sabato 26 maggio 2012

Gulag

Mancano ancora cifre ufficiali, ma le stime più recenti indicano in oltre 18 milioni i cittadini sovietici che passarono per i gulag dal 1929 al 1953.


“ Inebriato dai successi giovanili mi sentivo infallibile e quindi ero crudele. Ma sulla paglia marcia del lager avvertii in me il primo fievole battito del bene.

Aleksandr Solženicyn
(Arcipelago Gulag
)

 Immagina di essere un inviato speciale e scrivi un breve reportage per fare conoscere la realtà dei gulag.


buon lavoro, ragazzi!
la vostra prof

15 commenti:

  1. Dalla nostra inviata speciale CHIARA

    Per avere un’immagine di quello che fu il Gulag nella Russia staliniana, non c’è bisogno di andare a cercare testimonianze nelle regioni inaccessibili, dal clima estremo, luoghi sinistri dei lager sovietici; a poche ore da Mosca, nel treno regionale (Elektrichka) , incontro un vecchio, bastano poche battute della mia guida russa perché lui cominci a raccontare.

    “ Nel 1953 aveva 17 anni quando suo padre tornò a casa: anni prima era stato fatto prigioniero. Ancora si chiede il perché di quell’atto.

    Anche suo padre gli raccontò che lui, come gli uomini che come lui erano stati fatti prigionieri, si chiedevano il perché di quell’atto e non riuscivano a capacitarsi del loro arresto.

    Mentre venivano deportati, dentro di loro la paura prendeva il sopravvento e continuavano a ripetere quell’inutile domanda inventando cause e giustificazioni per poi arrivare alla conclusione che la gente veniva presa senza un perché.

    Aprendo gli occhi ogni mattina si rendevano conto che non si trovavano dentro a un incubo e che quella squallida camerata del Gulag era vera.

    All’improvviso dei colpi insistenti su una trave li avvertiva che era ora di svegliarsi: alle cinque di mattina tutti si alzavano con rassegnazione, ma come ogni mattina tra i
    ritardatari c’era qualche cadavere.

    La colazione, pane ammollato nell’acqua, si consumava con avidità,facendo attenzione che nessuno rubasse il cibo a nessuno.

    I prigionieri venivano riempiti di botte,di spintoni,di schiaffi e dopo essere stati divisi e contati iniziava la loro giornata lavorativa:dodici ore di trasporto di pietre
    mentre altri detenuti venivano trasferiti sotto stretta sorveglianza armata.

    Durante lo svolgere delle ore si assisteva a scene orribili: dei camion trasportavano cadaveri già rigidi.

    Nei Gulag ci si ammalava spesso, il campo era pieno di parassiti e c’erano in continuazione morti sul posto nelle miniere,morti di polmonite e di dissenteria.”

    Il treno si ferma, il vecchio deve scendere, mi saluta e sparisce, solo allora mi rendo conto che non gli ho neppure domandato il nome, sono rimasta muta e attonita ad ascoltare un racconto che non era … il racconto di un incubo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ELEONORA ha commentato:

      I campi di lavoro forzato si svilupparono nel periodo successivo alla rivoluzione Russa; ad essi venivano destinati i condannati per diritti comuni, coloro che venivano accusati di essere ”nemici della rivoluzione”.

      Con il consolidamento del potere di Stalin,i campi divennero una delle strutture fondamentali del regime sovietico per eliminare ogni forma di dissenso o resistenza.

      Milioni di persone,dopo arresti e processi sommari, furono confinate nei campi che si diffusero sull’intero territorio del Paese fino alla morte di Stalin.

      Durante l’epoca staliniana i continui arresti e deportazioni nei Gulag avevano generato un clima di sospetto e di paura; la conferma di ciò l’ha data Nadezda Mandelstam.

      Diverse categorie di persone furono vittime degli arresti; contadini che resistevano alla collettivizzazione forzata, esponenti dello stesso Partito comunista, intellettuali, tecnici e appartenenti a minoranze nazionali.

