domenica 17 febbraio 2013

Classi seconde D&F MONASTERIA il libro del mese

 

nei laboratori abbiamo visto il film


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Il regista Annaud, pur costretto a delle inevitabili semplificazioni rispetto al complesso romanzo di Eco (soprattutto per quanto riguarda il suo ricchissimo apparato filosofico e letterario), riesce a restituire allo spettatore la cupa atmosfera gotica alla base della narrazione, e sa sfruttare abilmente i meccanismi del giallo per regalarci una detection originale ed appassionante, che non indugia in un’eccessiva spettacolarizzazione e solo nella parte finale si distacca significativamente dalla trama del libro. I maestosi set del film sono stati ricostruiti a Cinecittà, mentre gli interni sono stati girati nell’abbazia tedesca di Eberbach e nella Rocca Calascio in Abruzzo.

Scrivete nei commenti le vostre riflessioni!

9 commenti:


  1. Aspetti tipicamente medievali del film "il nome della rosa"?

    scaricato da internet questa risposta, discutibile, ma scritta da una studentessa...

    http://it.answers.yahoo.com/question/

    "
    Grazie al film “Il nome della Rosa” tratto dal romanzo di Umberto Eco, abbiamo potuto riscontrare e discutere su alcuni importanti punti che riguardano il periodo del Medioevo.

    Il primo punto importante da discutere è, sicuramente, il discorso della censura.
    Durante il Medioevo, nelle Abbazie c’erano numerose e grandissime biblioteche che racchiudevano i manoscritti più importanti del tempo. Questo era possibile grazie agli scribi. Naturalmente, dal manoscritto originale alla copia c’erano numerose differenze.
    Ad alcune copie mancavano delle parole, delle righe ma, soprattutto, gli scribi potevano copiare il manoscritto modificando a proprio piacere il pensiero dell’autore o, nel peggiore dei casi, quel libro veniva dimenticato nelle segrete delle Abbazie perché, direttamente o indirettamente, disconosceva Dio.

    Venivano quindi censurati quei libri che erano scomodi alla Chiesa ed è per questo che, per esempio, ne “Il nome della Rosa” il bibliotecario vuole censurare il trattato sulla commedia di Aristotele, riempiendo le pagine di Arsenico e facendo sì che chiunque lo legga muoia poiché era uso comune all’epoca leccarsi le dita per girare la pagine di un libro.

    Per facilitare la censura di questi libri, le biblioteche delle abbazie erano costruite con passaggi segreti e labirintici.

    Altri numerosi libri scomodi alla Chiesa vennero censurati; tra questi ricordiamo la “Monarchia” di Dante Alighieri, nel quale l’autore parlava della divisione tra potere temporale e potere spirituale.

    La conoscenza dei frati era quindi limitata e non trasmessa.

    Altro punto importante da ricordare nel film è quello della concezione della donna nel Medioevo che era, per i frati, simbolo di tentazione ... e per questo ... associate al demonio.

    Dal film si può notare anche come i frati siano anche molto superstiziosi. Ogni disgrazia veniva infatti attribuita al demonio, c’era paura per i gatti neri ed anche per i galli neri.

    L’ultimo, ma non per questo meno importante punto è il pensiero discostante riguardante la ricchezza della Chiesa e quindi della Santa Inquisizione.

    I Francescani ed altri ordini minori, cioè i cosiddetti Dolciniani sostenevano che la Chiesa dovesse vivere nella povertà, così come Dio, e dare tutti i suoi averi al popolo, tenendosi solo lo stretto necessario per vivere.
    La Chiesa e la Santa Inquisizione, vivendo nell’agio, non erano d’accordo con i Dolciniani, che venivano addirittura considerati eretici, tutti tranni i Francescani poiché San Francesco chiederà il riconoscimento della regola Francescana a Roma.

    La Chiesa sosteneva che la ricchezza determina autorità e rispetto, ed è proprio la ricchezza che permette di abbattere gli eretici.
    La ricchezza inoltre serviva per dimostrare la magnificenza di Dio in terra con grandi e fantastiche cattedrali, chiese e una grande cultura che però non veniva trasmessa.

    Erano, infatti, in grado solo i frati di parlare latino nelle messe, nelle preghiere e talvolta nei dialoghi con le persone semplici, per dimostrare la loro superiorità nei confronti del popolo che era invece stremato dalle Corvès e dalle tasse che anche la Chiesa imponeva loro."

