le foto dal catalogo delle "Sale Tosti" del Museo Musicale D'Abruzzo
La valenza del personaggioTosti
oggi è ridefinita anche dallo studio e dalla divulgazione della sua avventura biografica, che partì da
Ortona, cuore del dolce litorale adriatico abruzzese, il 9 aprile 1846, per
concludersi a Roma, all’Hotel Excelsior il 2 dicembre del 1916.
Settanta anni esatti vissuti a Napoli, Londra, Milano, Roma come protagonista della vita musicale: al Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli e poi come illustratore del repertorio napoletano con D’Annunzio e Salvatore di Giacomo, negli stretti rapporti con Casa Ricordi e con i celebri colleghi del suo tempo Verdi, Puccini, Mascagni, Leoncavallo, Boito, alla Corte inglese di Vittoria e Edoardo come insegnante di canto ma soprattutto come organizzatore della vita musicale dei sovrani, insegnante di Margherita di Savoia e animatore dei più esclusivi salotti aristocratici e borghesi di Roma.
Francesco Paolo Tosti aveva compreso che al tempo di Verdi, Puccini,
Leoncavallo, Mascagni non sarebbe stato intelligente dedicarsi al melodramma
per ingrossare le fila dei tanti “minori”. Si applicò invece totalmente al
genere discreto ed allora attualissimo della romanza da salotto nel quale riversò i
suoi interessi e le sue qualità di musicista elevando la sua produzione ai
massimi livelli, in termini di qualità e quantità, e dandole energia
sufficiente a vivere
Settanta anni esatti vissuti a Napoli, Londra, Milano, Roma come protagonista della vita musicale: al Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli e poi come illustratore del repertorio napoletano con D’Annunzio e Salvatore di Giacomo, negli stretti rapporti con Casa Ricordi e con i celebri colleghi del suo tempo Verdi, Puccini, Mascagni, Leoncavallo, Boito, alla Corte inglese di Vittoria e Edoardo come insegnante di canto ma soprattutto come organizzatore della vita musicale dei sovrani, insegnante di Margherita di Savoia e animatore dei più esclusivi salotti aristocratici e borghesi di Roma.
Egli fu innanzitutto un grande insegnante di canto e come
tale probabilmente l’ultimo esponente della scuola di canto di ascendenza
napoletana: trasfondeva nelle sue romanze tutta la sapienza di una tecnica
inossidabile che giornalmente esercitava con i professionisti (tutti i grandi
che frequentavano le stagioni del Covent Garden tra il 1880 e il 1910 andavano
spessissimo a studiare le opere con lui, dalla Melba alla Tetrazzini, da Caruso
a Scotti) e con i dilettanti.
Era poi un inarrivabile animatore di serate musicali: aveva una elegante voce di tenore leggero, riusciva a cantare e suonare per ore...
A Londra, anno dopo anno, seppe imporsi un ruolo di grande
prestigio nella vita musicale e mondana. Insegnante dei rampolli delle famiglie
più aristocratiche, conteso da queste, quella reale in testa, come animatore ed
organizzatore delle serate musicali, docente negli istituti più prestigiosi
come il Royal College of Music e la Royal Academy of Music, nella quale sarà
anche per anni consigliere di amministrazione, attivo come compositore, oltre
che per l'italiano Ricordi, anche per l'inglese Chappell e il francese Enoch,
Tosti era nei crocevia decisionali della vita musicale inglese.
E ben lo
sapevano tutti i grandi musicisti italiani che andavano a Londra a curare la
messa in scena delle loro opere. Puccini, Mascagni, Leoncavallo gli si
rivolgevano per essere introdotti a corte, per avere i contatti che
occorrevano, per essere presentati negli ambienti che contavano. Di questo suo
particolarissimo ruolo c'è una ricca testimonianza di avvenimenti, aneddoti,
lettere, ritagli di giornali. Senza contare lo speciale rapporto con Giulio
Ricordi che aveva in Tosti il suo punto di riferimento a Londra.
Tosti muore nel 1916, nel bel mezzo cioè di quella Grande
Guerra che avrebbe spazzato d'un colpo il mondo nel quale il musicista abruzzese
si era ritagliato il suo posto. Il disco, il cinematografo, la radio avrebbero
peraltro completamente mutato le abitudini degli europei determinando nuovi
costumi di aggregazione sociale e conducendo definitivamente al tramonto il
salotto musicale. La romanza di Tosti, pur passando agevolmente dal salotto
aristocratico e borghese alle sale di concerto e al disco per l'attenzione mai
mutata dei cantanti, subì comunque un comprensibile declino artistico ed
esecutivo con tutte quelle altre forme che, in un modo o nell'altro, avevano
interpretato gli ultimi fasti della vecchia Europa nella Belle Epoque
Oggi abbiamo il necessario distacco per rileggere tutto quel periodo con attenzione ... C’è da credere che il “caso Tosti” sia primo tra altre avventure di riscoperta musicologica nel “liberty” musicale italiano. Certo la sua figura è particolare e probabilmente unica, ma il genere che egli trattò, la “romanza”, ebbe numerosissimi autori fedeli tra i compositori italiani che pure hanno lasciato pagine importanti. È questo un capitolo della storia della musica italiana tutto da scrivere. Partendo da Tosti, perché no?
Grazie a Brigitta ( terza D) per il suo contributo alla revisione dei lavori
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