      Gli arresti avvenivano improvvisamente,spesso nel cuore della notte; le accuse erano di attività controrivoluzionaria, di spionaggio,sabotaggio e tradimento.

      I prigionieri dovevano essere rieducati per divenire membri a pieno titolo della nuova società socialista; il lavoro, coatto e non pagato, venne considerato uno strumento per produrre risorse.

      Le razioni di cibo erano fornite in proporzione al lavoro svolto e , l’altro elemento che aggravava le sofferenza, era il freddo.

      Il sistema dei gulag non fu finalizzato allo sterminio programmato, dai Gulag si poteva anche uscire; la mortalità comunque era alta: la durezza del lavoro provocava molti incidenti; il clima,la denutrizione,le condizioni igieniche dei campi portavano poi al diffondersi di malattie. L’ospedale del campo poteva alleviare per brevi periodi la sofferenza ma le strutture erano inadeguate rispetto ai bisogni e gli sforzi dei medici venivano bloccati.

      L’esistenza dei Gulag venne denunciata da scrittori e intellettuali; al centro del sistema dei Gulag c’è la violazione di uno dei diritti fondamentali,cioè il rispetto per l’integrità fisica e morale di ogni individuo, proclamati nel 1948 dall’Assemblea delle Nazioni Unite con la Dichiarazione universale dei diritti umani.

      Elimina
  2. NATHALIE aggiunge

    GULAG, angoli d'inferno.

    I gulag erano usati come campi per i detenuti politici anti zaristi e personaggi scomodi. Dopo la rivoluzione bolscevica avvenne la liberazione di tutti i prigionieri, ma nel 1917 Lenin annunciò che tutti i "nemici di classe", anche in assenza di prove di alcun crimine contro lo Stato, non potevano essere fidati e non dovevano essere trattati meglio dei criminali.

    Il taglio e trasporto del legname e il lavoro in miniera erano le attività più comuni e più dure. In una miniera, la quota di produzione pro capite poteva raggiungere i tredicimila chili di minerale al giorno. Mancare la quota significava ricevere minori razioni di sostentamento, un ciclo che di solito causava conseguenze fatali, passando attraverso una condizione di spossatezza e devitalizzazione.

    I detenuti erano spesso costretti a lavorare in condizioni disumane. A dispetto del clima brutale, non erano mai adeguatamente vestiti, nutriti, trattati medicalmente in modo appena sufficiente, né veniva loro fornito alcun mezzo per combattere l'avitaminosi che conduceva a malattie come lo scorbuto o sindromi quali la cecità notturna, detta anche cecità del pollo.

    Le condizioni di lavoro erano talmente insopportabili che alcuni prigionieri si provocavano volontariamente gravi lesioni o addirittura amputazioni pur di restare a riposo per un certo periodo.

    Gli amministratori rubavano ordinariamente dagli accantonamenti per guadagno personale e ottenere favori dai superiori. Di conseguenza, i reclusi erano costretti a lavorare ancora più duramente per colmare la differenza.

    In alcuni campi si praticava la selezione per eliminazione: quando i prigionieri si allineavano per il turno di lavoro, all'ultimo che si presentava si sparava come monito per gli altri, oppure gli si negava la razione giornaliera di cibo.

    I gulag si possono così definire "angoli d'inferno". Inferno per tutte quelle persone condannate a lavorare e subire...Subire fino alla morte e al cedimento.

    RispondiElimina
  3. Lenin morì nel 1924 e Stalin si liberò con la violenza di tutti coloro che gli si opponevano. Dalla morte di Lenin fino al 1953, anno in cui morì, Stalin trasformò lo stato sovietico in un regime politico totalitario.

    Nel 1929 fu varato il primo piano quinquennale: i piccoli proprietari terrieri che si rifiutavano di cedere le loro proprietà allo stato vennero deportati in massa nei campi di lavoro forzati: alla fine del primo piano quinquennale la classe sociale dei kulaki non esisteva più.