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  2. Anche noi, durante la visione, abbiamo sottolineato diversi aspetti che sta ora a voi ricordare e commentare ... buon lavoro!!
    la prof ssa Sanvitale, il prof Coletti

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  3. da MARTINA 2D

    “IN NOME DELLA ROSA”
    GENERE: Drammatico
    REGIA: Jean-Jacques Annaud
    SCENEGGIATURA: Howard Franklin, Alain Godard, Andrew Birkin, Gérard Brach
    ATTORI:
    Sean Connery, Christian Slater, F. Murray Abraham, Feodor Chaliapin Jr., Michael Lonsdale, Valentina Vargas, Ron Perlman, Helmut Qualtinger, Volker Prechtel, William Hickey, Michael Habeck, Elya Baskin
    SOGGETTO:
    DAL ROMANZO OMONIMO DI UMBERTO ECO

    La trama:
    Autunno 1327: tra stupende montagne innevate, nel nord Italia, sorge un maestoso monastero. Vi giunge Guglielmo Da Baskerville, francescano ex inquisitore, teologo affascinato dalla cultura e dalla filosofia: con lui c'è il novizio Adso da Melk, che segue il maestro dovunque egli vada. Nel monastero deve svolgersi un incontro tra francescani, domenicani e delegati papali: dovranno chiarire alcuni problemi di fede.

    Il perspicace Guglielmo però si rende conto che fra i monaci c'è tensione e paura: l'abate, dopo aver tentato di rassicurarlo che tutto procede bene, è costretto a riferirgli che un giovane monaco, ottimo miniatore, Adelmo da Otranto, è stato trovato morto ai piedi della torre del monastero: si teme qualche influenza demoniaca.

    Guglielmo inizia le sue ricerche per far luce sull'oscura vicenda, aiutato dal fido Adso. Ma ben presto si rende conto che alcuni monaci fanno di tutto per ostacolarlo nell'impresa o per dissuaderlo dal ricercare le cause degli eventi: c'è il vecchio mistico francescano Ubertino da Casale, il venerabile Jorge di Burgos che teme la sete di conoscenza di Guglielmo, il bibliotecario Malachia e il suo vice, Berengario, entrambi feroci custodi dei segreti del ricco patrimonio librario, tenuto gelosamente celato a chiunque.

    Nel frattempo viene trovato un altro giovane monaco morto, Venanzio, traduttore dal greco, amico del defunto Adelmo. Guglielmo è sempre più attratto dal mistero di queste morti e si convince che la soluzione del giallo si trova nella natura sibillina di alcuni testi molto antichi. Collabora con lui, per chiarire alcune circostanze delle morti, il monaco erborista Severino, ma Malachia e il suo vice Berengario fanno di tutto per intimorire il saggio francescano.

    CONTINUA

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  4. continua Martina 2D

    Tuttavia Guglielmo, con il fedele Adso, riesce ad introdursi nella grande biblioteca ove sono conservati libri rarissimi, creduti scomparsi, contenenti teorie greche e latine che sembrano in contrasto con la fede cristiana. Lo studioso è estasiato, la sua ansia di sapere sembra essere finalmente appagata. Ma la morte incalza: vengono trovati i cadaveri del vice bibliotecario Berengario, dell'erborista Severino, ucciso senza pietà, e dello stesso bibliotecario Malachia.

    Intanto arrivano al monastero sia i delegati papali nei loro abiti sfarzosi e nel loro atteggiamento presuntuoso sia il crudele e severo inquisitore Bernardo Guy, il quale è sicuro che l'autore di tanti delitti è qualcuno influenzato dal demonio. Crede di trovare i colpevoli in Salvatore, un monaco gobbo e deforme dal linguaggio incomprensibile, in una ragazza del villaggio che veniva ad elemosinare qualcosa da mangiare in cambio di favori "particolari" verso i monaci più corrotti e lascivi ed infine in Remigio, il cellario, che faceva anche i propri interessi nell'esigere i tributi dalla povera gente.

    I tre disgraziati vengono condannati al rogo come eretici ed indemoniati nonostante il parere contrario di Guglielmo, che sa benissimo che sono innocenti, e di Adso, il quale si è innamorato della ragazza che gli si è concessa, attratta dall'ingenuità del giovane.

