sabato 7 luglio 2012

6. Noi giovani reporter ... la storia di Ortona

La I F ha ricostruito la storia di Ortona dalle origini al basso Medioevo ... lo studio per loro continuerà il prossimo anno!

La III F invece ha approfondito la storia della  Battaglia di Ortona. Per quest'ultimo argomento vi rimandiamo al post dedicato... cercatelo nel BLOG!



Ortona da sempre incontro di popoli e culture



Buona visione

https://docs.google.com/open?id=0BzMrZzk9CEWdaVNldTJxRnprNlU



Il secondo video è un montaggio di tante riprese e foto degli alunni nel loro percorso di studio.
E' una sintesi, una mia libera interpretazione di un percorso che ha visto i miei piccoli crescere nella consapevolezza dell'amore per il territorio, la sua storia, il suo patrimonio artistico e culturale e
nella maturazione di quel senso civico che, sono sicura, li accompagnerà nella vita!


video
https://docs.google.com/open?id=0BzMrZzk9CEWdVE1JVFVxVmR3Nzg





per saperne di più due letture:

margherita d’austria


ORTONA IL PERCORSO STORICO AS 2007 2008 classe IH












9 commenti:

  1. Il video è il prodotto finale ( sintesi )di una costruzione collettiva ( STORYBOARD))che riporto qui di seguito:

    STORYBOARD

    La storia di ORTONA

    Il video comincia con l’imagine di un libricino (da fotografare) La costituzione italiana.

    Prosegue con la scritta dell’articolo 9
    La repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
    Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione

    Guarda qui l’inizio
    http://youtu.be/1Hq_8h-8Uqc

    e poi prosegue con qualche secondo di ripresa su di me che introduco l’argomento:

    “ I ragazzi della I F con le loro riprese video e le loro fotografie hanno documentato un percorso di studio che li ha visti protagonisti sul territorio alla scoperta delle tracce del passato.
    Hanno così maturato e interiorizzato, attraverso la conoscenza della storia e dei monumenti del territorio, il rispetto dovuto al patrimonio storico e artistico e l’importanza della tutela del paesaggio.
    Un percorso formativo che la scuola D Pugliesi di Ortona ha fatto in rete sullo sfondo di un progetto di educazione alla cittadinanza.

    poi esce la scritta
    DIVENTA CITTADINo CONOSCENDO IL PIANETA
    poi una immagine del mondo e da qui l’italia e Ortona.

    poi LA SCRITTA AL CENTRO
    ORTON - anche in greco
    LUOGO A PICCO SUL MARE

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  2. Orton
    Luogo a picco sul mare

    (foto dal castello)
    Le origini di Ortona risalgono al 1500 a.C. con la presenza di un villaggio protostorico di capanne circolari sul colle della Pizzuta.
    Secondo Strabone, geografo greco (66 a.C. – 24 d. C. ) Ortona era porto dei Frentani, giunti in Abruzzo verso il X- IX secolo avanti Cristo. (VIDEO)
    Scrive Strabone “Dopo il fiume Aterno c’è Ortona, porto arsenale dei Frentani, e Buca anch’essa dei Frentani. Ortona è nei Frentani, scogliere di uomini pirati, che erigono le case con i resti dei naufragi; ed anche per altri aspetti sono violenti come belve.”
    (foto dei reperti - ercolini, fibula, mappa dei popoli)

    Fase romana
    Ortona passò nel V secolo a.c. ai romani divenedone una colonia.
    I romani ad Ortona crearono l’abitato di Terravecchia rafforzando la collina con una piattaforte armata.
    Il porto commerciava con il Mediterraneo Orientale , in particolare con la Grecia, la Croazia, la Tunisia, la Spagna.
    ( foto della cisterna, porto, anfore)
    Nel I secolo d.C. gli ortonesi abbandonarono il culto degli dei pagani e abbracciarono la religione cristiana. Nessun altra città dei Frentani e forse dei popoli vicini può vantarsi di aver avuto dei vescovi fin dai primi secoli della Chiesa.