    Si sviluppò allora l’enorme sistema dei campi di concentramento, chiamato Gulag, sigla dell’organismo che li gestiva.

    Il sistema Gulag era segreto e sia in Urss che nel resto del mondo solo dopo la morte di Stalin si cominciarono a capire le proporzioni di questi “angoli d’inferno”.

    RispondiElimina
  4. Racconta FEDERICA

    E’ arrivato il momento di scoprire la verità! Tre parole chiave.. URSS.. STALIN.. GULAG..

    Sono andata in Russia e sono rimasta sconvolta dalle testimonianze di chi denuncia ancora le “ brutalità “ che Stalin è riuscito a compiere e il terrore che ha suscitato!

    Torniamo indietro nel tempo..
    Stalin aveva già eliminato i kulaki, ma il vero periodo del terrore ebbe inizio nel 1934 con l’omicidio di Kirov, il capo del partito a Leningrado, che dette l’occasione a Stalin di scatenare un’ondata di processi contro membri del Partito, i quali, sottoposti a torture fisiche e psicologiche, finivano immancabilmente per confessare crimini inesistenti. Iniziarono così gli anni delle “ grandi Purghe “ che dettero la possibilità a Stalin di liberarsi di chi poteva ancora pensare ad un tipo di comunismo diverso da quello che Stalin aveva imposto.

    In parallelo si sviluppò un enorme sistema di campo di concentramento capace di accogliere milioni di prigionieri, i GULAG.
    I gulag sono campi di lavoro forzato per i prigionieri, i condannati per reati comuni e quelli accusati di essere “ nemici della rivoluzione “. I campi divennero una delle strutture fondamentali del regime sovietico per eliminare ogni forma di dissenso o resistenza.

    “ Perché l’hanno preso?? “ Nessuna risposta.
    Diverse categorie di persone furono vittime degli arresti: dopo i contadini che resistettero alla collettivizzazione forzata, esponenti dello stesso partito comunista che criticavano il sistema di potere instaurato da Stalin, intellettuali, tecnici e appartenenti a minoranze nazionali. Le accuse erano contraddittorie, dallo spionaggio al sabotaggio e al tradimento.

    “ Ma cosa fanno? “ Nessuna risposta.
    Il lavoro forzato costituì la caratteristica specifica dei lager sovietici: “ i prigionieri “ dovevano essere rieducati per divenire membri a pieno titolo della nuova società socialista e nello stesso tempo nei gulag dovevano produrre risorse.

    “ Perché non tornano più? “ Nessuna risposta.
    La fame è l’elemento costante della memoria dei sopravvissuti. Le razioni alimentari consistevano nel pane e in una zuppa di granaglie, cavoli, patate ed erano sempre insufficienti.
    L’altro elemento che aggravava le sofferenze era il freddo. Il vestiario non proteggeva abbastanza dalle intemperie e i detenuti cercavano di coprirsi come potevano.

    “ E le cure? “
    il sistema dei gulag non era finalizzato allo sterminio programmato: dal Gulag si poteva anche uscire per questo c’erano centri di cura delle malattie!
    La mortalità era però lo stesso molto alta: il clima, la denutrizione, le condizioni igieniche portavano al diffondersi di malattie.

    Il sistema dei lager venne progressivamente smantellato dopo la morte di Stalin ( 1953 ) ma le strutture non sparirono e quello che erano state continuò ad essere denunciato fino agli anni '80.

    RispondiElimina
  5. Scrive MATTEO, inviato speciale in Siberia

    Oggi noi usiamo la parola “gulag” per indicare l’intero sistema repressivo sovietico. In realtà GULAG è l’acronimo di tre parole russe e significa “Amministrazione generale dei campi”.
    In quel posto c’era di tutto: persone, ricche e povere, sporcizia ovunque … non si poteva respirare.