    Dopo aver superato trabocchetti e reticenze di ogni genere Guglielmo scopre tutto: Adelmo, la prima vittima, era entrato per caso in possesso di un libro antichissimo contenente molte teorie affascinanti ma pericolose per la fede e con le pagine avvelenate; dopo aver rivelato la sua scoperta all'amico Venanzio, si era ucciso per il rimorso di aver ceduto alle lussuriose proposte di Berengario. Venanzio muore per il veleno del libro e il suo cadavere viene occultato dallo stesso Berengario, il quale perisce anche lui per il medesimo veleno. Severino viene ucciso da Malachia perchè era riuscito, guidato da Guglielmo, ad impossessarsi del famoso libro, ma Malachia stesso viene eliminato dal veleno delle antiche pagine.

    Tutto l'intrigo era noto al venerabile Jorge, il quale è la persona che ha mosso tutti i fili della squallida vicenda fin dall'inizio.

    fine

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  5. Guglielmo e Adso non possono rivelare a tutti l'intrigo perchè Jorge manda a fuoco l'antica biblioteca con tutti i suoi preziosi libri, letali, a suo parere, per la fede cristiana.

    Il saggio francescano e Adso dopo aver messo in salvo alcuni libri, riescono a scampare al poderoso incendio, nel quale perde la vita il vecchio Jorge.

    L'inquisitore aveva fatto preparare i roghi e mentre il fuoco divampa ormai in tutto il monastero, Salvatore e Remigio vengono arsi vivi ma la ragazza nella crescente confusione viene risparmiata.

    Mentre i monaci tornano verso il vecchio edificio per tentare di salvare quello che si può, i contadini affamati arraffano e saccheggiano quello che capita loro sotto mano e " giustiziano" l'inquisitore che finisce in un burrone.


    Il fuoco ha distrutto molte cose ma i colpevoli dei misfatti non ci sono più, così che la pace può tornare nel monastero. Il giovane Adso segue per sempre il suo maestro, rinunciando all'affetto della ragazza venuta per salutarlo.

    Conserverà per tutta la vita il ricordo tremendo dell'esperienza nel monastero...



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  6. COMMENTO DEL FILM “IL NOME DELLA ROSA”

    Il film “Il nome della rosa” è stato prodotto nel 1986 è di genere giallo,il film è ambientato in un monastero benedettino;in questo film si possono riconoscere molte caratteristiche tipiche del periodo Medioevale: lo Scriptorium e i monaci che ricopiavano in latino i testi sacri,la Santa Inquisizione e i canti gregoriani in latino .

    Nel Medioevo si ricopiavano i testi antichi a mano,ma riscrivendoli poteva capitare di modificare o interpretare male il contenuto e spesso si saltavano parole o frasi.

    Dal film si capisce perfettamente la concezione degli uomini verso le donne: esse venivano accusate di avere rapporti con il demonio attraverso riti e chiunque venisse accusato di stregoneria veniva messo al rogo.

    Io credo che questo film sia molto realistico e rispecchi perfettamente i modi di pensare della Chiesa di quel tempo e non approvo per nulla la ricchezza della Chiesa perché essere umili e pensare al prossimo sono i valori che la religione Cristiana deve trasmettere ai credenti.

    TRAMA: Gulielmo da Baskerville e il suo novizio Adso da Melk sono due monaci francescani che si recano in un monastero benedettino per discutere se la Chiesa dovesse essere ricca,come sosteneva la Santa Inquisizione, oppure povera e umile come voleva l’ordine dei francescani. Giunti al monastero si trovano avvolti da un mistero che ne sconvolge la tranquillità: la morte di più monaci; Gulielmo e Adso vengono incaricati di fare luce sulla questione e si avvicinano sempre più alla verità,fino a scoprire un misterioso manoscritto ,che tratta del riso e dello scherzo , per cui così tanti monaci sono morti e il misterioso assassino.

    Alla fine scoprono che Jorge è stato a uccidere i monaci;i due protagonisti si allontanano mentre la biblioteca brucia nell’incendio in cui è rimasto intrappolato Jorge .

    Annalivia Tatasciore 2°D
    Istituto Comprensivo n. 2 di Ortona


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  7. Il nome della rosa è un film girato in un monastero,in cui succede uno strano fatto , e accorre Guglielmo, frate investigatore, che si trova davanti diversi casi di omicidio, apparentemente dovuti al maligno.