    Fase bizantina – longobarda
    Con la caduta dell’impero romano d’occidente, Ortona fu occupata dai barbari che scesero dal Nord: prima dai Vandali e poi dai Goti e dalla prosperità e dai commerci passò all’avvilimento e alla servitù più umiliante.

    L’imperatore d’oriente Giustiniano spedì nel 535 alcuni conquistatori che si impadronirono delle nostre regioni e scacciarono i Goti.
    Passata poi sotto il dominio dei re longobardi, fu assoggettata al ducato di Benevento.
    Bizantini e Longobardi provvidero ad ampliare il borgo marinaro ed edificarono basiliche nel territorio limitrofo alla città
    (immagini borgo di terravecchia, reperti bizantini)sono statuina di iside)

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  3. Fase medioevale

    Con la discesa dei Franchi, Ortona nell’800 passò sotto la signoria di Pipino figlio di Carlo Magno. Questi creò una marca che comprendeva il territorio di Ortona e Chieti e affidò il governo della stessa a un marchese longobardo.
    Nel 1060 i Normanni avanzarono nel contado di Termoli, conquistarono Lanciano e le terre intorno e quindi Ortona.
    Dalla decadenza dell’impero , fino ai Normanni, per quasi sei secoli Ortona subì oppressioni, saccheggi, distruzioni, ma in mezzo alla generale barbarie i nostri popoli non perdettero la loro dignità e i clerici si occuparono di trascrivere volumi e miniature e ornare codici, alcuni dei quali esistono ancora.
    Mappa agostiniana

    Nel periodo medioevale Ortona divenne un’importante sede episcopale, con la presenza di numerosi ordini monastici: benedettini e cistercensi che operarono una rivoluzione economica senza precedenti.

    Nel 1200 Ortona divenne ancora più salda e soprattutto l’ abitato di Terravecchia assunse le attuali caratteristiche di borgo Medioevale
    (VIDEO ANGIPORTI E VICOLI STRETTISSIMI di IL Più caratteristico e antico Vico Bonelli : per tutto vedi Storto – riprese cellulare)
    cartellina flavia e guste per foto)

    Ortona, che dal dominio dei Normanni era passata sotto gli Svevi fiorì più delle altre città nei commerci marittimi: aveva molte galee sia armate che mercantili. Gli Svevi incoraggiarono queste istituzioni e determinarono una seconda epoca di floridezza, dopo quella di epoca romana.
    I commercianti ortonesi impararono i numeri arabi e li usarono nei commerci con l’oriente.
    (ancora foto terravecchia,
    Durante il regno di Manfredi fu organizzata una spedizione nel mar Egeo che coinvolse tre galee ortonasi sotto il comando del navarca Pio Leone. Il capitano tornò vittorioso ad Ortona il 6 settembre 1258 portando una preziosa reliquia: le ossa dell’apostolo Tommaso.
    cattedrale, urna)
    Agli spezzoni di video: togliere l’audio e magari aggiungere brevi scritte di spiegazione

    Video del castello: La prima costruzione risale all’epoca longobarda con la presenza di una cortina muraria e due torrette.
    Sotto gli Angioini (intorno al 1200), la costruzione viene ampliata - lato nord – per essere completata solo successivamente nel 1452 ad opera di Alfonso I D’Aragona...

    Il nostro percorso termina qui. Continueremo il prossimo anno... la nostra promessa!

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  4. IPOTESI DI LAVORO PER IL SECONDO ANNO


    Una seconda parte potrebbe essere

    I personaggi che hanno fatto la Storia di Ortona
    Il Navarca Leone - Gli Angioini e Giacomo Caldora - Alfonso I d’Aragona e la costruzione del Castello aragonese - Margherita d’Austria e il Palazzo farnese.

    Il navarca leone
    “Del 1258 è l’arrivo in Ortona delle Ossa dell’Apostolo Tommaso, portate dall’isola di Chio, nell’Egeo, dal navarca ortonese Leone, reduce da una spedizione navale in appoggio ai veneziani in lotta contro i genovesi.
    “Tra storia e leggenda”
    Video Storto - riprese macchina fotografica
    Giacomo Caldora
    Nella prima metà del XV secolo Renato D’Angiò aveva consegnato Ortona, con Villa Caldari, al capitano di ventura Giacomo Caldora che fece costruire una cinta muraria della città di Ortona, probabilmente su precedenti esistenze difensive. Ampi tratti sono ancora visibili, in uno di questi, lungo via D’Annunzio, è incastonata una Madonna acefala, con Bambino, di fattura trecentesca, artisticamente molto interessante.