    Quello che mi raccontano è orribile. “Una giornata tipo era così: ci si svegliava alle cinque di mattino. Chi non si alzava veniva tirato giù per i piedi dai pagliericci. Si faceva colazione in un refettorio affollato, mangiando con avidità per paura che qualcuno venisse a rubarti il pasto (pane ed acqua calda). I detenuti, per tutta la giornata, venivano picchiati spinti, schiaffeggiati e distrutti moralmente. Davanti a dodici ore di lavoro, erano annientati. Spesso si tiravano fuori cadaveri già rigidi da camion che portavano nuovi convogli alla miniera di Ckalov. I detenuti morivano sul posto, nelle miniere d’oro, di sfinimento o a causa dell’ ipotermia. D’ inverno si ammalavano di polmonite, d’estate di dissenteria. “
    Il sistema dei gulag era segreto, nessuno ne parlava apertamente. I pochi che tornavano a casa, dopo dieci o venti anni di reclusione, erano obbligati al silenzio. Ogni cittadino sovietico però aveva almeno un parente, o un conoscente, o aveva sentito parlare di qualcuno che era stato arrestato e sparito nel nulla.
    Sia in Urss sia nel resto del mondo si cominciarono a capire le proporzioni e le caratteristiche di questo strumento del terrore staliniano alla morte di Stalin.

    “Nel gulag anzitutto si lavorava e il contributo dei prigionieri all’ economia sovietica di quegli anni non dev’essere stato indifferente.”

    Nella remota Siberia, dove mi trovo io attualmente, i prigionieri lavoravano senza tregua in condizioni ambientali proibitive alla ricerca e allo sfruttamento dei ricchi giacimenti minerari; altrove invece si scavavano gallerie e grandi canali.

    Al centro del sistema gulag c’è la violazione di uno dei diritti fondamentali cioè il rispetto per l’ integrità fisica e morale di ogni individuo.

    RispondiElimina
  6. Scrive DAVIDE

    Gulag, l’acronimo di tre parole russe “ Glavnoe Uprovlenie Lagerej”, significa “Amministrazione generale dei campi”.

    Mancano ancora cifre precise, ma le stime più recenti indicano in oltre diciotto milioni i cittadini sovietici che passarono per i gulag dal 1929 al 1953. A questi si devono aggiungere altri sei milioni di persone confinate negli insediamenti speciali di lavoro. Di essi, alcuni milioni non tornarono più.

    Una giornata al campo era così: “ sveglia alle cinque del mattino, accompagnata da colpi insistenti su una trave vicino alla porta, grida per farci fretta e ingiurie delle guardie del campo ai ritardatari. Chi non si alzava veniva tirato giù dai letti di paglia. Insieme ad essi c’erano anche dei cadaveri. Poi, colazione in un refettorio affollatissimo, si mangiava con avidità guardandosi intorno per paura che qualcuno venisse a rubarti questo magnifico pasto, un poco di pane e di acqua calda. Poi, altri colpi sulla trave di legno per convocare tutti i detenuti all’entrata del campo. Questi venivano spinti, schiaffeggiati, picchiati e una volta sistemati in brigate e contati, venivano spinti fuori. Lo spettacolo nei gulag non era dei migliori, al contrario, era orrendo. La maggioranza dei prigionieri erano dei politici, ex dirigenti di Stalin. D’inverno ci si ammalava di polmonite; d’estate di dissenteria. Quasi ogni giorno arrivavano detenuti all’ospedale o direttamente all’obitorio. Morivano lavorando nelle miniere d’oro o a causa dell’ipotermia.”

    Il sistema-gulag è rimasto per molti anni un segreto. I pochi sopravvissuti che tornavano a casa, dopo dieci o vent’anni di reclusione, erano obbligati al silenzio, ma ogni cittadino sovietico sapeva perché aveva o un parente o un conoscente che era stato deportato in un gulag.

