro, Aldobrandino e Obizzo . Quest'ultimo rimase unico signore di Ravenna dopo la morte dei fratelli.
Intanto la supremazia della Repubblica di Venezia si era estesa fino a Ravenna e Obizzo fu costretto a nominare erede la Serenissima per il caso che i suoi figli non ne avessero seguito le direttive. Ciò offrì a Venezia il destro di deporre alla prima occasione il successore di Obizzo, Ostasio III, che con il figlio Girolamo venne relegato nell'isola di Candia nel 1441 e dove entrambi morirono nel 1447, estinguendosi in loro la famiglia.
Altro personaggio famoso della famiglia è Francesca Da Polenta, conosciuta anche come Francesca Da Rimini, figlia di Guido I Minore, la cui fine tragica trovò commossa eco nel poema dantesco.
LA CRISI ECONOMICA
RispondiEliminaNel XIV secolo i ricchi che erano sfuggiti alla peste diventarono ancora più ricchi perché riunirono nelle proprie mani i patrimoni delle famiglie attaccate dalla peste.
A Firenze prima della “morte nera” fallirono tre principali compagnie bancarie d’Europa: Bardi, Acciaiuoli e Peruzzi. Visto che erano molto importanti, questo crollo ebbe degli effetti negativi sull’economia fiorentina, italiana ed europea.
Inoltre con queste condizioni economiche ci furono vere e proprie rivolte popolari.
Tanti saluti da Emanuele Pasquini 1D.
Gentile prof, sono Matteo 1F, scrivo la mia ricerca su Giovanna
RispondiEliminaD' Arco.
Giovanna D' Arco (la "Pulzella di Orleans" ) nacque in un villaggio della Francia, Domremy nel 1412; era la figlia minore di una famiglia di contadini che le trasmisero sia un forte sentimento religioso che un grande amore per la terra di Francia.
In quegli anni la Francia stava attraversando una delle fasi peggiori della Guerra dei Cent' Anni, infatti gli Inglesi avevano conquistato il Nord della Francia, fino a Parigi.
Il conflitto era sorto perché l' Inghilterra, approfittando della morte dell' ultimo discendente della dinastia dei capetingi, voleva rivendicare, sotto Edoardo III, la Corona di Francia contro la famiglia dei Valois.
Ma in realtà le ostilità erano cominciate quando Guglielmo il Conquistatore, duca di Normandia, era diventato re d' Inghilterra ma era anche vassallo del re di Francia,però in seguito questa situazione cominciò a pesare molto ai re Inglesi.
Ritorniamo a Giovanna d' Arco:
Fin dall' età di 10 anni Giovanna cominciò a sentire le voci dedi santi e ad avere visioni dell' Arcangelo Michele,di Santa Caterina e di Santa Margherita. In più le apparve anche una luce soprannaturale.
Nel 1428 le voci le ordinarono di salvare la Francia liberando prima di tutto Orleans (da qui il nome "Pulzella (cioè giovinetta) di Orleans e di aiutare Carlo VII, il quale però dubitava molto di lei e per metterla alla prova si confuse in mezzo a un gruppo di nobili. Giovanna anche se non l' aveva mai visto prima riuscì a riconoscerlo e riuscì anche a farsi affidare un piccolo esercito per liberare Orleans.
Fu così che una ragazzina di 16 anni, analfabeta e che non sapeva niente di strategie di guerra riuscì a ridare fiducia a truppe stanche convincendole che la vittoria era possibile e, con addosso un' armatura bianca e in mano lo stendardo con i gigli di Francia guidò il suo esercito verso Orleans liberandolo l' 8 Maggio del 1429.
Grazie a questa vittoria l' esercito francese ritrovò la voglia di combattere e riuscì a liberare gran parte del paese mentre Giovanna era decisa a far incoronare Carlo a Reims. Nessuno credeva che l' impresa sarebbe stata possibile perché Reims era in mano agli Inglesi ma la Pulzella avanzò battagliera verso la città acclamata dalle popolazioni e infine entrò trionfante a Reims dove Carlo venne incoronato re di Francia alla sua presenza.
CONTINUA ...
CONTINUA..
RispondiEliminaOrmai tutti la veneravano come come una santa, sia il popolo che l' esercito.
Possedeva un' energia travolgente:dormiva pochissimo e per nutrirsi le bastava un pezzo di pane con un bicchiere di vino. Spesso mentre incitava i soldati si chinava per soccorrere un nemico ferito.