    Foto mura caldoriane e madonna acefala (cartellina Flavia Guste)

    Alfonso primo d’Aragona
    Nel 1434 Alfonso D’Aragona mosse guerra agli Angioini e li sconfisse nella piana tra Caldari e Ortona. La città fu presa dopo 4 anni di assedio nel 1438; il Caldora fu impiccato sullo stesso campo di battaglia.

    Alfonso I D’ Aragona introdusse ad Ortona il monumento-edificio più importante della città che caratterizza, anche oggi, lo stemma di Ortona: Il Castello Aragonese.
    Esso fu creato soprattutto per motivi commerciali ed economici, infatti Ortona era una delle città più commerciali dell’Adriatico; Ma anche per scopi difensivi: Ortona era oggetto di attacchi o conquiste, avvenute findall’ epoca romana. Purtroppo Alfonso I non potè mai viverci perché morì prima dell’ inaugurazione, che fece il figlio Federico I D’ Aragona.
    Il castello aragonese era protetto da un fossato , cioè un’insenatura prodotta o dall’acqua o dalla terra , che serviva per proteggere l’intera fortezza .
    Il castello era una fortezza perchè aveva come obiettivo di difendere la città . La fortezza fu costruita tra il 1447 e il 1452 d.C.
    Il castello era a pianta quadrangolare con 5 torri ; adesso sono visibili solo 3 torri e un pezzo di torre sul mare perchè il resto del castello è franato a mare in 3 momenti diversi.
    L'ultima è avvenuta nel 1946 quando una frana portò via parte della collina, con le case sottostanti e le torri .

    Foto cartellina Santoleri Di sipio Bellicano

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  5. Margarita d'Austria
    Un altro personaggio molto importante fu Margarita D’ Austria. Ella comprò Ortona nel 1584 per 54000 ducati perché innamorata di Ortona.
    Ella fece costruire Palazzo Farnese lungo l’ Orientale perché provava uno speciale incanto per il paesaggio ortonese.

    Video palazzo farnese
    Purtroppo morì a 65 anni per una malattia a Palazzo De Sactis, non potè mai vivere nel suo palazzo. Era il 1586.

    Dal Videouna immagine della lapide

    Concludiamo con un prezioso documento cartografico : la mappa agostiniana, pergamena del 1582-83 che presenta la città con i quartieri di terravecchia e terranova.

    (mappa)

    La mappa Agostiniana di Ortona era composta principalmente da tre elementi:
    “Stemma Farnesiano”
    “Lo stemma di Ortona”
    e la mappa di Ortona.
    La quale era divisa in due parti: Terravecchia e Terranova. Questa mappa fu realizzata verso il 1582-83 d.C. e fu donata all’ Arcivescovo di Ortona Penne, cioè Angelo Rocca.
    Foto

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  6. DOPO QUESTO PRIMO LAVORO DI RACCORDO CON QUANTO FATTO NEL PRIMO ANNO LA PROPOSTA PER IL 2012 2013 PER LA FUTURA CLASSE II F
    POTREBBE ESSERE:

    IL CINQUECENTO
    Nel XVI secolo l’incidenza dei traffici marittimi nella economia locale diminuisce. Si allarga invece l’influenza di un’agricoltura sempre più tesa a specializzarsi nella coltivazione della vite da vino e dell’ulivo: olio e vino divennero nei secoli successivi le merci di esportazione su cui si basava l’economia ortonese.