    Per giustificare i suoi crimini, Stalin dotò il codice penale sovietico dell’articolo 58. Quest’articolo elencava una serie di reati politici talmente ampia e vaga che era facilissimo farvi rientrare qualunque comportamento. Si poteva finire internati in un campo secondo direttive precise dall’alto, ma si poteva anche cadere in una rete come vittime inconsapevoli: un arrestato era indotto non solo a confessare, ma anche a denunciare molti presunti complici nel suo ambiente, perciò bastava conoscerlo alla lontana per finire a propria volta arrestati.

    Le mogli dei deportati, se restavano in libertà, per un po’ chiedevano notizie del coniuge alla polizia, che non rispondeva, poi erano costrette a chiedere il divorzio.

    I gulag non erano campi di sterminio come quelli nazisti e l’alta percentuale di morte era dovuta soprattutto dalle condizioni di vita e di lavoro disumano. La morte dei prigionieri costituiva, quindi, un evento prevedibile e normale, ma non era quello lo scopo principale dei gulag. In essi si lavorava.

    I campi di lavoro per i prigionieri si erano sviluppati già nel periodo immediatamente successivo alla rivoluzione russa. A essi venivano destinati coloro che erano accusati di essere nemici della rivoluzione o oppositori legati al regime degli zar. Tuttavia nei campi sovietici le fucilazioni di prigionieri erano all’ordine del giorno.

    RispondiElimina
  7. IRMA

    I GULAG, UN MONDO DA SCOPRIRE

    Oggi vi racconteremo “fatti” di cui pochi sono a conoscenza, avvenuti dal 1929 al 1953, in Russia, dove milioni di cittadini sovietici passarono per i gulag.

    Gulag significa Amministrazione generale dei campi; dal 1929 indicava tutti i campi di lavoro sottoposti al controllo della polizia politica. Nei campi venivano rinchiusi tutti i prigionieri, politici o comuni, condannati a pene superiori ai tre anni.

    I campi di lavoro forzato per i prigionieri si erano sviluppati già dopo il periodo della rivoluzione russa. A essi venivano destinati oltre ai condannati per reati comuni anche i nemici della rivoluzione. Negli anni staliniani i campi divennero delle strutture per eliminare ogni forma di dissenso o resistenza; essi vennero smantellati dopo la morte di Stalin nel 1953, anche se non sparirono del tutto.

    Durante l’epoca staliniana i continui arresti e le deportazioni nei gulag avevano generato un clima di sospetto e di paura. Le prime vittime degli arresti furono i contadini che avevano resistito alla collettivizzazione forzata, esponenti dello stesso Partito comunista, che criticavano il sistema di potere di Stalin, intellettuali, tecnici e appartenenti a minoranze nazionali.

    Gli arresti avvenivano improvvisamente nel cuore della notte: le persone venivano portate in prigione, interrogate, torturate e spinte a confessare azioni che non avevano commesso. Le accuse andavano da attività controrivoluzionarie allo spionaggio, dal sabotaggio al tradimento: a esse seguiva la condanna ad anni di lavoro forzato.

    Fin dagli inizi “ il lavoro forzato” costituì la caratteristica dei lager sovietici: attraverso il lavoro i prigionieri venivano rieducati per divenire membri a pieno titolo della nuova società socialista. Il lavoro non pagato veniva considerato sempre più uno strumento per produrre risorse.

    Alcuni prigionieri hanno raccontato la loro giornata tipo ecco alcuni stralci del loro racconto: <>

    La fame è un elemento costante delle memorie dei sopravvissuti. Le razioni alimentari, consistenti nel pane e in una zuppa di granaglie, cavoli, patate, erano sempre insufficienti. L’altro elemento che aggravava le sofferenze era i freddo ed il vestiario non proteggeva abbastanza dalle intemperie e i detenuti cercavano di coprirsi come potavano.

