Ortona “Piccola
Stalingrado”
Introduzione Storiografica
a cura della dott ssa Maria Luisa Orlandi
ASSOCIAZIONE
CULTURALE “ EXPERIO”
Nel Luglio del 1943 le forze alleate invasero l'Italia, erano
intenzionate a portare la nazione fuori dalla guerra , ma contrariamente alle
aspettative degli anglo-americani, Hitler, ordino' ai suoi generali di
difendere il terreno occupato fino alla fine, cosa che le armate tedesche
fecero fino al maggio 1945, quando si arresero dopo una sanguinosa tragica
lotta.
Le truppe tedesche avevano occupato militarmente tutta l'area centrale
della penisola , rafforzando tre linee difensive : Gustav, Barbara, Reinhard,
tagliando l'Italia in due parti con Ortona sull'Adriatico e Cassino sul
versante Tirrenico, come capisaldi estremi delle loro fortificazioni difensive.
Gia' nella primavera del 1943 iniziarono in Ortona alcuni preparativi
di difesa come l'installazione di una sirena d'allarme collocata sulla torre dell'orologio a Piazza
S. Tommaso , che suonava in caso di pericolo di incursione aerea.
La gente sentiva dalle
poche radio esistenti le notizie del fronte che si avvicinava .
Sul piano politico l'arresto di Benito Mussolini il 25 Luglio non ebbe
alcuna ripercussione visibile in Ortona tranne che per l'allontanamento di
qualche fascista.
All'indomani dell'annuncio dell'armistizio , giovedì 9 settembre 1943, a tarda ora , il
Re d'italia , la sua famiglia , il maresciallo Badoglio , si imbarcarono dal
porto di Ortona sulla corvetta "Baionetta" per continuare la loro
fuga verso Brindisi , gia' in mano degli alleati.
Una lapide marmorea ricorda ancora oggi la notte della fuga nei pressi
del molo nord del porto.
La linea Gustav
metteva Ortona nella condizione di essere un punto strategico per il controllo
tedesco dell'Italia centrale, pertanto la battaglia fu una delle piu' cruente
in Abruzzo tanto che la citta' di Ortona venne soprannominata " la piccola
Stalingrado".
Ai primi di dicembre i canadesi avevano raggiunto gia' alcune parti a
sud del territorio di Ortona: non esiste altro comune in Italia dove il fronte
di guerra fu fermo per un periodo così lungo, 7 mesi . Infatti i tedeschi avevano creato una forte linea difensiva sui colli
di Ortona, dove ci furono scontri violenti. Dal 22 dicembre 1943 si combatte'
in Ortona centro casa per casa , specialmente presso l'ospedale civile, in
piazza S. Francesco , nei vicoli di Terravecchia.
Intanto la popolazione si era spostata per l'ordine di sfollamento
voluto dai tedeschi , che aveva portato famiglie intere a lasciare le case e i
beni materiali per rifugiarsi in luoghi di fortuna (casolari di campagna,
gallerie in disuso).
Racconta Tommaso Rosario Grilli nella: "relazione del comune di
Ortona per la richiesta di concessione della medaglia d'oro" : "
quanti bambini morti per mancanza di nutrimento di latte e di zucchero, quanti
uomini e donne senza assistenza sanitaria , coperte , indumenti necessari a
proteggersi dal freddo...".
Il 28 dicembre dopo la distruzione del simbolo della religiosita'
ortonese la cattedrale di S. Tommaso, fu liberato il centro urbano di Ortona.
La citta' era stata divisa in tre zone strategiche : la prima andava
dal quadrivio Cider ( quattro strade)
fino a piazza Porta Caldari dove c'era il posto di blocco; l'area 2: andava da
corso Vittorio Emanuele a piazza della Repubblica comprendendo due quartieri
generali uno tedesco , uno canadese, il primo ubicato in via Giudea detto
albergo Roma , il secondo presso il Teatro Vittoria.
L'ultima zona comprendeva il quartiere di Terravecchia , con un
presidio armato presso S. Tommaso ( il semaforo) , pertanto raggiungere tale
piazza significava liberare l'intera citta'.
Il fronte , dopo la liberazione , si fermo' nelle campagne a nord di
Ortona percorse da fossi e da valli continui: Schiavi, Riccio, Ghiomera, Foro.
Le vittime furono tantissime e sul piano della storia conosciuta , una
distruzione cosi' devastante non si era mai verificata. Gia' da diversi anni ,
nell'antico convento restaurato della Trinita' presso il cimitero attuale è
stato realizzato un dignitoso sacrario dei caduti civili . Recentemente è stato
aggiunto nel piazzale il monumento a loro dedicato dagli scultori Cascella . Il
documento dell'amministrazione comunale di Ortona per la medaglia d'oro è stato redatto nel
1948 e contiene il numero di 1314 caduti per i quali Ortona ha ottenuto la
medaglia d'oro al valor civile.
Molti sono i luoghi in citta' che ricordano la battaglia di Ortona,,tra
questi citiamo il Cimitero Canadese che conta circa 2000 tombe di alleati
compresi indiani e slavi , sepolti sul territorio di S. Donato teatro di
sanguinosa battaglia, casa Berardi nei pressi delle quattro strade di Ortona ,
strategico per l'ingresso delle truppe nel centro urbano, il monumento "il
prezzo della pace" inaugurato alla presenza dei canadesi reduci della
battaglia di Ortona, presso Piazza Plebiscito.
Nel quadrivio Cider ( uscita casello autostrada di Ortona),
l'amministrazione comunale ha collocato un carro armato ATHENA, donato dai
reduci canadesi in memoria della Battaglia di Ortona, al quale,di recente, si
sono aggiunte le Bandiere degli stati alleati nell'impresa della Liberazione.
Dal punto di vista culturale esiste il MUBA, museo permanente di
immagini e reperti, che ripercorrono le tappe più salienti di questo tragico
avvenimento storico, che ha segnato le sorti future della nostra città.
Bibliografia
essenziale
Ortona e Cassino
-Comune di Ortona maggio 1991-
Tommaso Sanvitale-
Giorni Amari , Associazione Ortonese di Storia Patria 2001 .
La battaglia in
storia di Ortona di Antonio Falcone 2004 .
T. R. Grilli
Relazione del Comune di Ortona per la concessione della medaglia d'oro .
Adriano di Luzio
Diario 1943.
B. Gilmour L'historie
illustree' de l'Armee' Canadienne Outre -mer , 1939-1945,Montreal 1947.
Ottobre 1943 -Giugno
1944 -9 mesi di martirio Immagini a cura dell'associazione archeologica
frent
Il presente progetto
rivaluta la conoscenza storica degli avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale
ad Ortona, in un'ottica di partecipazione attiva delle giovani generazioni alla
memoria di quei giorni.
L'obiettivo didattico
è la sperimentazione della ricerca e ricostruzione della micro-storia di un
territorio, attraverso la sperimentazione di percorsi di comunicazione
multimediale, in sintonia con i nuovi saperi della scuola, nella dimensione
internazionale.
Il programma si
sviluppa attraverso uscite di documentazione sul territorio e approfondimenti e produzioni multimediali nei laboratori.