    Osserva a ragione Antonio Falcone nella sua Storia di Ortona, edito nel novembre del 2004 dal Centro studi sociali “G. Toniolo” Non dobbiamo immaginare un paesaggio agricolo come vediamo oggi: le coltivazioni non erano specializzate ma la vite era coltivata in modo promiscuo, insieme con olivi, alberi da frutta, con bassi filari... l’agricoltura locale era caratterizzata da poco grano ma produceva molto vino e olio per venderli in altri paesi... i vini di Ortona sono giudicati i migliori d’Abruzzo... l’olio era la seconda produzione per importanza nell’economia agricola ortonese... il porto restava la maggiore porta della regione per entrate di merci e di persone in un secolo in cui i trsporti e gli scambi avvenivano soprattutto via mare.

    Anche nel cinquecento l’Adriatico era una autostrada abbastanza trafficata, dove però avvenivano sovente gli incidenti come gli incontri non desiderati con Turchi e Corsari.
    L’incursione dei Turchi (1° agosto 1566) certamente rallentò i traffici.

    L’incursione dei Turchi secondo Romanelli

    “ Avvenne in Ortona l’invasione il primo di Agosto, in cui i cittadini aveano potuto mettere in salvo i migliori effetti. Posero fuoco a tutte le case, e specialmente alle più ricche, dopo di averle saccheggiate. Alcune poche furono risparmiate dal loro furore per alcuni segni, che vi trovarono, locchè die’ fondamento a credere, che alcuni Ortonesi esuli dalla patria vi fossero uniti. Entrati poi nella principal chiesa, credettero, che il sepolcro dell’ap. S. Tommaso fosse luogo di tesoro, nè altro mezzo adoperarono per aprirlo, che le fiamme. Fu stimato un vero prodigio, se liquefatti molti arredi d’argento, che dentro vi si conservavano, scoppiati i marmi, che lo coprivano, e rotta in minuti pezzi la pietra calcedonia qua portata da Scio, si fossero ritrovate nel dì seguente intatte, e dal vemente ardor del fuoco non consumate le ossa del s. Protettore. Se ne rogò subito un atto pubblico, in cui si soscrissero i principali della città in gran numero spettatori oculari, che si conserva ancor oggi nell’archivio della medesima chiesa.

    Resta ancora il nome di strada de’ Saracini a quella via, per la quale i Turchi smontati alla foce del piccolo fiume salirono a sorprendere Ortona. Il monastero de’ Celestini fu il primo ad essere assalito. Fu saccheggiato, e smantellato, i monaci si salvarono colla fuga, come parimenti tutti gli abitanti di Ortona. Proseguendo indi il lor cammino per tutto il littorale commissero delle più inudite crudeltà, siccome nella storia di Vasto si è distesamente narrato.”

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  7. “Dal Cinquecento e nel Seicento, fu notevole l’immigrazione in Ortona: famiglie slave cristiane, provenienti soprattutto dalla Bosnia-Erzegovina, che fuggivano dai Turchi, furono sistemate nelle terre a sud del centro abitato (gli schiavoni); numerosi artigiani, in genere dell’area bergamasco-bresciana, si insediarono in Ortona a ragione, principalmente, delle ricostruzioni avviate dopo l’incursione dei Turchi; anche famiglie spagnole presero residenza in Ortona.”
    Dal sito del Comune di Ortona

    Continua il Romanelli Le tante disgrazie sofferte da Ortona, che ridotta l’avevano all’estrema infelicità, furono inaspettatamente cangiate in gioja nel 1570 per l’erezione, o piuttosto la restituzione in essa del vescovado.
    Avere il Vescovo in Ortona, che da allora poteva chiamarsi ufficialmente “Università”, era motivo di grandissimo prestigio per l’intera comunità.

    Nel 1582 un altro episodio fondamentale segna la storia della comunità ortonese: l’acquisto della città da parte di Margarita d’Austria, figlia di Carlo V, duchessa di Parma. La principessa voleva probabilmente allargare i suoi possedimenti in Abruzzo, con l’acquisto di una città marinara, pagata 54.000 ducati. Nel marzo 1584 fu iniziata la costruzione di un grande palazzo progettato da Jacopo della Porta, mai completato per la scomparsa della duchessa avvenuta in Ortona il 18 gennaio 1586. Il palazzo, ispirato ai canoni dell’architettura tardo-rinascimentale, influenzò nettamente l’architettura civile, soprattutto dei palazzi nobiliari e borghesi realizzati nel Seicento (le case palazziate).