    La mortalità era alta per la durezza del lavoro, il clima, la denutrizione; inoltre le condizioni igieniche dei campi portavano al diffondersi delle malattie. L’ospedale del campo poteva alleviare poco le loro sofferenze, poiché spesso le strutture erano inadeguate rispetto ai bisogni.

    Una dottoressa degli ospedali dei gulag descrive la situazione in cui si trovò a operare:<< D’inverno si ammalavano di polmonite, d’estate di dissenteria. D’inverno mancava la legna da ardere e l’acqua potabile, così si prendeva la neve, ma il campo era invaso dai parassiti. Quasi ogni giorno venivano detenuti all’ospedale o direttamente all’obitorio, morivano sul posto nelle miniere d’oro, di sfinimento o a causa dell’ipotermia. Il capo delle guardie del campo una volta mi disse: ”Vi occupate troppo dei nemici del popolo e della patria. State attenta che non finisca male.”>>.

    L’esistenza dei gulag venne denunciata da scrittori e intellettuali come Aleksandr Solzenicyn, che fece conoscere al mondo le condizioni di vita dei lager sovietici dove egli stesso era stato imprigionato. Tuttavia, solo dopo la fine del regime sovietico, si è recuperato pienamente la memoria di questa persecuzione.

    Oggi l’associazione Memorial di Mosca, si occupa di raccogliere testimonianze sui gulag e ha posto al centro della sua attività al difesa dei diritti umani nella Russia attuale.

    Al cento del sistema gulag c’è infatti la violazione di uno dei diritti fondamentali, cioè il rispetto per l’integrità fisica e morale di ogni individuo, diritto proclamato nel 1948 dall’ Assemblea delle Nazioni unite con la dichiarazione universale dei diritti umani.

    RispondiElimina
  8. FEDERICO ha scritto

    I gulag erano campi di concentramento sovietici inizialmente per soli criminali. Con il passare del tempo i gulag sono diventati campi di lavoro per nemici dello stato o per chi semplicemente andava contro il governo comunista.

    Si è venuto a sapere della presenze di questi campi di lavoro solamente di recente con le ultime testimonianze che andrebbero a confermare la presenza di gulag nel sud-ovest russo.

    Partiva tutto da una finta accusa per un qualunque motivo, i presunti accusati venivano costretti con minacce e torture a fare nomi di alcune persone, spesso politici, per far cadere la colpa su quest’ultimi e reprimere gli oppositori del governo.

    Una volta arrestati venivano costretti al lavoro forzato con orari insostenibili in posti dove c’era bisogno di manodopera, spesso nelle miniere, nelle ferrovie o nelle reti autostradali.

    Le testimonianze sono molte, c’è anche chi si è spinto a scrivere un libro su queste atrocità, come il francese Jacques Rossi che racconta la sua storia vissuta in prima persona. Lui e un’altra sessantina di persone sono state mandate in un campo a Mosca, vivevano in minuscole celle, in pessime condizioni igieniche, sanitarie e venivano malnutriti. Spesso la mattina al momento della sveglia non tutti erano pronti, chi non si alzava veniva bastonato, ma c’era chi non si sarebbe mai più risvegliato dal sonno. Si moriva per lo sfinimento o per numerosi altri motivi.

    Nei gulag sono approssimativamente 18 milioni le persone decedute tra gli anni ’30 e ’50. Si parla spessissimo delle atrocità di Hitler e del nazismo, ma della storia dei gulag, pochi ne parlano, alcuni non sanno nemmeno dell’esistenza dei campi.