    Dopo giorni di investigazione trova gli indizi che cercava e scende nella biblioteca nascosta da un
    passaggio segreto, e dopo svariati tentativi trova
    il libro che cercava, causa di tutto questo:un
    manoscritto di Aristotele che incoraggiava al riso,vietato nei monasteri.
    A rendere le cose più complicate la santa inquisizioneche aveva avuto a che fare con Guglielmo anni prima.

    Bianco Francesco

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  8. Il film “ il nome della rosa “ rappresenta la vita monastica nel medioevo.
    I protagonisti sono Guglielmo, in primo piano, frate francescano, interpretato da Sean Connary,
    mentre gli altri protagonisti sono frati appartenenti al monastero.

    Ci sono tre aspetti fondamentali:
    la censura con l’Indice dei libri proibiti e la Santa Inquisizione, di cui il capo era Bernardo, che vuole giustiziare Salvatore ( il gobbo spastico ) e una donna perchè avrebbe, secondo lui, avuto rapporti con il diavolo e con delle sette sataniche.

    In realtà è evidenziata la donna e il suo ruolo ( 2° punto importante ) sottomessa e maltrattata come tutte le donne che non erano sacre ma eretiche e non accettate dalla chiesa.

    Nel monastero sono riuniti tanti monaci e preti x discutere sul fatto se la chiesa debba essere povera o ricca:i francescani pensavano alla povertà mentre i monaci, l’Inquisizione e i benedettini ritenevano che per avere una preghiera completa bisognasse anche avere dei beni.Ed è appunto questo il 3° punto.

    Il significato più importante è però il fatto di tenere più alle persone k ai libri dimostrato dall’ultima scena quando Guglielmo lascia a terra tutti i libri e abbraccia Adson.
    Anche se i libri hanno comunque un ruolo fondamentale nel film infatti sono la causa cui girano intorno tutti gli assassini.

    Alcuni libri erano proibiti e uno di questi era avvelenato da inchiostro nero velenoso e quindi tutte le persone che cercavano di leggerlo non hanno fatto una bellissima fine. Pace all’anima loro !!
    Per sfogliarlo toccavano il libro con le dita le mettevano in bocca per poi sfogliarlo e quindi morivano.

    Tutti i cadaveri erano accomunati proprio da queste macchie nere sul dito e sulla lingua ed è questo indizio che porta a scoprire il colpevole.

    Secondo me il film è realistico e interessante xk in questo modo abbiamo studiato alcuni argomenti medievali senza aiuto di libri e abbiamo potuto riflettere sulla chiesa di allora.
    Francesca Sacramone e Francesca Giancristofaro
    classe seconda D

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  9. Nel film “Il nome della rosa” ,scritto da Umberto Eco,si parla di un frate molto colto che amava i libri,di nome Guglielmo da Baskerville che arriva a un monastero benedettino situato sulle montagne con Adso da Melk, un suo novizio per partecipare a un concilio francescano.

    Ma improvisamente ci fu una misteriosa morte di un confratello Adelmo; così a Guglielmo venne dato l’incarico di indagare sull’accaduto. Nel 1986 Jean-Jacques Annaud, un regista francese molto famoso, dopo aver avuto molto successo con altri film, presenta sugli schermi “il nome della rosa” aggiudicandosi numerosi premi.
    Un altro personaggio importante è la ragazza che viene imprigionata e accusata di invocazioni sataniche insieme al dolciniano Salvatore che era considerato eretico e faceva parte dei francescani come Remigio.
    A frate Gugliemo affiancato dal giovane novizio Adso da Melk è spettato il compito di riportare l’ordine nel caos e nella paura utilizzando le armi della razionalità e della cultura contro la ferocia di un clero oscurantista incarnato nel film dal Bieco inquisitore domenicano Bernardo Geui.

    Il regista Annau riesce a restituire allo spettatore la cupa atmosfera gotica alla base della narrazione, e sa sfruttare abilmente i meccanismi del gioiello per regalarci una detection originale e appassionante che non indugia in eccessiva spettacolarizzazione e solo nella parte finale si distacca significativamente dalla trama del libro.

    Finish..
    Ps: DOVETE metterci 10 ;)
    Serena De Luca & Alice Spagnolo

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