    In conclusione, scrive Antonio Falcone, il Cinquecento fu per la comunità locale un secolo abbastanza vivo e di progresso, nonostante tutto, soprattutto per essere Ortona una città “aperta” ed anche perchè l’autonomia delle istituzioni locali era sempre sentita e partecipata. Poi, purtroppo, con il Seicento spagnolo fiscale e feudale cominciò la crisi.

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  8. IL SEICENTO
    Agli inizi del 1600 divenne vescovo di Ortona Alessandro Boccabarili, piacentino, già cappellano della duchessa Margherita d’Austria. Nel 1604 per istanza della casa Farnese, il vescovo Boccabarili, con i suoi successori, fu nominato dal Papa Clemente VIII Vescovo di Ortona e Campli.
    “L’età della Riforma Cattolica, nel primo Seicento, fu ricca per attività civili e culturali, anche per la presenza di ben nove conventi, di cui uno femminile: le Suore Cistercensi di S. Caterina.
    L’Università di Ortona (questo era il nome del Comune, prima della rivoluzione francese) benchè sotto il dominio del Vicerè spagnolo di Napoli, godeva di una larga autonomia decisionale, pur con la presenza del governatore, nominato dai Duchi Farnese. Nasce e si sviluppa una borghesia mercantile che supera le difficoltà dovute a grandi catastrofi...” Dal sito del Comune di Ortona
    Memorabile la pestilenza che afflisse Ortona nel 1651. Morirono, secondo il Romanelli, circa 2500 abitanti, su una popolazione complessiva di circa 4000 abitanti.
    URBANISTICA E ARCHITETTURA
    Scrive Atonio Falcone La città era quasi tutta all’interno delle mura rinforzate nel quattrocento da Giacomo Caldora. All’esterno erano i conventi dei Celestini, dei Cappuccini, dei Carmelitani con le rispettive chiese e qualche casolarecome si legge in atti notarili. Francesco Brunetti nel 1641 dice Ortona già divisa in due parti, una chiamata “terra vecchia”e l’altra “terra nova”, “cresciuta nei tempi più recenti: ha grandi case e mura solide”.
    Dalle cinque porte esistenti uscivano le donne per prendere acqua alle fontane e lavare i panni: solo pochi nobili avevano il pozzo nei cortili dei palazzi.
    Il palazzo Farnese, anche se non ultimato costituiva un modello di grande valore che spingeva le famiglie più benestanti a ricostruire o a costruire case che avessero un qualche punto di riferimento nel palazzo ducale.


    ricerche
    Palazzo Corvo
    Casa de Pizzis in vico dell’orologio
    Palazzo Bernardi sito tra corso Vittorio Emanuele, via Cadolini e via Giudea
    Convento dei Cappuccini
    Chiesa del Carmine lungo l’attuale via Roma
    Palazzo Mignotti
    Palazzo Grilli
    Palazzo Monaco in Villa Iubatti
    Palazzo Vesij-Castiglione
    Palazzo Pugliesi

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  9. e per chi fosse interessato due letture

    la prima: un lavoro svolto dalla mia classe nel 2007 2008 che troverete a questo link

    https://docs.google.com/open?id=0BzMrZzk9CEWddXpXZFR3cGZTcjA
    ORTONA IL PERCORSO STORICO AS 2007 2008 classe IH

    la seconda lettura è uno studio recente che ho trovato in Internet sulla vita di Margherita d'Austria e che troverete in questo link

    https://docs.google.com/open?id=0BzMrZzk9CEWdV0tHQUhFczFVamc
    margherita d’austria

    Mi scuso per le incertezze che dovessero emergere nella lettura delle ricerche dei miei ragazzi: mi potrebbero essere sfuggite ma possiamo comunque sempre ritornare sui nostri passi e rivedere le affermazioni alla luce di nuovi studi e nuovi approfondimenti.

    Un grazie di cuore ai miei alunni che mi permettono di arricchirmi e di crescere con loro
    la prof

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