    RispondiElimina
  9. SARA E LORENZO scrivono

    Siamo nel campo di lavoro di Mosca, liberato pochi giorni fa.
    Ci sono ancora le testimonianze delle pessime condizioni di vita nel gulag.
    Poche coperte sporche ammassate in piccole cuccette di legno, le scodelle per il cibo sono così piccole che non avrebbero potuto contenere più di sei cucchiaiate di zuppa.
    I pochi prigionieri che sono sopravvissuti si rifiutano di parlare, ma siamo riusciti ad intervistare qualcuno.
    “Ci costringevano a morire di fame e di fatica, e dovevamo stare zitti, altrimenti ci uccidevano”; “Mangiavamo poco pane raffermo e zuppe ammuffite. L'acqua era un lusso”.
    Al mattino questi uomini innocenti si alzavano all'alba, venivano svegliati in maniera indelicata e iniziavano a lavorare come schiavi.
    “Abbiamo costruito una diga e abbiamo lavorato in miniera”; “Coltivavamo il grano nei campi a piedi nudi per intere giornate senza mai fermarci”.
    Molti di loro ci hanno confessato di essere amareggiati del fatto di essere sopravvissuti, ci hanno detto di non sentirsi più degli esseri umani.
    Noi non potremo mai immaginare quello che hanno passato questi uomini qui dentro, ma una cosa è certa: loro non lo dimenticheranno mai!

    RispondiElimina
  10. PAOLO

    I gulag

    cosa sono i gulag????

    questi gulag meglio chiamati campi di concentramento russi, sono dei campi dove hanno ucciso gente senza un motivo,senza un perché, anche se tutti si spremono il cervello per trovare le cause,i motivi delle morti e delle sparizioni.

    una giornata in questi gulag va contro ogni diritto dell’uomo:sveglia alle cinque,colazione(pane e acqua)e dodici ore di lavoro che ti sfiniscono.

    le malattie sono comuni:la polmonite d’inverno e la dissenteria d’estate. troppi muoiono,pochi sopravvivono.

    gli interrogatori sono delle vere e proprie torture che servono ad ammettere crimini non commessi,a denunciare i propri amici e i propri familiari anche se non hanno fatto niente.

    i morti aumentano ogni giorno o per congelamento o per torture o per fucilate o nei campi di lavoro o nei loro letti o in bagno o nel refettorio, ma nessuno saprà chi sarà il prossimo e tutti sperano di non esserlo.

    i principali e più famosi prigionieri sono i politici che andavano contro il regime di stalin e che hanno confessato sotto tortura, principalmente seguaci dello zar e membri del vecchio esercito.

    per fortuna ci sono anche degli eroi che non hanno confessato sotto torture sulle le persone a loro care e anche per difendere i propri ideali.

    un esempio è il soldato penkos karlik ,uomo che ha resistito a qualsiasi tortura pur di di salvare il suo generale.

    questo generale è ancora vivo,tutto grazie a karlik, l ‘ eroe che ha sacrificato la sua vita per il suo generale e per i suoi principi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il testo è stato fatto da me e Paolo insieme non solo da lui!
      Miriam

      Elimina
  11. Mi sembra giusto dare a " Cesare quel che è di Cesare"!

    Siete assolutamente fantastici, ragazzi! vedo che scrivere sul blog vi porta a collaborare, a ricercare, a puntualizzare... o no?

    a domani
    la vostra prof

    RispondiElimina
  12. DANIELE

    Il sistema GULag caratterizzò tutto il periodo leniniano e staliniano e cominciò ad essere riformato soltanto dopo la morte di Stalin, avvenuta nel 1953. Nel 1956 ne rimanevano 37. La chiusura dell’intero Arcipelago si avrà nel 1987, con Gorbacev.

    Si deve allo scrittore A. Solzenicyn l’espressione “Arcipelago GULag”, titolo di un’opera monumentale e fondamentale, pubblicata nel 1971. Le cifre dello sterminio sono ancora molto incerte


    https://docs.google.com/open?id=0BzMrZzk9CEWdU2R3clgyMWZIUGc

    RispondiElimina
  13. se volete leggere la ricerca completa di Daniele dovete copiare e incollare il link

    https://docs.google.com/open?id=0BzMrZzk9CEWdU2R3clgyMWZIUGc

    nella barra degli indirizzi.

    Daniele qual è la fonte?

    RispondiElimina