sabato 27 aprile 2013

Francesco Paolo Tosti nelle ricerche - studio delle terze D & F

Dal sito del Museo Musicale d'Abruzzo, libera riduzione a cura delle terze D & F
le foto dal catalogo delle "Sale Tosti" del Museo Musicale D'Abruzzo


 
La valenza del personaggioTosti oggi è ridefinita anche dallo studio e dalla divulgazione della sua avventura biografica, che partì da Ortona, cuore del dolce litorale adriatico abruzzese, il 9 aprile 1846, per concludersi a Roma, all’Hotel Excelsior il 2 dicembre del 1916.

Settanta anni esatti vissuti a Napoli, Londra, Milano, Roma come protagonista della vita musicale: al Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli e poi come illustratore del repertorio napoletano con D’Annunzio e Salvatore di Giacomo, negli stretti rapporti con Casa Ricordi e con i celebri colleghi del suo tempo Verdi, Puccini, Mascagni, Leoncavallo, Boito, alla Corte inglese di Vittoria e Edoardo come insegnante di canto ma soprattutto come organizzatore della vita musicale dei sovrani, insegnante di Margherita di Savoia e animatore dei più esclusivi salotti aristocratici e borghesi di Roma.




 
Francesco Paolo  Tosti  aveva compreso che al tempo di Verdi, Puccini, Leoncavallo, Mascagni non sarebbe stato intelligente dedicarsi al melodramma per ingrossare le fila dei tanti “minori”. Si applicò invece totalmente al genere discreto ed allora attualissimo della romanza da salotto nel quale riversò i suoi interessi e le sue qualità di musicista elevando la sua produzione ai massimi livelli, in termini di qualità e quantità, e dandole energia sufficiente a vivere


 Egli fu innanzitutto un grande insegnante di canto e come tale probabilmente l’ultimo esponente della scuola di canto di ascendenza napoletana: trasfondeva nelle sue romanze tutta la sapienza di una tecnica inossidabile che giornalmente esercitava con i professionisti (tutti i grandi che frequentavano le stagioni del Covent Garden tra il 1880 e il 1910 andavano spessissimo a studiare le opere con lui, dalla Melba alla Tetrazzini, da Caruso a Scotti) e con i dilettanti.

Era poi un inarrivabile animatore di serate musicali: aveva una elegante voce di tenore leggero, riusciva a cantare e suonare per ore...


 

 A Londra, anno dopo anno, seppe imporsi un ruolo di grande prestigio nella vita musicale e mondana. Insegnante dei rampolli delle famiglie più aristocratiche, conteso da queste, quella reale in testa, come animatore ed organizzatore delle serate musicali, docente negli istituti più prestigiosi come il Royal College of Music e la Royal Academy of Music, nella quale sarà anche per anni consigliere di amministrazione, attivo come compositore, oltre che per l'italiano Ricordi, anche per l'inglese Chappell e il francese Enoch, Tosti era nei crocevia decisionali della vita musicale inglese.

 
 
 
E ben lo sapevano tutti i grandi musicisti italiani che andavano a Londra a curare la messa in scena delle loro opere. Puccini, Mascagni, Leoncavallo gli si rivolgevano per essere introdotti a corte, per avere i contatti che occorrevano, per essere presentati negli ambienti che contavano. Di questo suo particolarissimo ruolo c'è una ricca testimonianza di avvenimenti, aneddoti, lettere, ritagli di giornali. Senza contare lo speciale rapporto con Giulio Ricordi che aveva in Tosti il suo punto di riferimento a Londra.
 
 
 
 
 
Tosti muore nel 1916, nel bel mezzo cioè di quella Grande Guerra che avrebbe spazzato d'un colpo il mondo nel quale il musicista abruzzese si era ritagliato il suo posto. Il disco, il cinematografo, la radio avrebbero peraltro completamente mutato le abitudini degli europei determinando nuovi costumi di aggregazione sociale e conducendo definitivamente al tramonto il salotto musicale. La romanza di Tosti, pur passando agevolmente dal salotto aristocratico e borghese alle sale di concerto e al disco per l'attenzione mai mutata dei cantanti, subì comunque un comprensibile declino artistico ed esecutivo con tutte quelle altre forme che, in un modo o nell'altro, avevano interpretato gli ultimi fasti della vecchia Europa nella Belle Epoque




 
 
Oggi abbiamo il necessario distacco per rileggere tutto quel periodo con attenzione ... C’è da credere che il “caso Tosti” sia primo tra altre avventure di riscoperta musicologica nel “liberty” musicale italiano. Certo la sua figura è particolare e probabilmente unica, ma il genere che egli trattò, la “romanza”, ebbe numerosissimi autori fedeli tra i compositori italiani che pure hanno lasciato pagine importanti. È questo un capitolo della storia della musica italiana tutto da scrivere. Partendo da Tosti, perché no?
 

1 commento:

  1. Grazie a Brigitta ( terza D) per il suo contributo alla revisione dei lavori
    per la pubblicazione del post

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