Fu proprio a questo punto però che l' avanzata francese si fermò.Restava da liberare Parigi ma il re non si decideva a fornire le forze necessarie. In realtà la presenza della Pulzella per il re e la sua corte, era diventata ingombrante e inoltre il re soddisfatto della sua incoronazione, non voleva più continuare la guerra.
Così ostacolata in tutti i modi e impiegata in azioni secondarie, Giovanna volle ugualmente attaccare Parigi nel settembre del 1429; ma per la prima volta fu sconfitta e costretta a ritirarsi gravemente ferita.
La delusione per tutti fu grande e le fu tolto il comando dell' esercito ma lei non si arrese e continuò a combattere.
Questa volta però venne fatta prigioniera dagli Inglesi che la sottoposero ad un processo per eresia.Carlo VII non mosse un dito per liberarla e anzi era contento di liberarsi di una persona "scomoda" .
Sola, senza difesa non rinnegò mai le voci e fino all' ultimo confermò la sua dedizione alla Francia e perfino a un re che l' aveva tradita.
Condannata a morte come eretica per aver creduto di poter comunicare direttamente con Dio, venne bruciata sul rogo.
Aveva solo 19 anni !
Finita la guerra dei Cent' Anni con la vittoria dei Francesi, nel 1456 la Chiesa Cattolica riesaminò gli atti del processo e il vescovo di Reims dichiarò Giovanna d'Arco innocente e uccisa ingiustamente.
Iniziò così un lungo processo di riabilitazione conclusosi con la santificazione della Pulzella nel 1920 e con l' istituzione in Francia di una festa in suo onore come eroina celebrata ogni 30 di Maggio.
Per me la storia di Giovanna d'Arco è stata molto appassionante. Spero che lo sia anche per voi.
ARRIVEDERCI DA MATTEO
Veramente appassionante il tuo racconto! Complimenti, Matteo ... tuttavia sarebbe opportuno che tu citassi la fonte. Vuoi?
RispondiEliminaa domani
la tua prof
Cara prof per quanto riguarda le fonti non le ho citate perchè ho fatto un riassunto prendendo notizie sia su diversi libri che su internet e anche dal libro digitale. Matteo 1F
EliminaGrazie, Matteo della tua precisazione :)
EliminaLA Famiglia dei medici
RispondiEliminaCarissima professoressa ecco la mia ricerca........
I Medici sono una delle famiglie più note d'Europ, sono i protagonisti della storia dal XV al XVIII secolo.
oltre ad aver retto le sortidella città di Firenze prima, e della Toscana, poi dal 1434 fino al 1737 , ed oltre ad aver dato i natali ai tre papi(Leone X, Clemente VII, Leone XI,invece Pio IV, non era imparentato con la casata, sebbene al proprio stemma papale si rifaccia a quello mediceo)essi godonotutt'oggi di una straordinaria fama per aver promesso in misura fuori del comune e per diverse generazioni la vita artistica, culturale, spirituale e scentifica ed loro tempo. Le loro straordinarie collezioni d'arte, di oggetti preziosi di libri e manoscritti, di rarità e di curiosità, si sono conservate praticamente integre fino ai giorni nostri e sono alla base del patrimonio di molte delle piùimportanti isttuzioni culturali di Firenze.
FRANCESCA DI SIPIO PRIMA D
Cara Francesca,
EliminaChe bello! Non trascuri lo studio neanche durante le vacanze...
"All’inizio del XV secolo il governo repubblicano venne abolito e la dinastia dei Medici prese il potere. Nonostante i ripetuti tentativi (tutti falliti) di restaurare la repubblica, i Medici governarono il Granducato di Toscana fino all’estinzione della dinastia nel 1737. La città passò quindi ai Lorena che rimasero al potere fino al 1859 quando Firenze venne annessa al Regno di Italia. Tra il 1865 e il 1870 fu la capitale politica d’Italia, oltre a esserne la capitale culturale." Ti ho anticipato qualche notizia in più sul programma di studio del prossimo anno!
Ti consiglio comunque una passeggiata nel centro storico di Firenze.
Quando? Anche subito, guarda qui...
http://www.google.com/intl/it/culturalinstitute/worldwonders/florence/#ql=1
Troverai anche altre notizie interessanti :-) click su informazioni - fotografie - Modelli 3D
Che peccato ! Il link non è attivo sui commenti
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